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Milano
'Detective per Caso', parla il regista Giorgio Romano: l'intervista

"Detective per Caso" è la prima produzione cinematografica in cui a essere attori protagonisti sono i ragazzi disabili, insieme a normodotati. Il film è stato prodotto dall'Accademia L’arte nel Cuore (che proprio si occupa di dare la possibilità a questi ragazzi di esprimersi artisticamente, poiché dove c’è il talento non esistono barriere) assieme ad Addictive Ideas , con la regia di Giorgio Romano, ed è stato presentato ufficialmente durante la Festa del Cinema di Roma.

Al fianco degli attori protagonisti ci sono diversi gli attori celebri che hanno voluto prestare simpaticamente la loro presenza: da Claudia Gerini, a Paola Cortellesi, da Valerio Mastandrea ad Andrea Preti, da Mario Ermito a Stella Egitto, da Mirco Frezza a Stefano Fresi. Abbiamo incontrato il regista Giorgio Romano per chiedergli come si è appropriato a questo film e ai suoi attori.

Come racconterebbe questo film? Quale è la sua particolarità?
Questo film è un giallo con i toni della commedia. La protagonista, Giulia (Emanuela Annini), sogna di fare la detective perché ispirata da una serie televisiva in cui la protagonista è la detective Ramona (interpretata da Claudia Gerini). Quando Piero (Alessandro Tiberi), il cugino, scompare e viene accusato di essere il responsabile di una rapina, Giulia convinta della sua innocenza riunisce il suo gruppo di amici: Oreste (Giuseppe Rappa), Valeria (Giulia Pinto), Panico (Giordano Capparucci) e Sandro (Matteo Panfilo) e inizia una vera e propria indagine. Seguendo per filo e per segno tutto quello che ha imparato dalla sua eroina “Ramona”.

I protagonisti sono i ragazzi disabili insieme ai cosiddetti normodotati. Come è stato dirigere questa compagnia?
I protagonisti di questa storia sono giovani attori, alcuni dei quali diversamente abili, che si confrontano con attori normodotati e l’intento è quello di non sottolineare la disabilità come espediente narrativo. Infatti questa nel racconto è solo una circostanza a cui non viene dato nessun rilievo. Questo progetto infatti nasce dalla precisa volontà di non voler raccontare una “favola” ma solo “un’avventura”, un’avventura che sarebbe potuta accadere a tutti noi alla età dei nostri protagonisti. Un’età che ci ricorda la forza dell’amicizia, quella sì, capace di abbattere ogni barriera.

Come è stato il rapporto sul set tra gli attori “famosi” e i giovani alla prima esperienza?
Il rapporto tra i giovani attori e i cosiddetti “famosi” è stato di estrema collaborazione. Credo che gli uni abbiano imparato dagli altri in egual misura. La capacità di stupirsi e la voglia di ascoltarsi e ascoltare ha accomunato ogni persona sul set.

Detective per Caso è una scommessa per tutti, anche per lei?
Detective per caso è stata una scommessa soprattutto perché è la prima volta che si compie un’operazione del genere: raccontare un mondo in cui l’integrazione è già avvenuta. Essendo la nostra società ancora molto lontana dal raggiungere questo obiettivo non è stato facile sgombrare il campo da pregiudizi e luoghi comuni. Farlo per me è stata una grande occasione di crescita e spero lo sia anche per il pubblico.

Cosa l’ha convinta a girare questo film?
Per convincermi a fare questo film non ci è voluto molto. Esplorare mondi che non conosco è sempre un motore importante nella mia vita personale e professionale. Tutti dovrebbero sempre conservare lo sguardo del “fanciullino” capace di stupirsi e questa per me era un’occasione molto ghiotta. Questo non significa che io non abbia avuto paure o incertezze. Approcciare i ragazzi ed entrare in contatto profondo con loro mi stimolava ma temevo anche di non avere la sensibilità necessaria. Per fortuna oggi posso dire che non è stato così.

Ci racconti un momento speciale delle riprese
Uno degli episodi più emozionanti è stato quando Alessandro Tiberi (Piero nel film) che ha un ritardo medio-grave, in una scena particolarmente intensa in cui Stella Egitto (Marta) in preda ad una crisi si rivolge a lui urlando la sua rabbia, era evidentemente turbato dalla potente energia messa in atto da Stella… sembrava paralizzato mentre assisteva inerme al suo sfogo… poi, improvvisamente, anziché usare tante parole l’ha abbracciata con una stretta così vera che ha assorbito in un attimo tutta la sua disperazione. Sul set si è creato un momento di sospensione in cui il tempo e lo spazio hanno assunto un’altra dimensione e a quel punto è successa la magia: Alessandro superando la sua paura ha annientato quella di tutti. Un brivido ha attraversato il set e io con meraviglia ho pensato dentro di me: questo è il cinema!

Cosa le è rimasto di questo film?
La particolarità di questo film è che pur che sussurrando grida forte. Di sicuro mi lascia la certezza che non esistono persone “diverse”, ma solo persone “speciali” e in questa avventura ho avuto il piacere di conoscerne tante.

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