Milano
Ecco il trio Penati-Skenderi-Bertolè. Mozioni Pd: uomini e coordinatori
Ormai è tempo di strutturarsi. E ogni mozione, sotto la Madonnina, sceglie i propri coordinatori e referenti
di Fabio Massa
Ormai è tempo di strutturarsi. E ogni mozione, sotto la Madonnina, sceglie i propri coordinatori e referenti. Certo, l'intero congresso si svolge su un asse che non transita da Milano, almeno a livello di leader. Da una parte c'è il fiorentino Renzi, dall'altra c'è il pugliese Emiliano, dall'altra ancora lo spezzino Orlando. Eppure, tutti e tre scelgono milanesi o di estrazione lombarda come propri luogotenenti. Segno che il modello Milano è vivo e vegeto. L'ultima è quella di Emiliano. Intervistato da Affaritaliani.it Filippo Penati, l'ex uomo di Sesto San Giovanni, l'ex presidente della Provincia, dopo una sfortunata esperienza che ha tentato di cambiare il corso delle prossime elezioni della sua città natale, dichiara di vedersi vicino ad Emiliano. Secondo i rumors, anche qualcosa di più. Potrebbe andare a coordinare la mozione, come si racconta in giro. In consiglio comunale non è dato sapere che cosa ne pensa Simonetta D'Amico, che si aspettava un ruolo di responsabilità che comunque probabilmente avrà. In ogni caso nel capoluogo si mormora che i primi ad andarsene, se il congresso non porrà dei contrappesi a Renzi ma sarà un plebiscito, saranno proprio i fedelissimi di Emiliano, seguiti da una buona metà della mozione Orlando, che altro non è che l'ex mozione Cuperlo (in buona sostanza).
Ecco, appunto, Andrea Orlando. Sotto la Madonnina si sta muovendo bene, con tanti rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico e bancario. C'è anche Bazoli, ma questo non vuol dire che ci sarà anche Beppe Sala. Il legame non è così diretto e non è così scontato. Anzi. Il segretario del Pd metropolitano Bussolati, intervistato da Affari, si è spinto a dichiarare che Sala alla fine sceglierà Renzi. Intanto anche Renzi guarda la Lombardia e nomina suo vice Maurizio Martina, un ex bersaniano, che venne lanciato proprio ai tempi di Penati. Martina e Matteo Mauri hanno creato di fatto un ticket, e al Lingotto si sono viste molte truppe di Mauri, che sta lavorando con forza sugli ex-Ds. Per quanto riguarda il coordinamento della mozione, gira voce che una delle ipotesi di lavoro vedrebbe Davide Skenderi, presidente dei giovani del Pd, succeduto a Giacomo Marossi, prendere le redini. Sarebbe una scelta giovane, che incontrerebbe ben poche resistenze. A completare il quadro ci sarà il coordinamento nazionale, che Renzi affida a Nannicini.
Andrea Orlando invece sotto la Madonnina ha puntato sull'esperienza di Barbara Pollastrini, parlamentare di lungo corso e ufficiale di collegamento con la rete di Napolitano (a partire da Cervetti, la cui pupilla però, Lia Quartapelle resta renzianissima). Intanto gli orlandiani della prima ora, il gruppo costituito da Carlo Cerami, Laura Specchio, il consigliere Turco, Paolo Zinna si è definitivamente spaccato. Cerami e Specchio, con Ada Lucia De Cesaris, sono passati a sostenere Renzi. Viceversa la mozione Orlando è capeggiata saldamente dal presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolè, molto vicino a Pierfrancesco Majorino, anche se "a dare le carte" pare sia tornata la mitica Balzani, già candidata alle primarie contro Sala e uscita dai radar della politica per un po'. Balzani e Orlando sono amici da anni, ed è logico che l'aspirante segretario si possa affidare a lei per consigli. A coordinare i sindaci della Orlando dovrebbe essere Simone Negri, primo cittadino di Cesano Boscone. A coordinare i consiglieri comunali sono stati chiamati Tosoni e Turco. In queste ore si stanno decidendo comunque tutte le nomenklature e tutti gli appoggi. Ma il percorso sarà lungo. E non necessariamente entusiasmante.
@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it