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Direzione Nord, infrastrutture ed energy: rete nazionale e obiettivi europei

Direzione Nord, infrastrutture ed energy: rete nazionale e obiettivi europei

Dalle infrastrutture all’energy: gli strumenti per una maggiore competitività. Se ne è parlato nella mattinata di lunedì 6 maggio nel corso della 22esima edizione della rassegna Futuro Direzione Nord dal tema  “Road To Europe” presso l’Auditorium della sede di Assolombarda in Via Pantano 9 a Milano. La kermesse è stata promossa dalla Fondazione Stelline insieme a Inrete, in collaborazione con Assolombarda e con il contributo di Regione Lombardia. Affaritaliani.it è stato media partner dell'evento.

 

Morelli: "Per ridurre le emissioni dell'88% servono 15mila miliardi di euro"

“Il tema della transizione energetica è entrato nella cultura generale – spiega Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato con delega al Cipess - . Se guardiamo agli obiettivi della commissione europea, si stima che il fabbisogno di investimenti per ridurre le emissioni dell’88% è di 15 mila miliardi di euro. Ma cosa avremo risolto quando avremo raggiunto l’obiettivo? Una risposta non c’è, nonostante dal punto di vista della politica sia fondamentale avere chiaro cosa succederà dopo. Se decidiamo di investire un determinato quantitativo di finanziamenti pubblici, dobbiamo essere certi di ottenere il miglior risultato possibile”.

Trentin (Siram Veolia): "Europa, obiettivi sfidanti. Ma non devono essere visti ideologicamente"

“Gli obiettivi che si è data l’Europa sono sicuramente sfidanti – sottolinea Emanuela Trentin, Amministratrice Delegata SIRAM VEOLIA – ma non devono essere visti come un approccio ideologico, quanto concreto e necessario per raggiungere un’indipendenza energetica, che la crisi degli scorsi anni ci ha dimostrato essere necessaria. Ci vogliamo focalizzare su un approccio all’efficientamento che passa da un intervento di digitalizzazione con cui possiamo ottenere dal 7 al 10% di efficienza, e soprattutto con un approccio di neutralità tecnologica”.

Al panel di lunedì mattina “Dalle infrastrutture all’energy: gli strumenti per una maggiore competitività” sono intervenuti anche il viceministro a Infrastruttura e Trasporto Edoardo Rixi, Claudia Maria Terzi, Assessore alle Infrastrutture e alle Opere pubbliche Regione Lombardia, Pietro Boiardi, Amministratore Delegato Milano Serravalle e Arianna Sansone, Responsabile Relazioni Istituzionali Carbotermo.

Rixi: "L'Europa deve condividere le proprie scelte"

“L’Europa è stato il primo continente a essersi infrastrutturato, e quindi ora ci ritroviamo ad avere un problema legato al rinnovamento – spiega Edoardo Rixi, viceministro a Infrastruttura e Trasporto -. Non si deve chiudere su se stessa, ma deve condividere le proprie scelte anche con gli altri continenti. Nei prossimi 15 anni avrà bisogno di 500 miliardi di investimenti sulle infrastrutture, e oggi le risorse sono pari a 50 miliardi. Per quanto riguarda l’Italia, abbiamo la necessità di programmare la ripresa delle grandi opere, soprattutto di fronte a due elementi: i valichi alpini e l’interconnessione con il sistema marittimo portuale. E’ una grande scommessa per noi, vuol dire introdurre processi innovativi. Per questo stiamo investendo oltre 200 miliardi sulle ferrovie nei prossimi 10 anni”.

Terzi: "Coniugare sostenibilità, innovazione e infrastrutture"

Tornando all’Italia, e in particolare alla Regione Lombardia, l’obiettivo, dal punto di vista delle infrastrutture e delle materie pubbliche, “è quello di coniugare sostenibilità, innovazione e infrastrutture – spiega invece Claudia Maria Terzi, Assessore alle Infrastrutture e alle Opere pubbliche Regione Lombardia -. Quando si parla di infrastrutture si pensa in automatico a quelle stradali, ma c’è un altro mondo, come quello ferroviario, che è indispensabile se si pensa per esempio alla mobilità delle merci. Parliamo dunque di nuove modalità di realizzazione delle strade. Basti pensare all’uso di materiali riciclati, o alla realizzazione di infrastrutture smart road, che permettono un rapporto continuo tra l’infrastruttura, chi la usa e chi la possiede, che a sua volta è colui che la deve mantenere. C’è molto impegno e grande investimento, che poi si traducono in investimento per il territorio, così come dimostra l’esempio di Milano Serravalle con cui abbiamo iniziato a ragionare di diffusione di idrogeno”.

Boiardi (Milano Serravalle): "Entro il 2050 oltre 50mila mezzi pesanti andranno a idrogeno"

La sfida accettata da Milano Serravalle, e raccontata dall’amministratore delegato Pietro Boiardi, è quella di realizzare cinque stazioni di rifornimento dell’idrogeno “sulla nostra rete, operative a partire dai primi mesi del 2025. Siamo in un momento di mercato particolare legato all’idrogeno. Sono incoraggianti anche gli studi che ci dicono che entro il 2050 ci saranno oltre 50 mila mezzi pesanti che andranno a idrogeno, e la stessa dinamica dovrebbe riguardare i mezzi leggeri. Non possiamo limitarci all’elettrico. Serve qualcosa di complementare, e l’idrogeno è una buona soluzione”. Sul tema del partenariato pubblico-privato, secondo Trentin, l’errore è di pensare che questi fondi debbano arrivare solo da fonti pubbliche. Una chiave è di integrare la capacità della spesa pubblica con la capacità di investimento che ha il privato.

Sansone (Carbotermo) e le sfide dell'efficientamento del patrimonio edilizio

“Il grande tema dell’efficientamento del patrimonio edilizio significa conseguire un patrimonio immobiliare pubblico laddove la domanda di energia sia progressivamente ridotta e dove la stessa sia soddisfatta medianti fonti rinnovabili – spiega invece Arianna Sansone, Responsabile Relazioni Istituzionali Carbotermo -. Il secondo concetto chiave attiene al percorso che viene individuato dalla normativa nazionale europea per il raggiungimento dell’obiettivo dell’efficienza energetica. Questo percorso si appunta sull’utilizzo dei finanziamenti nazionali ed europei, tra i quali il PNRR, con la collaborazione del privato. Lo strumento principe di collaborazione è il contratto partenariato pubblico-privato”.

Morelli e le difficoltà sul partenariato

“Perché il partenariato è visto ancora oggi come un percorso da dover raggiungere? – conclude Morelli – Per un discorso ideologico. Fino a prima dell’approvazione del nuovo codice degli appalti era visto come il male assoluto. Il codice parte da un’ipotesi non ideologica ma su parole chiave come fiducia nei confronti del privato che deve avere un bilancio che deve essere in positivo ed è interesse anche nel pubblico, e fiducia nel pubblico, e poi l’obiettivo”.


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