Milano

Consiglio regionale lombardo, Del Bono: “Lavoriamo in sintonia per una Commissione Garante”

Il Vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Emilio Del Bono, traccia un bilancio sull’anno di Legislatura appena concluso e le sfide del 2025 al Pirellone. “L’Ufficio di Presidenza è a garanzia di un dibattito costruttivo per la Regione e p

di Stefano Marrone

Consiglio regionale lombardo, Del Bono: “Lavoriamo in sintonia per una Commissione Garante”

Un anno di lavori in Regione Lombardia sta per concludersi, è tempo di bilanci. Il Vicepresidente dell’Ufficio di Presidenza, Emilio Del Bono, traccia il suo personale resoconto dell’anno di legislatura appena conclusosi: “In Consiglio si è generato un dibattito utile alla Lombardia e al Paese, ma sono mancate leggi strategiche”. Il già sindaco di Brescia e deputato del Partito Democratico intravede poi le sfide del Pirellone per il 2025: “L’Integrazione del Regolamento del Consiglio Regionale e una Commissione Garante per la fattibilità delle Leggi”. L’intervista. 

Vicepresidente Del Bono, può tracciare un bilancio sull’anno di legislatura appena concluso?

Quest’ultimo anno e mezzo è stato soprattutto contraddistinto da atti ispettivi, mozioni, interrogazioni e interpellanze. Sono invece arrivate poche leggi significative, salvo quella Ordinamentale e le inevitabili Leggi di Bilancio. Ritengo che sia mancato il decollo di un dibattito sulle questioni strategiche, se non nelle sole occasioni di discussione al Bilancio. In ogni caso, il clima è stato costruttivo e ben governato, ad eccezione di qualche momento di confronto più acceso. Al netto di un quadro complessivo in cui mancano leggi strategiche, posso dire che abbiamo creato un clima costruttivo. 

Qual è l’aspetto maggiormente positivo nel lavoro dell’Ufficio di Presidenza?

L’Ufficio ha potuto lavorare in sintonia. L’approccio è stato quello di un lavoro costruttivo, che è necessario in un’istituzione a garanzia del lavoro complessivo di tutto il Consiglio Regionale. Il numero e la qualità dei Consiglieri con cui abbiamo il piacere di lavorare hanno permesso di sviluppare un dibattito politico utile per la nostra Regione, su tematiche che possono fare da laboratorio per l’intero Paese: penso a temi quali il Fine Vita e all’Autonomia Differenziata. Gli spazi per un lavoro efficace ci sono. 

Cosa, invece, ha funzionato meno?

Ovviamente, il fatto che il sistema è sbilanciato sull’esecutivo e non sull’attività legislativa. Un aspetto di cui hanno risentito i lavori di tutto il Consiglio. È necessario che l’Esecutivo si impegni a presenziare maggiormente, così da restituire centralità al lavoro di tutti in Regione. Non servono modifiche attuative o delibere, ma un maggior impegno. Un’altra correzione che non necessita di rivoluzioni è l’impegno a fornire un accesso più rapido di atti e strumentazione ai Consiglieri regionali. 

Qual è la principale sfida del 2025 di Regione Lombardia?

Ci sono due questioni cruciali. La prima è l’Integrazione del Regolamento del Consiglio Regionale, che regola le attività delle commissioni. È un regolamento datato che necessita di modifiche per migliorare l’attività dei Consiglieri. I Capigruppo si sono lasciati a fine attività con l’impegno di affrontare questo nodo. La seconda è, l’istituzione, come già previsto dallo Statuto Regionale, di una Commissione Garante per l’analisi di fattibilità delle Leggi d’Autonomia e delle Leggi di iniziativa popolare. Uno strumento che attendiamo da vent’anni: è necessario un soggetto terzo indipendente sull’ammissibilità che si occupi dei conflitti di attribuzione. 

Perché sono così importanti?

Si tratta ovviamente di due questioni interne ai lavori in Regione, ma al contempo estremamente rilevanti. Viviamo un momento storico in cui le democrazie rappresentative sono un po’ in difficoltà, pertanto si avverte il bisogno di rafforzare le nostre istituzioni con il buon funzionamento delle assemblee elettive. La Lombardia è la più importante Regione italiana, ma è anche un laboratorio di buone pratiche di governo. È importante far decollare il dibattito con due provvedimenti che ne fissino le regole. 







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