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Milano
E’ allarme islam a Palazzo Marino: 600 musulmani pronti a marciare

di Paola Bacchiddu

Allarme protesta islamica, lunedì prossimo, quando il consiglio comunale di Milano si riunirà in seduta straordinaria per continuare la scivolosa discussione sul tema moschea.

Sembra infatti che l’area più ortodossa della rappresentanza islamica a Milano, il Caim (il Coordinamento delle Associazioni Islamiche) guidato dal coordinatore Davide Piccardo e a cui è vicina la consigliera del Pd Sumaya Abdel Qader, si stia preparando per una grande protesta organizzata. Rumors raccolti da Affaritaliani.it Milano indicano in oltre 600 le adesioni per un presidio proprio fuori da Palazzo Marino, mentre è convocata la giunta.

Stanca per i continui rinvii, e dopo il fallimento dell’iniziale bando promosso dall’assessore Majorino nella precedente giunta, l’anima ortodossa dei residenti islamici a Milano, stavolta, è decisa a far sentire con forza  la sua voce. Tanto da causare un prevedibile allarme anche nell’assessorato alla sicurezza capitanato da Carmela Rozza – che in queste ore starebbe cercando di mediare sulla questione – oltre che del vicesindaco renziano Anna Scavuzzo, che ha ereditato il bollente fascicolo sul nuovo bando delle moschee, e che da mesi invita al dialogo, pressoché inascoltata.

Una mossa politica, questa della protesta organizzata, che non è solo un segnale che la comunità più ricca e ortodossa dell’Islam in città vuole dare a Milano e agli amministratori locali, ma che tenderebbe pure a rafforzare, all’interno del Caim, la posizione dell’attuale coordinatore Piccardo, che con il gruppo dirigente sta passando una fase di turbolenze interne.

Una questione scottante, questa delle moschee, per il Partito Democratico, che ha comportato anche numerose tensioni interne: prima le dimissioni dell’ormai ex piddina Maryan Ismail – rappresentante di un  islam più laico e moderato e ora approdata sotto l’ombrello di Stefano Parisi, per un progetto che contrasti l’Islam politico – e la settimana scorsa, il ritiro delle deleghe Cultura a Daniele Nahum, nell’ambito del riassetto della composizione della Segreteria metropolitana. Quel Nahum che si era espresso sempre in termini molto critici, col suo partito, sulla gestione del vecchio bando della moschea.

Ma in questa partita – dove l’allarme sicurezza sul rischio attentati terroristici è questione sensibilissima – si innesta anche il conflitto con la Regione Lombardia, intervenuta con una delibera che ha posto rigidi vincoli sull’eventuale costruzione di nuovi luoghi di culto. Solo ieri l'assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Città metropolitana Viviana Beccalossi, si era lamentata di essere venuta a conoscenza dalla stampa e non dal Comune, della presenza di 5 moschee abusive in città. Nonostante la formale richiesta a Palazzo Marino di una mappatura minuziosa delle moschee, dei centri culturali e delle scuole coraniche presenti sul territorio, per contrastare situazioni abusive o quantomeno ambigue. Richiesta cui il comune avrebbe risposto – stando alle dichiarazioni della Beccalossi – rimandando la Regione al piano di governo del territorio.

Considerando il terreno minato illustrato, una protesta organizzata dell’Islam ortodosso potrebbe ora accendere una miccia nell’aria incandescente che si respira da mesi. Proprio in un  momento in cui il Pd si trova ad affrontare, a livello nazionale, una sanguinosa campagna elettorale, anche interna al partito, sul referendum.

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