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Milano
Ex Scali ferroviari: scoppia la guerra delle archistar
Scali ferroviari dismessi a Milano

Chiamatela, se volete, la guerra delle archistar: come raccontato da Affaritaliani.it, dal 15 al 17 dicembre Fs Sistemi urbani, Comune e Regione promuovono un "laboratorio" sul futuro degli ex scali ferroviari, con l'elaborazione di cinque possibili scenari per Farini, Porta Genova, Porta Romana, Rogoredo, Greco-Breda, Lambrate e San Cristoforo affidate ad altrettanti architetti ed ai loro studi, ovvero Stefano Boeri (studio Sba), Benedetta Tagliabue (Embt), Francine Houben (Mecanoo), Ma Yansong (Mad Architects) e Cino Zucchi (Cza).

Contro la scelta dei cinque, si leva ora la voce di 28 architetti escusi, che hanno redatto un vero e proprio appello sugli scali ferroviari milanesi, contestando il metodo di Fs, Comune e Regione. Tra i firmatari ci sono Alberico Belgiojoso, Carlo Bertelli, Jacopo Gardella, Vittorio Gregotti, Rolando Mastrodonato, Guido Morpurgo e Maria Cristina Treu. Che, sottolineando l'interesse pubblico legato alla riqualificazione degli scali e rifacendosi alla delibera di indirizzo approvata in consiglio in cui si parla di "ricorso a processi concorsuali per i masterplan delle aree principali", commentano: "È dunque impropria la procedura scelta da Fs Sistemi urbani in collaborazione con il Comune, quando propone che a cinque team multidisciplinari, guidati da architetti di fama internazionale, sia affidata su incarico diretto la proposta di cinque scenari di sviluppo urbano. È una procedura in contraddizione con quanto appena deliberato dal Consiglio comunale".

Forza Italia, ed in particolare il capogruppo a Palazzo Marino Gianluca Comazzi, attacca: "Il Comune parte molto male. L’amministrazione sbaglia se pensa di gestire la partita degli scali coinvolgendo i soliti amici elitari del Pd come Boeri e tagliando fuori il resto della città. Il Consiglio comunale ha appena approvato la delibera di indirizzo in cui si parla di trasparenza e il sindaco Sala ci ha messo la faccia. Spetta a lui ora ritirare gli incarichi e iniziare un vero e trasparente percorso di coinvolgimento". E, come riporta il quotidiano Il Giorno, il Movimento Cinque Stelle ha depositato una interrogazione su modalità e costi della tre giorni di dicembre. Da Palazzo Marino la replica è stata che i cinque studi daranno contributi utili nell'ambito di un percorso più ampio che prevede altre iniziative.

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