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“Dovete tutelare gli anziani”. Rsa rifiutano i malati di Covid dagli ospedali

Coronavirus, “dovete tutelare gli anziani”. Le Rsa rifiutano i malati di Covid dagli ospedali

Alcune strutture stanno pagando un prezzo altissimo a causa del coronavirus. Parliamo delle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali, dove anziani e persone che comunque presentano già altre patologie, si sono trovati indifesi e totalmente impreparati a fronteggiare l’emergenza.  Come è chiaro non solo dai tanti decessi avvenuti in questi luoghi, ma anche dalle denunce fatte dalle stesse strutture. E  come se non bastasse una delibera regionale prevede che queste strutture possano ospitare anche pazienti Covid positivi, con tutti i rischi che questo comporta. 

“Abbiamo ricevuto una richiesta in questo senso, ma non abbiamo potuto rispondere positivamente, perché non abbiamo il personale e le strutture necessarie”,  dicono ad Affaritaliani.it Milano da una delle Rsa lombarde: “Se da un punto di vista teorico non è totalmente sbagliato cercare posti letto in strutture già attrezzate, e quindi non lo escluderei a priori,  è chiaro che una soluzione del genere vorrebbe strutture autonome e personale dedicato in esclusiva a quel tipo di pazienti”. Insomma non è così facile come potrebbe sembrare.

“Come posso pensare di ospitare nella mia struttura, che ha 6 reparti, delle persone Covid positive senza neanche sapere se già gli ospiti che ci sono e il personale  sono negativi o positivi? Servirebbe un organico pieno con accorgimenti particolari  e bisognerebbe fare tamponi a tutto il personale. Ma io ho già il 50% di assenze tra il personale, fatico già così a tenere aperto il servizio e non abbiamo ricevuto i tamponi per tutti”. Insomma non è possibile ed è rischioso allo stato dei fatti. Almeno in quelle strutture che non hanno una netta separazione sia a livello strutturale che di personale infermieristico e assistenziale. 

Anche perché, ci dicono da una Rsa di Legnano, anche senza l’arrivo di pazienti esterni positivi la situazione è già molto difficile. “Da noi c’erano 125 ospiti prima dell’epidemia che ora sono diventati 104: due sono morti ufficialmente a causa del COVID-19, altri 9 sono deceduti  con tutti i sintomi del virus ma senza poter fare il tampone che avrebbe accertato la causa e  i restanti per “cause naturali”. Un triste bilancio che si va ad aggiungere al personale colpito dal virus, dove molti sono in malattia e un infermiere è morto a causa proprio del coronavirius. 

“Purtroppo non abbiamo avuto la fortuna di ricevere i tamponi, come invece molti tra politici e calciatori”, racconta ad Affaritaliani.it Milano non senza un pizzico di amarezza uno dei responsabili della struttura, che preferisce rimanere anonimo. “Ma si tratta di una cosa assurda, perché senza tamponi non abbiamo potuto sapere chi tra i nostri ospiti e tra il personale era positivo, rendendo impossibile una strategia di isolamento realmente efficace. Anche perché il personale ha una sua vita, va a casa dalla famiglia, prende i mezzi pubblici, con il rischio di prendersi il virus e portarlo nella struttura da casa o viceversa, a casa dal lavoro, trasformandosi in vittime o carnefici. Il tutto perché non ci hanno voluto far fare i tamponi”.

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