Milano

Expo, Pace ammette fatture false: "Ma Cosa Nostra non c'entra nulla"

Infiltrazioni mafiose a Expo: la Dia replica alle parole di Roberto Maroni, che aveva riferito di un 'via libera' dato a Fiera su Dominus

Nessun nulla osta in chiave antimafia e' mai arrivato dalla Dia di Milano nei confronti di Dominus, la societa' a cui Nolostand spa, controllata da Fiera spa, aveva subappaltato anche dei lavori per Expo 2015. E' quanto emerge in ambienti giudiziari in relazione all'inchiesta che ha portato l'altro ieri a 11 arresti per presunte infiltrazioni mafiose nell'ente fieristico e nella costruzione di padiglioni e altre strutture messe in piedi per l'Esposizione Universale. Il dato sembrerebbe smentire quanto dichiarato da Roberto Maroni che ai giornalisti aveva riferito di un "via libera" ricevuto da Fiera, di cui la Regione e' azionista, anche dalla Dia. Il nulla osta, viene spiegato da fonti giudiziarie, non poteva essere dato per una 'dimenticanza' alla base dei controlli: ne' la societa' Expo ne' la Fiera inserirono Dominus, la societa' amministrata di fatto da 2 degli arrestati sospettati di contiguita' con la mafia, in Si.Prex, la piattaforma informatica delle imprese operanti in Expo 2015. Dominus sarebbe stata inserita solo in un generico elemento cartaceo inviato da Fiera spa alla Prefettura e, per conoscenza, alla Dia e all'Autorita' Nazionale Anticorruzione, il 16 maggio 2014. La lista comprendeva 216 fornitori abituali della Fiera che potenzialmente avrebbero potuto essere utilizzati per i lavori in Expo e quindi da sottoporre ai controlli antimafia. Ma, appunto, il controllo antimafia con l'eventuale via libera sarebbe scattato solo dopo l'inserimento del nominativo dell'impresa, in questo caso Dominus, nella piattaforma Si. Prex. Un passaggio che non venne fatto nonostante Dominus fosse passato da 'potenziale' a concreto fornitore di lavori per Expo. Inoltre, si e' appreso che il 30 luglio 2015 il Gicex (il gruppo centrale interforze per Expo 2015) comunico' alla Prefettura di Milano e, per conoscenza, alle forze dell'ordine, la presunta vicinanza ad ambienti mafiosi di Giuseppe Nastasi, uno degli arrestati amministratori di fatto di Dominus.

NASTASI: NESSUN COLLEGAMENTO CON LA MAFIA - "Con i miei pregi e i miei difetti sono un imprenditore e non voglio essere collegato a contesti mafiosi". E' quanto avrebbe detto Giuseppe Nastasi, l'amministratore di fatto del consorzio Dominus che ha eseguito lavori per Fiera Milano e per i padiglioni dell'Expo, nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Milano. Lo ha riferito il suo legale, l'avvocato Leonardo Tammaro.

PACE: AMMETTO FATTURE FALSE, MA COSA NOSTRA NON C'ENTRA - Diro' tutta la verita', perche' non ho niente da nascondere, ammetto di aver provato a intascare circa 700mila euro attraverso false fatture e mi e' andata male, ma Cosa Nostra non c'entra nulla". Cosi' Liborio Pace, arrestato nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Milano su presunte infiltrazioni della mafia nei lavori di Fiera Milano e per l'Expo, si e' difeso davanti al gip Maria Cristina Mannocci nell'interrogatorio di garanzia di stamani nel carcere milanese di Opera. Pace, difeso dal legale Daniel Sussman Steinberg, accusato di associazione per delinquere e riciclaggio con l'aggravante di aver favorito la mafia, ha ammesso le operazioni inesistenti attraverso 700mila euro di fatture false, ma ha escluso infiltrazioni mafiose nel consorzio Dominus. Inoltre, ha negato di aver consegnato soldi ad esponenti di Cosa Nostra, ma solo "20mila euro ad un amico per il matrimonio".

MARONI: "FIERA EBBE VIA LIBERA SU DOMINUS DA DIA, ANAC E PREFETTURA" - Questo quanto aveva dichiarato Roberto Maroni a margine del processo che ieri lo ha visto in aula come imputato relativamente ai viaggi a Tokyo di una delegazione-Expo: "Ho chiesto alla Fiera e mi hanno confermato di avere avuto il via libera su Dominus dalla Dia di Milano e anche da Prefettura e Anac". Oltre alla replica di Cantone, anche quella della Procura, che ha giudicato "storicamente inesatta" la circostanza riferita dal governatore. Che insiste, riferendosi alla Dia come una  "istituzione che queste cose le sa fare bene, di più francamente non vedo che altro avrebbe potuto fare Fiera. Il problema è che nonostante questi controlli, se accadono queste cose, bisogna fare qualcosa di più. Per questo ho voluto istituire Arac in Regione. I controlli non bastano mai".

SEQUESTRATO CONTANTE PER 1,8 MILIONI DI EURO - Nel frattempo, ieri gli inquirenti hanno rintracciato e messo sotto sequestro un milione e 800mila euro, frutto del nero prodotto da evasioni fiscali, appropriazioni indebite e riciclaggi commessi dalla galassia ruotante attorno al consorzio Dominus scarl. Il denaro sarebbe prevalentemente riconducibile, come rivela il Corriere, a due degli arrestati, Giuseppe Nastasi e Massimiliano Giardino. Già altri 900mila euro erano stati precedentemente sequestrati, con una prima operazione, nell'ottobre 2015, quando l'avvocato di Enna Danilo Tipo fu trovato con a bordo della propria auto il contante mentre stava tornando in Sicilia: soldi inviati da Liborio Pace prima di una perquisizione della GdF nei suoi confronti. Altri soldi erano stati sequestrati a Nastasi. Ma si cerca anche all'estero, con rogatorie in banche di Lichtenstein, Slovacchia, Slovenia. Una delle ipotesi al valgio è che parte dei soldi provenienti dal Nord siano poi stati investiti in Sicilia nel business dell'energia rinnovabile, in cui era attivo Giardino.

 

 







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