Dopo Balzani, Pisapia capolista. L’ultima proposta: prenda lui le redini. Inside

di Fabio Massa

E adesso? Che cosa si fa? Francesca Balzani dice di no alla lista arancione. E dice di no pure al Partito Democratico. Alla fine la vicesindaco non si candida più. Lo strappo definitivo era stato preannunciato ieri da Affaritaliani.it ed è stato confermato da una intervista al Corriere della Sera. Ancora, in mattinata, a Radio Popolare, Francesca Balzani ha spiegato di voler essere della partita, ma a livello di progetto. Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Pd, ha espresso il suo dispiacere. Ad Affari dice: “E’ bene che abbia chiarito la sua posizione, adesso andiamo avanti. Ci dispiace che abbia scelto di non guidare la lista civica. Ora occupiamoci delle idee e delle domande per Milano”. Insomma, se è una fase della trattativa, non sembrerebbe proprio stia sortendo degli effetti.

Che cosa succederà adesso? Difficile dirlo, anche se di rumors ne girano molti. Il primo riguarda le difficoltà di Sel. I dirigenti nazionali del partito stanno guardando sotto la Madonnina con attenzione. Nulla pare stia andando come era previsto. Né la partecipazione alle primarie, che era subordinata a un ticket Balzani-Majorino che poi non si è verificato. Nè la partecipazione alle elezioni, e quindi il sostegno a Sala, che era subordinato a un contenitore sotto l’egida Balzani per una sinistra larga e plurale.

Ed è su questo punto che, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, sta emergendo l’ultima proposta. La soluzione che metterebbe d’accordo tutti. C’è chi sta iniziando a lavorare per chiedere a Giuliano Pisapia di fare uno sforzo. Nel rispetto della sua volontà di non ricandidarsi a sindaco, che vada a colmare lo spazio lasciato libero da Balzani e che si ponga a capo della lista Pisapia. Una sorta di candidatura di testimonianza, ma dal valore infinito. Una mossa che potrebbe assicurare la vittoria alle elezioni, dice chi la sta pensando. Una mossa importante. Chissà se lui dirà di sì? Chi lo conosce scuote la testa. Ma l’alternativa questa volta è ardua da percorrere: si rischia davvero l’implosione delle istanze arancioni.

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