Milano

Emergenza sfratti, Mirabelli (Pd): "Intervenga il Prefetto"

“In seguito alle notizie diffuse dal Comune di Milano sulla indisponibilità verificata da parte dei proprietari di abitazioni a confermare i contratti, a fronte di una garanzia da parte del Pubblico, alle persone che sono state morose per aver perso il lavoro o per sopravvenute difficoltà economiche, abbiamo chiesto al Prefetto di convocare le parti per garantire che nessuna di queste famiglie sfrattate per morosità incolpevole resti in strada e venga consentito loro il passaggio da casa a casa”. Lo ha affermato il senatore del PD Franco Mirabelli, relatore della Legge 80 sull’emergenza abitativa che, questa mattina, ha incontrato il Prefetto di Milano in merito alla prossima scadenza della sospensione degli sfratti dovuti alla morosità incolpevole. “Si tratta di attivare tutte le iniziative necessarie per utilizzare il milione e mezzo di euro del Fondo per la morosità incolpevole destinat o a Milano e che deve servire a trovare soluzioni abitative per questi casi. – ha ricordato il senatore Mirabelli - Questa è la strada per evitare ulteriori sofferenze a chi ha perso il lavoro, e che oggi non deve restare anche senza casa, e per utilizzare al meglio gli strumenti e le risorse che il Governo ha messo a disposizione per far fronte a questi effetti della crisi”.

Coinvolte nella situazione sarebbero 130 famiglie cui negli scorsi mesi era stata riconosciuta una proroga agli sfratti in quanto morose incolpevoli a causa della perdita del posto di lavoro. I proprietari delle case in affitto non hanno accettato di rivedere i contratti accettando un canone concordato.

LA PREOCCUPAZIONE DI CGIL-SUNIA/ “La  sospensione degli sfratti per morosità incolpevole, prorogati di alcuni mesi, era stata una piccola boccata d’aria per quelle famiglie che vivevano il dramma di finire per strada. Ma a distanza di mesi, nonostante siano stati adottati dei provvedimenti, la situazione non è cambiata: le 130 famiglie individuate sono ancora senza una stabilità abitativa. Le misure emanate si sono arenate: norme troppo strette e poco rassicuranti per i proprietari. Un grave impasse che va risolto. Bisogna cambiare passo. E’ necessario garantire il passaggio da casa a casa  e rivedere quei vincoli troppo restrittivi per  favorire la stipula di contratti a canone concordato, che sono più sostenibili ”. Lo dichiarano Graziano Gorla, segretario generale della Cgil Milano e Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia Milano, a seguito dell’articolo pubblicato questa mattina su Repubblica ‘Emergenza sfratti’ scade la moratoria per 130 famiglie’. ‘Denunciamo da tempo – continuano Gorla e Chiappelli - la grave situazione degli sfratti per morosità colpevole ed avevamo apprezzato lo stanziamento di risorse previsto dal decreto Lupi. Ma è evidente che quel decreto vada rivisto e quei criteri vadano modificati. E che vi sia uno sforzo sinergico da parte di tutte le Istituzioni per affrontare l’emergenza abitativa in generale: chiediamo l’immediata apertura di un tavolo di coordinamento tra Regioni, Comuni, Prefetture e forze sociali per l’utilizzo pieno di tutto il patrimonio pubblico sfitto ed per il rapido utilizzo delle risorse disponibili, anche con integrazioni regionali”. “Non dimentichiamo che al problema degli sfratti delle case private – concludono Gorla e Chiappelli - si aggiungono i lunghi tempi di attesa per l’assegnazione di una casa popolare. Bisogna intervenire anche su questo fronte: &eg rave; necessario un sistema trasparente di assegnazione che elimini le interminabili procedure legate, molto spesso, ad un sistema arcaico di formazione delle graduatorie, che alimenta il fenomeno delle occupazioni abusive. E chiediamo, inoltre, che sia avviata una Riforma delle procedure per l’assegnazione di una casa popolare: un bando aperto tutto l’anno e non ogni due semestri”. ‘A livello nazionale infine – concludono Gorla e Chiappelli – ci sono 16 mila alloggi sfitti che potrebbero essere recuperati e messi a disposizione a canone sociale. Chiediamo  la riduzione ad una sola annualità del finanziamento di 467 milioni oggi ripartito addirittura in 10 anni, oltre, naturalmente, alla riduzione drastica dei tempi burocratici. Il che non sarebbe risoluzione all’emergenza abitativa ma un piccolo sollievo per le tante famiglie in disagio abitatito, anche milanesi”.







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