Milano

“Ecco di cosa ha bisogno Milano”. Industriali-start up, intervista doppia di Affaritaliani.it

di Fabio Massa

Una intervista doppia. Perché il futuro di Milano, le elezioni, la ripresa economica, le tante sfide che si parano davanti alla città non possono essere ridotte a sola politica. Ma ci vuole anche quella. Affaritaliani.it ha intervistato “il mago delle start up”, Mattia Mor e il presidente dei giovani industriali Marco Gay su come Milano può diventare davvero una capitale del mondo. LEGGI L’INTERVISTA DOPPIA

Che cosa chiede il mondo delle start up e delle innovazioni al prossimo candidato sindaco di Milano?
MATTIA MOR: Il mondo che rappresento, degli imprenditori innovativi, di quelli che partono da zero da un sindaco della città di Milano si deve aspettare sempre maggior creazione di un sistema competitivo. A Milano si deve voler venire da tutta Italia e da tutto il mondo per incontrare i migliori cervelli e i migliori investimenti. Qui bisogna creare un ecosistema. Deve essere il posto più figo in Europa se non nel mondo per creare la propria azienda. Fare l’imprenditore è la cosa più esaltante che un ragazzo possa fare: vuol dire mettere insieme risorse, idee e persone e vuol dire farle diventare occupazione.

Di che cosa ha bisogno la Milano del post Expo?
MARCO GAY: Expo è stata ed è una grande occasione di visibilità a livello nazionale e internazionale. Ha portato Milano e l’Italia al centro del mondo. Al di là del fatto che poteva andare meglio o peggio, sta andando bene e di questo dobbiamo essere fieri. Per Milano dobbiamo fare in modo che Expo, una zona oggi fortemente infrastrutturata, con i collegamenti giusti, diventi qualcosa di importante per lo sviluppo del Nord Italia. Il post Expo è un argomento fondamentale. Dobbiamo andare avanti a investire in infrastrutture tecnologiche. Bisogna superare il digital divide.

Milano polo attrattivo, dunque.
MARCO GAY: C’è un punto che è il condimento di ogni condizione di sviluppo, il senso di lavoro insieme. Ci vuole un patto civico tra istituzioni e cittadini perché l’obiettivo è comune. E sull’obiettivo bisogna lavorare. Noi abbiamo una capacità attrattiva altissima, che non potrà far altro che continuare. Abbiamo giovani preparati che hanno voglia di lavorare ai quali bisogna dare una prospettiva importante.

MATTIA MOR: Milano ha l’ambizione per riuscire a raggiungere un obiettivo ambizioso: essere davvero in competizione con i migliori. Una buona strada è stata tracciata. Milano è un posto storicamente accogliente dove fare impresa in ambito creativo, finanziario, artigianale. A livello locale vanno create ancor più ipotesi di incontro. Pisapia ha già fatto molto ma molto resta da fare. In questo senso la strada da seguire è quella degli hub. Sono luoghi dove le competenze si incontrano: è questa la strada da seguire. La politica può, visto che può prendere decisioni e ha spazi, dovrebbe mettere tra i suoi obiettivi l’incentivazione degli hub.

Pisapia ha fatto bene, dice lei. La Regione?
MATTIA MOR: La Regione è un ente di cui si vedono poco i risultati, molto scollegato dalla realtà quotidiana. Le Regioni, negli ultimi anni, hanno dimostrato tutte le loro pecche. Gran parte del loro budget è investito su sanità e trasporti. Regione Lombardia secondo me fa molto poco per le imprese. Vedo una totale assenza. Forse le preferenze dei consiglieri arrivano più da altre aree, magari più agricole, che da Milano…

Che cosa chiederebbe alla politica di fare per Milano?
MARCO GAY: Io chiedo un chiaro piano di politica economica che in questa fase vada ad agire sui fattori di politica industriale. Rendere l’ecosistema fertile, una impresa responsabile con ecosistema favorevole ha una attrattiva verso il territorio e ricadute sul territorio. Questo è il segreto.

MATTIA MOR: Dal mio punto di vista questo Governo ha cominciato molto a muoversi verso il mondo delle start up dando un altro tipo di dignità a chi fa impresa. Però su Milano si potrebbe fare una cosa molto semplice e poco costosa: copiare quello che hanno fatto altri. Copiare bene è più utile che inventare male. Start up Chile è un investimento di 35 milioni di dollari su 7 anni. Il governo cileno fa un contest tra start up a livello mondiale: così, invece di essere la Silicon Valley o Tel Aviv, il centro mondiale dell’innovazione è diventato Santiago del Cile. Incredibile. Noi dovremmo fare la stessa cosa.

Mattia Mor, lei sostiene Emanuele Fiano.
MATTIA MOR: Ho aperto con un mio intervento la giornata della candidatura di Fiano e lo sostengo a spada tratta perché l’ho trovato estremamente competente. Ascolta. Per me è un grande sintomo di intelligenza sapere di non essere tuttologi. Conoscendolo e vedendo il suo modo di fare a livello politico ho trovato una persona molto trasversale all’interno di una base del Pd che vive il confronto a volte in maniera molto litigiosa e variabile. Trovo che sia una persona con grandi doti personali.

Marco Gay, oggi hanno ancora senso le associazioni di categoria?
Oggi per un giovane imprenditore credere nell’associazione di categoria significa tre cose. Primo: avere una associazione che aiuta il fare impresa. Secondo: io ho iniziato a frequentare Confindustria perché sentivo e sento ancora la necessità di avere una visione comune di quel che vogliamo per fare impresa nel nostro paese. Tre: oggi c’è bisogno di chi facendo il proprio mestiere si affianca alla politica e la aiuta a prendere le decisioni. Su questo Confindustria e le associazioni sono in prima linea.

@FabioAMassa







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