Milano
Dj Fabo, Cappato: "Mi autodenuncio per aiuto al suicidio"
Ecco che cosa rischia Marco Cappato per aver accompagnato Dj Fabo in Svizzera
Aiuto al suicidio di Dj Fabo, il Radicale Marco Cappato annuncia: "Vado ad autodenunciarmi dai carabinieri"
"Vado dai carabinieri ad autodenunciarmi per l'aiuto al suicidio' di Fabo": questo l'annuncio sulla pagina facebook dell'esponente dei Radicali Marco Cappato, tornato ieri dalla Svizzera, dove ha accompagnato il milanese Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, nella clinica svizzera in cui è ricorso al suicidio assistito. Secondo le leggi italiane, l'esponente dell'associazione Luca Coscioni rischia una incriminazione per aiuto al suicidio. Il corpo del 40enne milanese sarà cremato e le sue ceneri dovrebbero essere sparse nell'amata India.
"Valuteremo l'autodenuncia di Marco Cappato quando arrivera' in procura". Lo ha detto il procuratore capo di Milano Francesco Greco in relazione alla morte di Dj Fabo ieri in Svizzera. "Ci sono diversi profili che vanno valutati - ha aggiunto il magistrato - compresa la giurisprudenza della Cedu (Corte Europea dei diritti dell'uomo) in questa materia". Il fascicolo sull'eventuale inchiesta verra' assegnato al Pm Tiziana Siciliano, competente per questo ambito. "Prima di parlare di eventuali reati bisogna vedere esattamente cosa e' successo, io al momento non lo so", ha precisato Greco.
A 'La vita in diretta' si parla della morte di Dj Fabo, che ha ricorso al suicidio assistito in Svizzera ieri mattina, accompagnato da Marco Cappato. Il radicale, collegato in video con la trasmissione, oggi è andato ad autodenunciarsi dai carabinieri per istigazione al suicidio e spiega: "Io sono stato in quella casa, ho trovato una madre che si è licenziata per stare per 3 anni, 24 ore su 24, a disposizione della paralisi e della cecità del figlio. Ho trovato una fidanzata che faceva salti mortali tutti i giorni per stargli accanto. E non col pietismo, ma in un rapporto fra pari fino alla fine". "Se la vita è un dono di Dio, non può essere una imposizione di Dio. C'è tanta dottrina religiosa che, nel nome del libero arbitrio, si ferma sulla porta e non va a giudicare", aggiunge.
Verbale autodenuncia Cappato trasmesso a pm Siciliano
Sarà il magistrato a decidere se aprire indagine Milano, 28 feb. (askanews) - E' già arrivata sulla scrivania del pm Tiziana Siciliano l'autodenuncia presentata ai carabinieri da Marco Cappato sull'aiuto fornito a dj Fabo nel suicidio assistito in Svizzera. I militari della compagnia Duomo, che questo pomeriggio hanno raccolto il resconto del leader dell'Associazione Luca Coscioni, hanno trasmesso il verbale al magistrato che coordina il pool lavoro e salute della Procura di Milano. Sarà lo stesso pm Siciliano a valutare eventuali profili di rilevanza penale e decidere se ci sono i presupposti per aprire un fascicolo di indagine ed eventualmente iscrivere l'esponente Radicale. Cappato è convinto di essersi reso responsabile di istigazione e aiuto al suicidio, reato sancito dall'art. 580 del Codice Penale che recita testualmente: "Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da 5 a 12 anni".
ECCO CHE COSA RISCHIA CAPPATO
Con l'attuale legislazione italiana, al di la' dei possibili (e auspicati) distinguo del giudice, la via sembra segnata: Marco Cappato rischia fino a 12 anni di carcere per il reato di aiuto al suicidio. Filomena Gallo, legale e segretario dell'associazione Luca Coscioni, spiega all'Agi cosa puo' succedere dopo l'autodenuncia di Cappato che ai carabinieri ha raccontato come e perche' ha accompagnato Dj Fabo in Svizzera per morire. "La magistratura a questo punto deve fare chiarezza - spiega Gallo - e dire se l'aiuto al suicidio e' reato e basta, come prevede il codice penale, o se sono possibili delle eccezioni, in base alle condizioni cliniche di chi chiede l'eutanasia". La stessa proposta di legge presentata dall'associazione Coscioni, ricorda Gallo, "depenalizza il reato se il 'suicidio' riguarda una persona malata, con bassa aspettativa di vita, con forti dolori e via dicendo. A questo punto la palla passa al giudice. Se ritiene che Cappato non abbia commesso reato, viste le condizioni di Fabiano, crea un precedente importante, vuol dire che su questo punto c'e' una lacuna legislativa che va sanata. Oppure puo' applicare alla lettera il codice, e in questo caso il reato c'e' e Cappato rischia 12 anni di carcere". In ogni caso, conclude, "noi chiederemo con la nuova legislatura la calendarizzazione della nostra proposta di legge di iniziativa popolare sull'eutanasia, e' un tema ormai ineludibile, e che il testo attualmente in Parlamento sul testamento biologico non sana".