Diffamazione contro Segre: Chef Rubio archiviato, imputazione coatta per altri sette - Affaritaliani.it

Milano

Diffamazione contro Segre: Chef Rubio archiviato, imputazione coatta per altri sette

Il giudice di Milano ha archiviato la posizione di Chef Rubio. Per altri sette presunti odiatori social è stata ordinata l'imputazione coatta. Supplemento di indagine per altri 86 profili

di redazione

Diffamazione contro Segre: Chef Rubio archiviato, imputazione coatta per altri sette

Gli attacchi social di Gabriele Rubini, in arte chef Rubio, alla senatrice Liliana Segre sulla sua posizione in relazione al conflitto israelo-palestine, "per quanto aspre, rappresentano una manifestazione argomentata del pensiero dell'autore in ordine a un tema politicamente sensibile. I termini usati sono continenti e non si risolvono in espressioni offensive". Con questa motivazione il giudice di Milano Alberto Carboni ha archiviato, come chiedeva il pm Nicola Rossato, la posizione del cuoco e volto televisivo denunciato da Segre per diffamazione. Parallelamente, però, ha ordinato l'imputazione coatta per 7 indagati dei 17 presunti odiatori social di Liliana Segre per cui la procura di Milano chiedeva l'archiviazione. Sono indagati per diffamazione aggravata su Facebook e Twitter per i messaggi postati contro la senatrice vita. Per 9 persone il giudice ha ordinato l'iscrizione nel registro degli indagati dopo che il pm Nicola Rossato non aveva ravvisato elementi indiziari. Inoltre, per 86 utenti non compiutamente identificati e anche loro autori di messaggi e commenti dal carattere diffamatorio il giudice ha ordinato di svolgere nuove indagini.

Attacchi sui social a Liliana Segre, ma l'indignazione e il sostegno istituzionale non mancano

Liliana Segre continua a essere oggetto di insulti e minacce sui social, dopo la sua partecipazione al 25 aprile a Pesaro e la proiezione del documentario "Liliana" su Rai 3. I commenti sotto i post dell'europarlamentare Matteo Ricci, che ha condiviso una foto con la senatrice, sono stati numerosi, alcuni positivi, ma molti di insulto. Frasi come "schiava di Netanyahu" e "rubare lo stipendio da senatrice" sono apparse sui social, anche sulla pagina del sindaco Andrea Biancani e su quella del Comune. Questi attacchi hanno suscitato l'indignazione del sindaco, che ha dichiarato: "Pesaro è con lei". Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha espresso solidarietà alla senatrice, così come il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e altri esponenti politici, tra cui Elly Schlein del PD e Carlo Calenda di Azione. Dall'altra parte, esponenti della Lega e di Fratelli d'Italia hanno chiesto di punire i responsabili degli attacchi. Nel frattempo, Segre ha continuato il suo impegno, nonostante l'odio crescente, come testimoniato dalla sua partecipazione alla proiezione del documentario su di lei, che ha scatenato nuovi commenti ostili, anche sul tema del conflitto israelo-palestinese e delle vaccinazioni. La senatrice, che ha 94 anni e vive sotto scorta, non si lascia intimidire e prosegue il suo lavoro di memoria sull'Olocausto, in un clima sempre più teso e polarizzato.

LEGGI LE ALTRE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO 








A2A