Milano

Elezioni Regionali Lombardia 2018: Maroni pronto alla lista 4.0

Fari puntati sulla riunione di Ap di oggi. Ma in Lombardia intanto Roberto Maroni pensa ad una "lista del Presidente 4.0". Mentre Parisi pensa a un tridente...

di Fabio Massa

Il movimento c'è, e non è cosa da poco. Il centro in Lombardia, e non solo, dipende fortemente dalle dinamiche che a livello nazionale si appuntano in particolare sulla crisi dell'ex Nuovo Centrodestra, poi diventato Alternativa Popolare, dal quale Angelino Alfano si è di fatto tirato fuori, annunciando la sua intenzione di non ricandidarsi. Oggi, nella riunione che si terrà alle 15, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Milano, si terrà la scissione definitiva. Ma non, come ci si aspettava in un primo momento, con chi vuole andare con il centrodestra (i lombardi in primis) che spaccano per andare ad accasarsi con qualcun altro. Viceversa saranno probabilmente Cicchitto e la Lorenzin ad entrare organicamente nel Partito Democratico o nella sua orbita, con tanto di collegi sicuri. In questo modo Maurizio Lupi avrà vita facile a mettere ai voti la sua mozione "indipendentista", almeno a livello nazionale. Avventura che non è detto che approdi fino alle elezioni, ma intanto è abbastanza per superare lo scoglio del momento. A livello lombardo, invece, l'interlocuzione pare sempre quella con Stefano Parisi, dopo le durezze e rudezze di settimana scorsa. La trattativa c'è, anche se prima bisogna chiarire il destino del coordinatore Alessandro Colucci. Tra Colucci e Parisi pare non corra buon sangue, e questo è elemento da tenere in considerazione. Così come è da tenere in considerazione il fatto che con il centrosinistra con tutta probabilità andrà solo Angelo Capelli. Gli altri tratteranno con Parisi con un occhio alla lista Maroni. Perché?

Perché il governatore, sempre stando ai rumors raccolti da Affaritaliani.it Milano, vuole fortemente una "lista del Presidente 4.0". Il significato? Non seguire assolutamente l'esempio della lista Zaia, e quindi aprirsi davvero alla società civile. Niente politici provenienti da altre esperienze, come Forza Italia. Niente leghisti, che invece dovranno trovare posto nel Carroccio e solo là. Maroni avrebbe dato incarico a Stefano Bruno Galli, che della lista è il regista e il volto indubbiamente più noto, in prima linea nella battaglia del referendum, di cercare nomi di peso a livello di preferenze ma soprattutto a livello di apertura a mondi impermeabili alla politica. Discorsi triti e ritriti, ma validissimi, soprattutto quando - a ridosso delle elezioni - il consenso andrà contato punto a punto, soprattutto se Giorgio Gori dovesse riuscire nel colpaccio di far ritirare Onorio Rosati, per adesso opzione alquanto improbabile. Ma il tempo dirà la verità. Alcuni ipotizzavano addirittura che Parisi potesse essere stato avvicinato per costruire una sorta di "Alleanza per il presidente", insieme proprio alla lista Maroni. Idea accantonata? Forse no, anzi sulla sponda di Energie PER l'Italia  l'interlocuzione va avanti, malgrado - anche qui - le rudezze della scorsa settimana tra l'ex direttore generale di Confindustria e candidato sindaco a Milano, e l'ex ministro dell'Interno. Anzi, alcuni parisiani "avanzati" vedrebbero bene una sorta di tridente, con Lombardia Popolare, Lista Parisi e Lista Maroni. Tre liste, un governatore. Intanto Forza Italia e Lega Nord non stanno a guardare. Con discreti mal di pancia in giro. Del resto, in tempi di candidature collegi e liste, il mal di pancia (e il mal di testa) è d'obbligo.

fabio.massa@affaritaliani.it








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