Milano

Pastorella (Azione): "Italia Viva? Collaborazione leale ed efficace"

Chiara Pisani

Pastorella: alle elezioni europee "mi aspetto un buon risultato, superiore al cinque per cento"

Pastorella (Azione): "Italia Viva? Collaborazione leale ed efficace"

A livello comunale la collaborazione con Italia Viva "è sempre stata leale ed efficace e l’alleanza funziona molto bene". La vicepresidente di Azione, capogruppo in consiglio a Palazzo Marino dei Riformisti Lavoriamo per Milano con Sala, Giulia Pastorella, raggiunta da Affaritaliani.it Milano, commenta così il rapporto in Consiglio comunale con il partito di Renzi. Con +Europa, invece, la spaccatura è stata molto netta: "Non ho capito le loro scelte in vista di queste elezioni europee..."

A Palazzo Marino Azione e Italia Viva sono ancora nello stesso gruppo consiliare. A livello nazionale, invece, sono due realtà ben distinte. Potrebbe arrivare una rottura?
Al momento non ci sono motivi che lo facciano presagire. A livello comunale la collaborazione è sempre stata leale ed efficace e l’alleanza funzione molto bene. Non dimentichiamoci poi che, a prescindere dagli equilibri interni (3 consiglieri di Azione e 1 di Italia Viva), noi eletti rappresentiamo anche +Europa e le altre forze civiche che hanno contributo nella lista dei Riformisti.

È vero che a livello locale si riescono maggiormente a coinvolgere persone che provengono da realtà politiche diverse?
Non direi, in realtà. Qualche settimana fa, sempre con motivazioni relative alla politica estera e in particolare alla questione Ucraina, sono entrati in Azione una deputata e un eurodeputato eletti con il Movimento Cinque Stelle. Penso per la verità che la nostra attrattività sia ancora più forte a livello nazionale dove possiamo sostenere posizioni terze rispetto a destra e sinistra. Questo è il punto di forza che ci rende attrattivi da entrambi gli schieramenti: il nostro programma e la nostra fermezza di idee attraggono persone che sanno andare oltre le etichette tradizionali.

Federico Pizzarotti ha lasciato +Europa per approdare in Azione. Cosa l'ha spinto a prendere questa scelta?
Partiamo con una doverosa premessa: Pizzarotti non ha lasciato +Europa per iscriversi ad Azione ma, col sostegno di altri dirigenti e attivisti del suo vecchio partito, ha scelto di aderire alla lista elettorale Siamo Europei a cui stiamo lavorando insieme ad altre forze politiche. Nel merito, penso che ognuno possa farsi un’opinione, visto che tutto è accaduto alla luce del sole. C’è stata una spaccatura in merito alle alleanze in vista delle elezioni europee, che ha spinto una parte consistente di +Europa fuori dal perimetro del proprio partito. Io come Calenda sono dispiaciuta di quanto successo perché, dato il mio passato politico, voglio sinceramente bene a +Europa, anche se non ne ho capito le scelte in vista di queste elezioni europee. Quindi credo che il tema non sia "Pizzarotti esce", ma la spaccatura di +Europa su una scelta vitale e strategica come può essere la politica delle alleanze.

Si dice che la lista Stati Uniti d'Europa sia una lista di scopo... Condivide questa opinione?
La soglia di sbarramento è una preoccupazione che abbiamo tutti ed è legittimo cercare ognuno una propria maniera per superarla. Azione preferisce cercare di farlo con un proprio programma e non insieme ad altri soggetti politici che il giorno dopo le elezioni – come ha detto la stessa Emma Bonino – andranno ciascuno per la propria strada, anche in gruppi politici diversi da Renew Europe (come i socialisti). Il nostro progetto, invece, è molto coerente e unitario, nel senso che tutti i soggetti che ne fanno parte afferiscono allo stesso gruppo politico europeo e intendono costruire un percorso insieme post elezioni europee. Sono metodi diversi con cui affrontare una sfida come questa che dati i meccanismi proporzionali permette veramente di misurare il proprio consenso.

Daniele Nahum, ex dem, sarà candidato nella lista "Azione - Siamo Europei". Cosa ne pensa?
Sono molto contenta perché Daniele, oltre ad avere già un’esperienza come collaboratore al Parlamento Europeo, è una persona che porta avanti battaglie che condivido, come quelle per i diritti delle minoranze e sul tema carceri. Sono temi importanti che finora non erano particolarmente presenti all’interno del dibattito in Azione. Sono fiera delle motivazioni che l’hanno portato a venire da noi. Come ha riconosciuto lui stesso, Azione è stata una delle poche forze politiche ha sempre tenuto una linea equilibrata ma netta sia sul sostegno all’Ucraina che sulla guerra a Gaza, condannando le scelte politiche di Netanyahu, pur senza mai giustificare gli atti di Hamas, che per noi rimane un'organizzazione terroristica e come tale va trattata.

La comunità musulmana di Milano ha annunciato l'intenzione di costruire una grande moschea in via Esterle. Sarebbe d'accordo?
A livello di principio, perché no? Una moschea è un luogo di preghiera di culto. Deve essere un luogo vivo e aperto alla comunità, che deve integrarsi con il tessuto sociale per evitare che possa diventare uno spazio di radicalizzazione, invece che un tranquillo luogo di preghiera. Come per ogni altra attività bisognerà verificare che i termini di legalità vengano rispettati e mi aspetto che l’amministrazione comunale sappia fornire supporto in questo, individuando una zona consona, che non crei disequilibri ma sappia dare valore a tutta la comunità.

Qual è il suo auspicio per le europee?
Mi aspetto un buon risultato, superiore al cinque per cento. Non è una questione di trovare i pacchetti di voti come fanno altri ma è una questione di convincere fino alle fine le persone.







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