Milano

Donne: a Milano da inizio 2022 già oltre 5mila denunce di maltrattamenti

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le iniziative del Comune di Milano

Donne: a Milano da inizio 2022 già oltre 5mila denunce di maltrattamenti

Alla Procura di Milano da inizio anno sono oltre 5mila le denunce arrivate per reati da Codice Rosso come maltrattamenti, atti persecutori e violenze sessuali anche di gruppo. Il dato lo ha fornito il procuratore aggiunto Letizia Mannella, responsabile del dipartimento "Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli" in occasione della presentazione di "Mobile Angel". Si tratta di un progetto pilota che prevede la consegna alle donne vittime di maltrattamenti di un dispositivo con un sistema di allarme che permette di attivare la centrale operativa dell'Arma dei Carabinieri.

Giornata contro la violenza sulle donne, le iniziative del Comune di Milano

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Comune di Milano ha organizzato una serie di iniziative di sensibilizzazione. Per l’intero orario di apertura, in cinque sedi anagrafiche sono presenti dei Bibliopoint con una selezione di libri e audiovisivi dedicati alla sensibilizzazione del pubblico sul tema dei diritti delle donne e della violenza di genere, e presidi informativi animati dalla presenza di operatrici della Rete antiviolenza comunale e interpreti LIS. Questa mattina, il sindaco Giuseppe Sala si è recato all'Anagrafe di via Larga, dove alle ore 9 - dal salone centrale - ha introdotto un minuto di silenzio che è stato osservato nello stesso momento in tutti gli uffici comunali, in ricordo di tutte le vittime di violenza.  A seguire, gli assessori Gaia Romani (Servizi Civici), Lamberto Bertolé (Welfare) e Tommaso Sacchi (Cultura) hanno letto i nomi delle donne uccise nel 2022 per mano di uomini violenti.

Sala: "Violenza sulle donne, al ricordo si deve associare la lotta"

"Oggi non parliamo di donne ma di uomini, che picchiano, violentano, uccidono. Al ricordo si deve associare la lotta. - ha detto il sindaco - Tutto ciò è frutto di una cultura che bene conosciamo. E quindi cosa sta facendo il Comune? Cosa deve ancora fare? Abbiamo cercato in questi anni di lavorare sui luoghi per donne in difficoltà e che esprimono loro la volontà di dare loro aiuto. Dobbiamo lavorare molto di più nelle scuole perché un tipo di mentalità sbagliata nasce da piccoli nelle scuole. Voglio pensare che questa, oltra a una giornata di dolore, sia una giornata di speranza: la speranza deve nascere con i bambini e le bambine, che fin da piccoli possono capire come devono essere e come non devono essere e qual è la società che dobbiamo desiderare".

"Spero - ha proseguito Sala - che in tutti noi ci sia tanta volontà di continuare a lottare per una realtà sociale diversa. È un po’ triste ma non deve essere frustrante. Ogni anno siamo qui, diciamo nomi di donne e assistiamo a orrori ma vedo anche qualche spiraglio positivo. La Milano che vuole essere città guida deve più farsi carico di questo problema. È ora di mettere una fine a questa vergogna. Nessuno di noi può dire di non vedere comportamenti maschili sbagliati, ognuno può fare la sua parte: c’è chi lavora in un centro di accoglienza e c’è chi ha il coraggio, quando vede nella sua cerchia di amicizie e parentele uomini che hanno atteggiamenti sbagliati, di intervenire", ha concluso Sala.

Romani: "Violenza di genere punta dell'iceberg di un sistema di oppressione e squilibrio di potere"

“La violenza di genere è la punta dell'iceberg di un sistema di oppressione e squilibrio di potere fra i generi - ha affermato l’assessore ai Servizi civici e generali Gaia Romani -. È ormai chiaro che non si possa più parlare di emergenza, perché i femminicidi sono la nostra quotidianità ed è proprio lì che si verificano. Quasi sempre, infatti, avvengono nel contesto domestico e per mano di un familiare. Questo ci dice che vanno combattuti partendo dalla lotta al paradigma culturale da cui scaturiscono. Ma le iniziative che facciamo, che pure sono tante ed encomiabili, al di là di quelle realizzate nelle scuole, arrivano a persone già sensibili al tema della parità e del rispetto nei confronti delle donne. Invece, in questa occasione, ci tenevamo a portare le informazioni e una sensibilizzazione a queste tematiche in un luogo in cui tutte le milanesi e i milanesi si recano al di là della loro consapevolezza. Perché l'obiettivo è valorizzare gli spazi comunali che erogano servizi come presidi civici, in cui portare sempre più una cultura che contrasti ogni forma di discriminazione e violenza”.

Milano, bandiera a mezz'asta in segno di lutto per le vittime di femminicidio

Su proposta del Consiglio comunale, la bandiera civica viene listata a mezz’asta in segno di lutto per le vittime di femminicidio e per esprimere solidarietà alle loro famiglie. A Palazzo Marino è stato anche esposto un manufatto dedicato alla memoria di Mahsa Amini, la giovane 22enne iraniana arrestata per non aver indossato correttamente il velo e morta in seguito alle percosse. L’Amministrazione intende così dimostrare vicinanza a tutte le donne iraniane che vivono in una situazione di continua violazione dei diritti. La foto di Mahsa Amini è stata esposta dalla finestra della sede del Comune, affiancata dalla scritta 'Donne, vita, libertà. Solidarietà alle donne iraniane'.

Rete antiviolenza di Milano: i numeri

Il sostegno alle donne vittime di violenza da parte del Comune prosegue ogni giorno, grazie all’azione della Rete antiviolenza cittadina che mette a disposizione nove centri antiviolenza e altrettante case rifugio dove è possibile trovare ascolto, attraverso colloqui telefonici o in sede, assistenza sanitaria, legale, consulenza psicologica o psichiatrica. Sono 1.219 le donne che, nel primo semestre del 2022, si sono rivolte alle strutture convenzionate e sono state supportate. Di queste, 58 hanno concordato un percorso di accoglienza nelle case rifugio cittadine. La maggior parte delle persone assistite (il 52%) ha un’età compresa tra i 21 e i 44 anni, ma il numero è significativamente alto anche nella fascia tra i 45 e i 60 anni (circa il 26%). Le donne che subiscono violenza sono nel 61% dei casi italiane e solo nel 36% dei casi sono economicamente autonome.

Quasi sempre la violenza subita è di tipo psicologico (oltre 950 donne) o fisico (oltre 700), anche se non mancano i casi di violenza di tipo economico (oltre 200), sessuale (circa 300) e stalking (circa 200) e molto spesso si sovrappongono e coesistono diversi tipi di soprusi. Il 60% delle donne aiutate ha figli - spesso minori - che quindi, quasi sempre, hanno assistito alla violenza nei confronti della madre. Nell’80% dei casi le donne subiscono abusi da parte di un familiare (il 60% delle volte si tratta di mariti, conviventi, fidanzati o ex).

Bertolè: "Milano ogni giorno in prima linea nel contrasto alla violenza di genere"

“Milano – ha dichiarato l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé - è ogni giorno in prima linea nel contrasto alla violenza di genere grazie alla straordinaria rete civica e alla collaborazione con le molte realtà del territorio. Lavoriamo quotidianamente sulla prevenzione e sulla costruzione di percorsi di fuoriuscita dalla violenza, che hanno alla base un lavoro di supporto psicologico, ma anche un accompagnamento verso l’autonomia economica. Con questo scopo abbiamo siglato con Inps un protocollo per favorire l’accesso delle nostre assistite alle misure di sostegno a cui hanno diritto. Quest’anno in particolare, Milano si schiera a fianco delle donne iraniane che da mesi stanno combattendo un’importante battaglia per l’affermazione dei loro diritti fondamentali. Il loro coraggio è di grande ispirazione per tutti noi”.







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