Milano
Ex calciatore ucciso, confermato ergastolo per madre e figlio
Il movente del delitto è da ricondurre ad un prestito di denaro non restituito. Nel corso del processo la madre aveva cercato di far scagionare il figlio
Ex calciatore ucciso, confermato ergastolo per madre e figlio
Confermata dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano la condanna all'ergastolo per Antonietta Biancaniello e Raffaele Rullo, madre e figlio, accusati di aver ucciso e poi sciolto nell'acido l'ex calciatore Andrea La Rosa tra il 14 e il 15 novembre 2017. Per Rullo, la Corte d'Assise di Milano ha anche aggiunto l'isolamento diurno per sei mesi. I due imputati erano accusati di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, reati a cui si aggiungeva il tentato omicidio della ex moglie di Rullo, per riscattare una polizza assicurativa da 150mila euro (tentativo risalente ad appena un mese prima, il 5 ottobre del 2017): oggi hanno assistito all'udienza in videoconferenza.
La condanna in primo grado era stata pronunciata dalla Corte d'Assise il 13 maggio del 2019. Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla pm Maura Ripamonti con l'Aggiunto, Eugenio Fusco, puntavano a dimostrare che l'omicidio era stato progettato da tempo attraverso la ricerca ed il reperimento dei materiali per uccidere e far scomparire il cadavere. La sera del 14 novembre, Rullo ha attirato la vittima a casa della madre a Milano, con la scusa di presentargliela. Poi, con l'inganno, i due indagati gli hanno somministrato sostanze narcotizzanti per indurlo in uno stato di incoscienza. Successivamente lo hanno portato nelle cantine di Via Cogne 20, nel quartiere periferico di Quarto Oggiaro, dove lo hanno messo all'interno di un bidone di metallo. Sul corpo hanno quindi versato 6 flaconi di acido cloridrico e hanno sigillato il fusto con il nastro. L'azione combinata dell'inalazione dei fumi dell'acido e del confinamento all'interno del bidone, stando ai rilievi, erano stati la causa del decesso di La Rosa.
Sul corpo erano state inferte ulteriori coltellate, al collo, quando pero' la vittima era gia' morta. Nel corso delle attivita' investigative, un mese dopo, il 14 dicembre del 2017, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano hanno fermato Antonietta Biancaniello, la madre, mente era alla guida della sua auto con all'interno il bidone contenente il cadavere: la donna stava portando il fusto in un box di Seveso, dove erano gia' stati predisposti 24 flaconi di acido che avrebbero distrutto in modo definitivo del cadavere. In primo grado era stato confermato che il delitto e' stato lungamente panificato e che il movente fosse da ricondurre ad un prestito di denaro non restituito a La Rosa, consistente in 30mila euro, piu' altri 8mila euro che la vittima aveva portato con se' la sera del delitto e che avrebbe dovuto prestare agli indagati. Inoltre, Rullo, con la commissione del delitto, oltre ad eliminare un creditore, aveva ottenuto il risultato di eliminare un testimone delle sue truffe assicurative. Nel corso del processo inoltre la Biancaniello, ora 60enne, aveva tentato di accollarsi tutta la responsabilita' dell'omicidio, nel tentativo non riuscito di scagionare il figlio. Le motivazioni della sentenza di secondo grado sono previste in 60 giorni.