Expo, Atm, Arexpo, Navigli Lombardi: i "problemi" della Corte dei Conti
La relazione di fine anno della Corte dei Conti fa le pulci al Comune di Milano sulle società partecipate. Il verdetto? A luci e ombre
di Fabio Massa
Promossa ma con riserva, oppure bocciata in modo lieve (a seconda delle interpretazioni politiche). La Corte dei Conti, nella sua deliberazione del 21 dicembre 2016, numero 419, fa le pulci al Comune di Milano e conclude - secondo l'atto visionato da Affaritaliani.it Milano - con un invito: "a esplicitare in modo maggiormente puntuale le azioni di razionalizzazione programmate, nonché i risultati conseguiti; a monitorare la situazione economico-patrimoniale delle società partecipate, anche in liquidazione (ogni riferimento ad Expo pare puramente voluto, ndr); a proseguire l'attività di riconciliazione dei residui attivi e passivi iscritti nella contabilità dell'ente con i debiti e i crediti presenti nei bilanci delle società partecipate".
All'interno della relazione, lunga 19 pagine fitte fitte, ci sono molte informazioni interessanti. Per esempio, la storia di AFP Spa, le farmacie milanesi. AFP Spa è partecipata al 20 per cento del Comune e all'80 per cento dalla società Admenta Italia. Scrive la Corte dei Conti: "Il piano prevedeva generiche operazioni di valorizzazione delle quote azionarie detenute. La relazione, tuttavia, non ha esposto i risultati conseguiti". Relazione lacunosa anche perché non si capisce bene come il Comune ha sovrapposto dati di Arexpo a quelli delle Farmacie, e quindi si è capito poco. Comunque, pare che le farmacie milanesi stiano andando bene: il valore della quota del Comune passerebbe da 270mila euro a 733mila euro. Un vero e proprio boom che nel 2017 dovrebbe sfondare gli 1,2 milioni di valore. Un miracolo? Chissà.
Altra questione, quella riguardante Arexpo. Qui la Corte dei Conti insiste sul fatto che Arexpo, non avendo dipendenti al 2014, sarebbe tra le società da tagliare. Tuttavia Arexpo ha "aumentato il fabbisogno di personale" a partire dal primo maggio 2016, poiché ha riacquisito le aree da Expo 2015 e poiché deve quindi "ottemperare a tutta una serie di oneri connessi alla manutenzione e alla gestione". La Corte dei Conti rinvia all'esame dei successivi rendiconti "la situazione economico-patrimoniale della società, con particolare riferimento ai rapporti finanziari con l'ente socio". Su Expo, invece, la Corte dei Conti "giudica" Beppe Sala. Scrivono i giudici contabili: "Il patrimonio netto di inizio liquidazione assume valore negativo (per 23,69 milioni)" ma "il patrimonio netto prima dell'inserimento delle future spese di liquidazione risulta invece positivo per 20,53 milioni di euro". In pratica, se ognuno dei soci non ci mette la sua parte "il patrimonio netto diverrà effettivamente negativo solo se la procedura si realizzerà senza contributi da parte dei soci".
Interessanti sono poi le posizioni di altre società. Per esempio, la Navigli Lombardi Scarl - società a più riprese sotto la lente d'ingrandimento di Regione Lombardia che ne è dominus - partecipata dal Comune di Milano al 10 per cento, risulta ancora sotto verifica da parte del socio di maggioranza. Intanto alcuni soci pubblici scappano: escono Provincia di Pavia, Camera di Commercio di Pavia e Città Metropolitana di Milano. Che cosa succederà adesso? Incognita aperta. Una bacchettata da parte della Corte dei Conti arriva poi in particolare ad ATM e SEA. La prima ha 14 partecipazioni societarie, la seconda 10 (poi c'è MM con due partecipazioni societarie): andrebbero razionalizzate. Si scopre poi che Atm sta anche vendendo immobili per 71mila metri quadri, dopo aver venduto GuidaMI ed essere quindi uscita definitivamente dal settore del car sharing.
@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it