Milano
Dopo il machete il M5S sulle barricate. L’interrogazione di Iolanda Nanni
A seguito del tragico ed esecrabile episodio di Villapizzone, che costituisce in Lombardia solo l’ultimo di una catena di preoccupanti aggressioni nei confronti del personale ferroviarie, ma anche della stessa utenza, il M5S Lombardia ha depositato un’interrogazione diretta all’Assessore Regionale Infrastrutture.
Iolanda Nanni, consigliere regionale M5S e prima firmataria dell’interrogazione, dichiara: “La sicurezza sui treni e nelle stazioni non si garantisce con proclami e parole al vento, né militarizzando i treni. Occorrono azioni concrete, programmate seriamente nel tempo, di concerto fra le aziende ferroviarie, la Regione e lo Stato, ciò che evidentemente in questi anni la politica che si è alternata al Governo di Regione Lombardia e del Paese non ha fatto. Per questo abbiamo depositato un’interrogazione all’Assessore Regionale ai Trasporti che chiede di attivare una serie di azioni mirate ed adottare misure preventive per garantire il ripristino di condizioni di sicurezza nel viaggio sui treni. Per esempio, abbiamo richiesto che TRENORD rediga il Documento di Valutazione dei Rischi, d’obbligo per le aziende, e che a tutt’oggi non risulta ancora essere stato depositato. Chiediamo anche di sapere in cosa consiste il “servizio di security” attivato da Trenord nel 2015 con un investimento pari a 5 milioni di euro e sul quale non si capisce come siano stati reclutati i 63 operatori security, quali requisiti professionali abbiano, dove siano collocati, né che grado di copertura sono in grado di garantire sulle 50 direttrici ferroviarie lombarde.
Chiediamo inoltre all’Assessore Sorte di dare riscontro alla richiesta delle organizzazioni sindacali di poter consentire ai capotreni la chiusura vetture nella fascia della tarda serata, e in special modo sui treni “a rischio”, in modo da convogliare l’utenza in poche carrozze, garantendo un maggiore controllo delle condizioni di sicurezza.”
“C’è poi – continua Nanni - un capitolo dedicato ai tagli delle risorse: in questi anni, è cresciuto il numero di stazioni lombarde non più presidiate, molte biglietterie sono state chiuse e sostituite da DAB, ciò in ossequio a una politica delle aziende ferroviarie tesa a risparmiare sui costi del personale. I costi indiretti che sono derivati da questa politica di tagli, però rischiano di rivelarsi superiori al risparmio di costi ottenuto dalle aziende e di avere gravi ricadute sulla collettività: infatti si sono ridotti gli standard di sicurezza, il decoro e la piccola manutenzione delle nostre stazioni lombarde”
“Infine – conclude Nanni – abbiamo analizzato la situazione dei presidi Polfer in Lombardia: sappiamo che i tagli operati dallo Stato sulle forze di polizia hanno avuto gravi ricadute, in termini di risorse e di strumentazione a disposizione della Polfer. A Milano Rogoredo, grosso nodo di interscambio, non esiste un presidio Polfer e la tendenza è quella di ridurre sempre più le risorse. Con una mano si taglia per risparmiare i costi e con l’altra si vanno a caricare sulla collettività i costi onerosi della perdita di sicurezza e decoro. Questo è ciò che è stato fatto in questi anni, nonostante dal 2008 ad oggi i Comitati dell’utenza, i sindacati, le forze dell’ordine e lo stesso personale ferroviario abbia più volte segnalato le conseguenze di scelte politiche miopi sulle quali poi la politica di Governo piange con lacrime di coccodrillo.”