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Europee, Salini (FI): "Il voto utile resta quello al Ppe"
Massimiliano Salini

Europee, Salini (FI): "Il voto utile resta quello al Ppe"

"Il voto utile resta quello al Ppe. Se vuoi che un emendamento sia approvato dal Parlamento, il modo più sicuro è assegnarlo nelle mani di un esponente di Forza Italia". Massimiliano Salini, europarlamentare dal 2014, si ricandida anche in questa tornata di elezioni europee. "In questa legislatura all'Europa è mancata l'intelligenza richiesta per perseguire obiettivi ambiziosi" spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. "I peggiori nemici della mobilità elettrica sono quelli che la impongono per decreto". Salini analizza anche lo stato di salute positivo di Forza Italia. Nelle liste ci sarà Letizia Moratti, ma non Gabriele Albertini e nemmeno Roberto Formigoni: "Il segreto di Antonio Tajani è stato quello di insistere sulla realtà e non sulla politica. Adesso servono candidati in grado di far capire agli elettori che il Ppe è il partito che porta a casa risultati e non vende conferenze stampa".

Salini, il centrodestra arriva a queste elezioni con i tre partiti principali che siedono in Europa in tre gruppi diversi.

Forza Italia è ripartita guardando a quello che succede nella realtà, ascoltando imprese e associazioni e cercando di cogliere le istanze, fidandosi del fatto che se tratti bene le urgenze tratti bene anche il partito, definendo criteri di riorganizzazione. Chi andrà meglio tra Forza Italia e Lega è un problema che non interessa nessuno. A noi interessa la coerenza con la realtà, non solo gli equilibri del centrodestra.

Su Ursula Von der Leyen si consumerà lo scontro finale?

Intanto spero che qualcuno faccia capire a Matteo Salvini che 'cannoneggiando' Von der Leyen ogni giorno otterrà il risultato di rafforzare il suo profilo. Aldilà di questo, noi per primi all'interno del Ppe abbiamo aperto un dibattito solido sulla candidatura di Von der Leyen segnalando punti di domanda che restano aperti. Nessuno può dire con certezza che sarà lei la prossima presidente della commissione europea. Sicuramente è la candidata che abbiamo individuato ma in una formula che non dà nulla per scontato.

Intanto Giorgia Meloni e i conservatori si sono avvicinati ai popolari. Sarà il nuovo asse?

Noto con piacere che i conservatori, insieme a Giorgia Meloni, stanno perseguendo la strada di un rapporto costruttivo con il Ppe, anche se questo da un lato lì costringe un po' a rimanere nel mezzo del guado politicamente parlando visto che non possono stringere rapporti con gruppi particolarmente anti-europeisti. Come primo gruppo avremo ancora il Ppe e poi i socialisti. Il terzo posto sarà conteso tra Renew Europe e i partiti iper sovranisti di Identità e Democrazia. Il prezzo che i conservatori pagano nella relazione con il Ppe li costringe a una marginalità nel dibattito parlamentare di cui gli elettori devono tenere conto.

Le differenze tra i vari gruppi sono insormontabili?

Ci sono differenze forti e culturali. Il Ppe della persona per arrivare alla nazione. Questo fa la differenza nell'impianto delle politiche che proponi e lo vediamo anche nel dibattito parlamentare. Sono questioni che non si possono trascurare. Lo Stato è al servizio della persona e non il contrario. Ci sono forme di nazionalismo che contraddicono questo principio ed è bene che vengano arginate. Tajani fa bene a marcare la differenza quando i toni superano la misura.

In lista con Forza Italia ci sarà anche Letizia Moratti.

Forza Italia sta costruendo liste con nomi importanti e io sono contento di questo. I candidati di cui ha bisogno Forza Italia dovranno raccontare in modo costante la nostra proposta e il lavoro che si è fatto e che potremmo fare stando nel gruppo politicamente più forte. Non serve scrivere il proprio cv ma parlare dell'utilità del voto al Ppe, il partito che porta a casa i risultati.

Albertini ha fatto sapere che non sarà della partita. E Formigoni?

L'ho incontrato questo fine settimana e nei giorni precedenti avevo affrontato l'argomento anche con Tajani. Mi hanno comunicato la decisione di Formigoni di non candidarsi ma di mettersi a disposizione del Ppe, la sua famiglia politica. Non dimentichiamo, infatti, che Formigoni è stato protagonista della storia del Ppe in Italia, generando soluzioni in Lombardia che hanno fatto l'agenda politica del Ppe nel nostro Paese. Mi ha confortato, parlando con lui, sapere che ci darà una mano a capire in che modo dare corpo e trasferire la nostra posizione culturale dentro le sfide del presente con soluzioni politiche perseguibili. Sarà presente senza avere l'ossessione di un posizionamento all'interno della competizione sulla raccolta del consenso, una cosa molto bella.

Cosa non ha funzionato nella passata legislatura europea?

È mancata l'intelligenza necessaria a perseguire determinati obiettivi. Noi come Ppe e Forza Italia non abbiamo mai chiesto di ridurre le ambizioni su temi sociali e ambientali. Contrastiamo il fatto che per arrivare a dei risultati ci si permetta il lusso di imporre delle tecnologie con cui raggiungerli, limitando la libertà di espressione di talento delle nostre imprese. Il rischio è quello di perdere su tutti i fronti, sia su quello della competitività sia su quello della sostenibilità. In Europa siamo diventati tra i più sostenibili al mondo perché qui il mercato funziona bene. Non servono indicazioni dall'alto modello Unione sovietica. Semmai occorre fiducia nei confronti della libera competizione tra soggetti che generano indotto e qualità. 

In particolare l'automotive soffre per la mancanza di neutralità tecnologica.

I peggiori nemici della mobilità elettrica sono quelli che la impongono per decreto. Nel momento in cui la trasformi in una sorta di monopolio tecnologico l'investitore smette di avere il problema di innovare e arriviamo al paradosso di favorire tecnologia che non fa bene all'ambiente. Il mercato elettrico cinese è quello che inquina di più al mondo. E poi c'è anche un tema industriale: abbiamo soluzioni sostenibili in Europa col motore endotermico che ha le stesse performance ambientali del motore elettrico. Così si salva una filiera industriale.


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