Esplosione a Milano, analisi su evidenze: mistero sui tubi di gas
Picco anomalo di gas nel contatore della famiglia di Miacaela Masella, una delle vittime, e Giuseppe Pellicanò, attualmente ricoverato
Continuano serrate le indagini sul caso dell'esplosione di una palazzina in via Brioschi, a Milano, dopo che mercoledì si era saputo dell'individuazione di un picco anomalo di gas nel contatore della famiglia di Miacaela Masella, una delle vittime, e Giuseppe Pellicanò, attualmente ricoverato. Si tratterebbe di alcune 'evidenze', rinvenute sul posto, e su cui sono in corso analisi, ma sulle quali gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Ma ci sono anche nuovi elementi all'attenzione dei periti e degli investigatori che stanno seguendo questo caso.
Tra le ipotesi sulla dinamica dell'esplosione che domenica mattina, in via Brioschi, a Milano, ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre nove, sono emerse alcune indiscrezioni su un 'picco anomalo' nel contatore della famiglia Pellicanò. Quel picco è stato collocato alle "6 del mattino", ma questo elemento andrebbe collocato all'interno di una più ampia finestra di 24 ore. Le analisi sui flussi di gas nei contatori non elettronici, infatti hanno una 'memoria' che ha circa 24 ore. Tra le varie ipotesi che gli inquirenti stanno prendendo in considerazione e su cui stanno facendo accertamenti, secondo quanto riporta l'Ansa, oltre a quella del malfunzionamento di un impianto o di un errore umano, c'è anche quella di un gesto volontario, ipotesi che era stata esclusa nelle prime ore delle indagini dopo la tragedia. Anche in questo caso, però, da quanto è stato riferito, non ci sono elementi che portano a far prevalere questa ipotesi sulle altre.