Milano

Disordini a Milano, la Procura dispone prelievo del dna per i 5 francesi

La procura di Milano ha disposto che siano prelevati campioni di dna ai cinque presunti casseurs francesi arrestati in un appartamento salita San Lazzaro a Genova e sospettati di avere preso parte ai disordini di Milano avvenuti il primo maggio. Il prelievo e' stato effettuato stamani da personale della polizia scientifica di Genova nelle carceri di Marassi e Pontedecimo dove sono rinchiusi i cinque giovani. Stamani inoltre sosterranno l'interrogatorio di garanzia a seguito del fermo alla presenza del gip e del pm Federico Manotti della procura di Genova. Sono accusati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. I campioni di dna prelevati saranno messi a confronto con quelli estratti da caschi e abbigliamento rinvenuto sulle strade di Milano. I giovani francesi negano di essere stati a Milano il primo di maggio nonostante i molti indizi a loro carico. Ma il gip Massimo Cusatti ha convalidato i loro cinque fermi, come richiesto dal pm Federico Manotti, emettendo a loro carico una misura di custodia cautelare in carcere. Sono accusati di danneggiamento, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. I cinque sono accusati anche di devastazione e saccheggio. I prelievi di dna saranno messi a paragone con le tracce organiche rinvenute su maschere e abiti abbandonati dai black bloc sulle strade milanesi. A Genova i cinque sono indagati di danneggiamento e lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, avendo ferito alcuni agenti della digos durante il blitz nell'appartamento di salita San Lazzaro dove stavano dormendo. Tutti hanno riferito al giudice per le udienze preliminari che erano ubriachi e non ricordano cosa sia successo nell'appartamento milanese. Uno di loro ha ammesso di avere danneggiato delle auto nel centro storico genovese.

Per quanto riguarda invece i cinque antagonisti arrestati a Milano, il testo del provvedimento con cui il gip Donatella Banci Buonamici ha disposto il carcere parla di "un'indole estremamente violenta desumibile dagli atti compiuti, inseriti in contesto di attività vandaliche che rivelerebbe l'inclinazione a non rispettare l'ordine costituito". In totale una trentina gli indagati, con 180 identificati. E dall'area antagonista è comparso in rete un messaggio anonimo: "Vi abbiamo fatto vedere quella rabbia che anche molti di voi covano sotto la coltre di una vita di miseria".

Heidi Panzetta, la barista 41enne arrestata dopo il corteo del primo maggio, "e' pronta a sottoporsi all'esame del dna e ripete di non aver mai preso in mano un bastone". Lo afferma il suo difensore, l'avvocato Paolo Antiniani. La donna, che si trova nel carcere di San Vittore, e' accusata di resistenza a pubblico ufficiale aggravata insieme alle altre 4 persone, tutte fermate la sera dopo i disordini avvenuti nella manifestazione 'No Expo'. Nell'ambito delle indagini condotte dal pool antiterrorismo, il dna era gia' stato prelevato a 14 greci fermati il 3 maggio scorso in via Washington, a Milano, non lontano da una casa occupata da antagonisti. I campioni raccolti, nelle intenzioni degli investigatori, potrebbero essere utili per compararli col materiale sequestrato: tute nere, caschi, mazze.







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