Milano
Omicidio La Rosa: i dettagli sulla morte dell'ex calciatore sciolto nell’acido
Il pm svela i dettagli raccapriccianti della morte dell'ex calciatore del Brugherio, Andrea La Rosa, il cui cadavere è stato rinvenuto in un di benzina
Ex calciatore sciolto nell'acido: ricostruiti i dettagli della morte di Andrea La Rosa
Il pm Maura Ripamonti indugia su alcuni aspetti della morte di Andrea La Rosa sottolineando, tra le altre cose, che "gli hanno tagliato il collo" ed e' deceduto "in un bidone respirando acido" e i familiari dell'ex calciatore lasciano in lacrime l'aula dove si sta celebrando il processo a carico di Raffaele Rullo e della madre Antonietta Biancaniello. E' lunga e non risparmia dettagli raccapriccianti la requisitoria del pm Ripamonti che sta ricostruendo, affiancata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, la vicenda dell'ex giocatore del Brugherio di 35 anni trovato morto nel dicembre del 2017 in un fusto di benzina nel bagagliaio dell'auto della Biancaniello accusata, assieme al figlio, di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e soppressione di cadavere.
"L'hanno prima sedato e poi messo da vivo nel bidone, volevano tagliargli lagola e nella loro crudelta' non sono riusciti, pero', a sgozzarlo, cosi' e' morto la' dentro per asfissia dopo aver respirato i vapori dell'acido con cui hanno cosparso il corpo". Il cadavere di Andrea la Rosa è stato ritrovato in un fusto di benzina un mese dopo il decesso. Ci fu un "movente economico" alla base dell'omicidio, secondo il pm, commesso da Rullo che si definiva suo "amico" e dalla madre, che si e' accollata "tutta la colpa solo per proteggere il figlio"
Il solo Rullo risponde anche del tentato omicidio della moglie, episodio a cui i magistrati hanno dedicato la prima parte del loro intervento. Stando alla loro ricostruzione, Rullo avrebbe messo in scena "una rappresentazione scenografica" per far apparire che la moglie Valentina abbia tentato di suicidarsi. Il tentativo di suicidio invece sarebbe stato "costruito a partire da luglio quando Rullo fece delle ricerche in internet su come tagliare le vene". "Siccome e' un truffatore - ha argomentato il pm Ripamonti - prima fa delle ricerche su come ammazzarla, poi sottoscrive una polizza in caso di morte della moglie. Rullo, che ha continue relazioni extraconiugali e si sente vessato dalla moglie, vuole liberarsi di lei e la polizza e' un accessorio che viene dopo". La donna, che lavora come infermiera, ha sempre negato a medici e inquirenti di aversi voluto togliere la vita. A dimostrazione della sua tesi, il pm ha anche detto che "e' implausibile che un'infermiera si sia tagliata le vene in modo sbagliato, longitudinalmente e non perpendicolarmente".
Omidicio La Rosa: chiesto l'ergastolo per Raffaele Rullo e Antonietta Biancarello
Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Maura Ripamonti hanno chiesto di condannare all'ergastolo Raffaele Rullo e la madre Antonietta Biancaniello accusati di avere ucciso il calciatore Andrea la Rosa, scomparso il 14 novembre 2017 e ritrovato morto in un fusto di benzina nel bagagliaio dell'auto della donna un mese dopo. "Sono stati delitti atroci", ha detto Fusco al termine della requisitoria, sottolineando che nessuno dei due imputati merita laconcessione delle attenuanti generiche. Per Rullo e' stato chiesto anche l'isolamento diurno in carcere di 12 mesi, per la madre di 10 mesi.
Omidicio La Rosa: la Bianchello seguiva Rullo in tutte le sue follie
Durante la sua requisitoria nel processo sull'omicidio del calciatore Andrea la Rosa, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco si e' soffermato sul rapporto tra i due imputati, la madre Antonietta Biancaniello e il figlio Raffele Rullo. "E' il classico rapporto in cui una madre consente tutto a suo figlio - ha affermato - sa della relazioni extraconiugali del figlio e va a a fare le pulizie a Darla (una delle donne con cui Rullo aveva un rapporto fuori dal matrimonio, ndr), cerca di mettere pace tra figlio e nuora, ma a un certo punto capisce che e' a un punto di non ritorno. E' il 5 ottobre (giorno di quella che, secondo l'accusa, e' la messinscena del finto suicidio della moglie di Rullo) e deve essere congegnato un piano per dare ai carabinieri la finta percezione che si era di fronte a un tentato suicidio". Madre e figlio "procedono in modo analogo sia per il finto suicidio che per l'omicidio di la Rosa: cercano di precostituirsi le prove che allontanino i sospetti da loro due e, in particolare, Rullo deve essere tenuto fuori. Cosi' la madre racconta un'autentica fiaba nella sue dichiarazioni spontanee". "la madre - aveva detto in un precedente passaggio della requisitoria il pm Ripamonti - segue il figlio in tutte le sue follie ed era disponibile ad assumersi tutte le responsabilita', anche se lo fa in maniera maldestra e le sue versioni non reggono. C'e' una frase che riassume tutta questa storia ed e' quella che pronuncia Antonietta alle nipoti durante un colloquio in carcere, sollecitata dalle ragazze ad aiutare Raffaele Rullo: 'Come ogni volta, lo tirero' fuori io'".