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Milano
Expo, per Sala cambia l’accusa. Ma non la sostanza: non c’è nulla
Beppe Sala

Expo, per Sala cambia l’accusa. Ma non la sostanza: non c’è nulla

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, gia' a processo per l'accusa di falso, e' indagato anche per concorso in abuso d'ufficio per la vicenda del capitolo 'verde' dell'appalto per la Piastra dei Servizi di Expo. L'originaria accusa, poi stralciata, per questo capitolo, era di concorso in turbativa d'asta. 

Nell'atto di chiusura delle indagini notificato oggi al sindaco Sala, i sostituti procuratori generali Enzo Calia e Massimo Gaballo hanno quindi 'cambiato' l'accusa a Giuseppe Sala da 'turbativa d'asta', ipotesi contestata nei mesi scorsi, ad 'abuso d'ufficio'. In sostanza, all'allora commissario di Expo viene contestato di avere assegnato la fornitura degli alberi attraverso un affidamento diretto quando avrebbe dovuto farlo attraverso una gara.

Non e' piu' accusato invece di avere scorporato dalla gara principale della Piastra la parte sugli alberi su pressione dei politici lombardi per agevolare i vivaisti della regione. Per l'altra accusa di falso ideologico e materiale relativa a due verbali retrodatati, Sala verra' processato col rito immediato.
 

Collegio difensivo del sindaco: iniziativa anomala e persecutoria 

Oggi è stato notificato il decreto che dispone il giudizio immediato richiesto dal Sindaco Sala per porre fine a questo ormai pluriennale tentativo della Procura generale di individuare delle ipotesi di reato nell’attività che lo stesso ha svolto come AD di EXPO 2015, portando a termine un compito che a molti pareva destinato all’insuccesso. L’udienza è stata fissata per il giorno 20 febbraio 2018.

Pochi minuti dopo la notifica del decreto, è stato notificato dalla Procura Generale di Milano un avviso di conclusione di indagini sempre riferite all’appalto della c.d. “Piastra” di Expo 2015. Questa volta è contestato al Sindaco Sala un reato sino ad oggi mai ipotizzato nei suoi confronti, cioè l’abuso d’ufficio.

Questa iniziativa della PG di Milano si pone in evidente contraddizione con i giudizi che ANAC, Avvocatura dello Stato e la stessa Procura della Repubblica di Milano hanno precedentemente formulato, apparendo anomala al punto da sembrare persecutoria. È un’iniziativa che offre una ulteriore dimostrazione delle difficoltà e degli ostacoli che, in questo Paese, incontra chiunque si trovi ad eseguire, nel rispetto della legge e in un tempo definito, un importante progetto pubblico, facendo affidamento sulle valutazioni delle Autorità dello Stato competenti.

Riepilogando velocemente i termini processuali della questione, occorre ricordare che le indagini iniziate nel 2014 dalla Procura della Repubblica di Milano erano state da questa concluse con una richiesta di archiviazione.

La Procura Generale di Milano, tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, aveva avocato a sé le indagini e, nel giugno di quest’anno, aveva inviato un primo avviso di conclusione delle medesime, con il quale si contestava al Sindaco Sala un’ipotesi di turbativa della gara d’appalto della c.d. “Piastra”. Dopo il deposito avvenuto a fine luglio 2017 della memoria difensiva, la Procura Generale, nel settembre dello stesso anno, ha stralciato l’ipotesi di reato della turbativa d’asta.

Oggi, con stupore, ci troviamo di fronte a un’ennesima rilettura dei fatti operata dalla Procura Generale. All’alba del 2018, per fatti risalenti al 2012, come detto già oggetto di numerosi scrutini da parte di varie Autorità dello Stato, si giunge ad ipotizzare un nuovo reato, ancora una volta del tutto scollegato dalla realtà dei fatti.

Avv. Salvatore Scuto Avv. Stefano Nespor

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