Milano

Leopoldo Pirelli, documentario in anteprima all'Hangar Bicocca. VIDEO

All'Hangar Bicocca trasmesso in anteprima il documentario su Leonardo Pirelli a 10 anni dalla morte. Affaritaliani.it ha intervistato Tronchetti Provera. VIDEO

 

di Beatrice Elerdini

Ieri sera, 25 gennaio, alle 18.30, presso Pirelli Hangar Bicocca, è stato trasmesso in anteprima il documentario di Leopoldo Pirelli (leggi qui l'articolo pubblicato sul sito di Pirelli): a dieci anni dalla sua morte (23 gennaio 2007) è andata in scena la celebrazione della vita di uno dei più grandi imprenditori che l'Italia abbia mai avuto. Attraverso le foto, i filmati e le testimonianze di chi ha avuto l'onore di vivergli accanto, o semplicemente conoscerlo, vengono messe in luce non soltanto le gesta imprenditoriali di Leopoldo Pirelli, ma anche alcuni aspetti più personali, che danno idea della dimensione dell'uomo.

Alla presentazione del documentario è intervenuta la compagna di Leopoldo Pirelli, l'editrice Rosellina Archinto, la quale ha sottolineato quanto sia importante per lei celebrare il ricordo dell'imprenditore e dell'uomo che le è stato accanto. Per l'occasione ha pubblicato un libro di scritti di Leopoldo ('Esperienze e riflessioni'), pensieri che lo ritraggono fedelmente. Infine ha ringraziato Tronchetti Provera, l'attuale vice presidente del gruppo Pirelli, che ha reso possibile tutto questo.

Anche lo stesso Provera è intervenuto sottolineando che il suo obiettivo è sempre stato soltanto uno: dare vita a un ricordo che fosse rispettoso di Leopoldo Pirelli.

Lo ricorda con grande sentimento anche l'amico di una vita Vittorio Gregotti, che spende per Leopoldo parole importanti, dense di stima e malinconia.

Infine un breve intervento da parte di Sky, che si dice onorata di ospitare sui propri canali la produzione: 'Si tratta di un lavoro speciale, particolare e misurato, anche se di solito è difficile rimanere distaccati e obiettivi nel raccontare le gesta di un grande personaggio. Eppure questo documentario ritrae con equilibrio una figura importante per la storia del nostro Paese, e in maniera quasi sentimentale, nell'accezione migliore del termine'.

Il documentario si apre con le riprese di un mare in burrasca e la voce fuori campo di Toni Servillo che riporta in vita le parole di Leopoldo Pirelli: 'Credo che l'imprenditore non debba vantare i meriti che spesso non sono individuali, ma collettivi. Io se devo attribuirmi un merito è quello di essere rimasto calmo e sereno al timone, nei momenti in cui la barca era in difficoltà, ma non sono stato certo solo a portare la barca fuori dalla burrasca...insieme abbiamo ripreso a navigare'.

Leopoldo figlio AlbertoLeopoldo e Alberto PirelliGuarda la gallery

'Leopoldo è stato un grande gentiluomo, un appassionato di politica, che cercava il bene del Paese attraverso l'incontro tra le ragioni dei ceti più umili e le ragioni dei ceti più privilegiati', racconta l'economista Michele Salvati. Il giornalista Furio Colombo lo definisce 'un grande stabilizzatore, oltreché un uomo saggio', mentre per Cofferati è 'un'eccezione'. Rosellina Archinto, ha ricordato un aspetto più intimo di Leopoldo, quanto fosse importante per lui il mare: 'Ha sempre amato il mare, perché in fondo era un uomo libero'.

Il documentario si destreggia abilmente tra ricordi e testimonianze che impreziosiscono la cronologia di successi, cadute e risalite che hanno contraddistinto la vita dell'ultimo capitano di una stagione unica dell'industria italiana.

Leopoldo entra in Pirelli nei primi anni '50, dopo la laurea al Politecnico e un periodo di tirocinio. A quell'epoca l'azienda era già una grande multinazionale. E' stata un'impresa all'avanguardia sin dai tempi dei suoi fondatori. Prende gradualmente la conduzione a partire dal 1959. All'inizio divide l'ufficio col padre all'ultimo piano del Grattacielo Pirelli, che in quegli anni diviene simbolo non solo dell'azienda, ma di una città, Milano, che ha il massimo della modernità.

Sente intimamente l'entità dei mutamenti sociali ed economici, è tra i primi a presagire l'importanza delle globalizzazione e la necessità di espandersi a livello internazionale. Leopoldo Pirelli ha la capacità di vedere oltre, non teme il nuovo, ma allo stesso tempo è schivo e non ama la mondanità, del resto l'imprinting inglese, l'anglofilia è sempre stata coltivata nella famiglia Pirelli.

Forse nemmeno avrebbe voluto il comando, avrebbe voluto fare l'architetto o l'antiquario, a detta di chi gli è stato accanto, ma la responsabilità è il suo destino. Il fratello Giovanni non accetta di dirigere l'azienda, così Leopoldo mosso dal suo grande senso del dovere, ne prende le redini.

La stoffa del grandi imprenditore, dotato di un grande senso etico, si afferma sempre in maniera più netta, anche nei momenti di grande difficoltà.


Leopoldo Pirelli passa attraverso i duri conflitti del '68, lottando in prima persona, quando nel paese circolavano cartelli con la scritta 'agnelli pirelli ladri gemelli': già allora confidava nel fatto che 'da un rapporto conflittuale si potesse passare a un rapporto di collaborazione'. Superò anche gli anni di piombo, quando le brigate rosse misero in atto sabotaggi alle macchine della produzione, con incendi dolosi.

Passati quegli anni bui si pensò a come riqualificare l'area Bicocca, che ormai non produceva più cose ma idee e servizi. Vittorio Gregoretti è l'architetto che ha vinto il concorso che era stato indetto. Il progetto fu in linea con la storia di Pirelli: un centro storico della periferia, un luogo vivo, che comprende sedi di aziende, un teatro, una sede dell'Università di Milano e molto altro ancora. I lavori si concludono ufficialmente nel 2005, ma già nel 1991 Leopoldo lascia la direzione del gruppo, dopo la tentata scalata alla produttrice tedesca Continental.

Esce da un mondo economico che stenta a riconoscere ma contemporaneamente trova più tempo per la famiglia e il suo mare. Poi la malattia e l'ultimo viaggio a Cape Town, prima della sua uscita di scena.

Il documentario si chiude con il punto dieci del decalogo del Buon imprenditore: 'E' l'ultimo punto, ma è la prima dote che un imprenditore deve avere: deve cercare con tutte le sue forze di chiudere dei buoni bilanci, se non ci riesce una volta deve riprovare, se non ci riesce più volte deve andarsene e se ci riesce non deve sentirsi il padre eterno ma semplicemente uno, che dato il mestiere che ha scelto, ha semplicemente fatto il suo dovere'.

Il documentario, prodotto da Fondazione Pirelli e realizzato da 3D Produzioni per Memomi, con la regia di Matteo Moneta e Valeria Parisi, sarà trasmesso su Sky Arte HD, il 30 gennaio alle ore 20.00.







A2A
ZX