Milano

Estetista Cinica in Brera, scoppia il caso: "Indegno buffet tra libri antichi"

Redazione

Party di VeraLab tra i fragilissimi tomi della Biblioteca Braidense di Milano, scoppia la polemica. Cristina Fogazzi replica: "Ho pagato ed è pubblicità..."

Estetista Cinica in Brera, scoppia il caso: "Indegno buffet tra libri antichi"

Cristina Fogazzi, alias l'Estetista Cinica, finisce al centro della polemica. Il motivo? Il party da lei organizzato sabato sera per il lancio di un nuovo progetto spagnolo del suo brand VeraLab. Un evento esclusivo a cui hanno preso tra le altre parte dieci importanti influencer spagnole. Il problema? La location scelta, ovvero la Biblioteca Nazionale Braidense della Pinacoteca di Brera.

Estetista Cinica alla Biblioteca Braidense, Milano Segreta attacca: "In quella sala sarebbe proibito anche portare l'acqua"

A lanciare il sasso è stata la pagina Instagram di Milano Segreta: "Ieri è andato in scena uno spettacolo a dir poco indecoroso, anzi, proprio indegno, che non fa onore per nulla a un'istituzione importante come quella di Brera. Ma siccome vedo che nessuno di chi è esposto o addetto ai lavori ha il coraggio di esporsi, lo dico io”, ha scritto in diverse Instagram stories. Apprendo con grande sgomento, incredulo, che ha organizzato una festa per il suo marchio, a Brera. E vabbé, potrà dire qualcuno, paga, fa pubblicità anche al museo, che te frega? No, mi frega eccome".

Quindi il motivo dell'indignazione: "Perché la cena in particolare, è stata allestita all'interno della Biblioteca Braidense. Per chi non lo sapesse o chi non ci è mai stato, per entrare in Braidense agli studenti stessi che necessitano di consultare libri, alle guide turistiche idem e a chiunque abbia bisogno di fare comunque ricerche, è tassativamente proibito mangiare all'interno, e tassativamente proibito anche bere dell'acqua. E tassativamente obbligatorio anche usare guanti bianchi all'interno. Regole giustissime, visto che vorrei ricordare a chi non lo sapesse, che la Braidense ha un patrimonio libraio inestimabile tra i più importanti d'Europa. Ora qualcuno deve spiegarmi, com' è possibile che addirittura si permetta di fare all'interno abbuffate, musica ecc, a letteralmente pochi centimetri dagli antichissimi tomi e dagli scaffali?"

La replica dell'Estetista Cinica: "Ho fatto pubblicità alla Pinacoteca, basta mistificare i luoghi della cultura"

La replica di Cristina Fogazzi, non del tutto a fuoco, è giunta sempre su Instagram: "Ho pagato per stare in una location. Ho pagato sempre per tutto quello che ho fatto, come fa qualsiasi altro brand. Smettiamola con la mistificazione dei luoghi della cultura. Le opere che vedete dentro Brera sono state fatte grazie alla committente privata. Se non lo sapete, i quadri, i grandi dipinti che voi andate a vedere, sono sempre stati prodotti per la committente privata. Tutta la pittura è sempre stata voluta fortissimamente dalla committenza privata anche nelle sue evoluzioni storiche. La Pinacoteca di Brera, inoltre, non è un museo visitassimo in Italia. Ho deciso di portare dieci influencers spagnoli a Brera dicendo ‘Cosi qualche milione di persone in Spagna vede Brera. Menomale che ci sono persone che si arricchiscono col proprio lavoro. Quello che ho me lo sono guadagnato tutto. Non sono ricca di famiglia". Contenuti non falsi in sé ma che sorvolano sul punto della questione: il tema della conservazione, preservazione e tutela di quanto contenuto nella Biblioteca.

Crespi (Pinacoteca Brera): "Festa possibile con la riforma Franceschini"

Come riferisce il Messaggero, il direttore della Pinacoteca, Angelo Crespi, ha spiegato: "Per il party  hanno pagato circa 80 mila euro, più 15 mila a parte per i custodi. I prezzi non li decidono i musei, sono definiti in maniera rigorosa da un regolamento del ministero in base a metri quadri, tipo di spazi, presenza di opere. È dalla riforma Franceschini che la concessione di luoghi in affitto da parte delle istituzioni culturali rappresenta una voce di bilancio per finanziare restauri, conservazione, valorizzazione".







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