Milano
Expo, procura generale: condannare Sala a 1 anno e 1 mese di carcere per falso
Per la Procura, il sindaco di Milano non è credibile quando minimizza
Expo, procura generale: condannare Sala a 1 anno e 1 mese di carcere per falso
La Procura Generale ha chiesto di condannare a un anno un mese di reclusione il sindaco di Milano Giuseppe Sala per l'accusa di falso materiale e ideologico maturata nell'inchiesta sulla cosiddetta 'Piastra di Expo', l'appalto per costruire l'infrastruttura di base su cui poi sarebbe sorta l'Esposizione Universale del 2015. "Il reato - ha spiegato il sostituto pg Massimo Gaballo - e' documentalmente provato". Il primo cittadino avrebbe falsificato due verbali nelle sue vesti di amministratore delegato e commissario straordinario della societa' Expo, in concorso col suo allora 'braccio destro' Angelo Paris. Secondo l'accusa, i due imputati avrebbero retrodatato di 13 giorni i due verbali relativi alla commissione aggiudicatrice della gara sulla 'Piastra' per non dover rifare la gara e mettere cosi' a rischio l'inaugurazione di Expo.
"Sala non e' credibile quando cerca di minimizzare il problema che invece era grave perche' poteva pregiudicare la realizzazione dell'evento". E' un passaggio della requisitoria del sostituto pg Massimo Gaballo nella requisitoria che ha portato alla richiesta di condannare il sindaco di Milano Giuseppe Sala a un anno e un mese di carcere per falso ideologico e materiale. La stessa pena e' stata sollecitata per il suo allora 'braccio destro' Angelo Paris, che risponde in concorso dello stesso reato. Per entrambi, il pg ha chiesto il riconoscimento delle circostanze generiche equivalenti alle aggravanti. "E' provata al di la' di ogni ragionevole dubbio - ha affermato il magistrato - la decisione di retrodatare gli atti per rendere sanabile la procedura di gara" relativa all'assegnazione dell'appalto per costruire la 'Piastra di Expo', poi vinta con un maxi ribasso dalla societa' Mantovani. Nel suo interrogatorio in aula, Sala aveva sostenuto di non avere mai avuto "la consapevolezza della retrodatazione dei verbali", acquisita solo dopo essere stato indagato. Inoltre, l'allora ad di Expo aveva evidenziato che il suo agire, in generale, era stato dettato dalla volonta' di non perdere tempo visto lo stato di arretratezza dei lavori in vista dell'evento.
Pg, falso di sala non è stato innocuo
Nella sua requisitoria al processo che vede imputato anche Giuseppe Sala, il sostituto pg Massimo Gaballo e' entrato anche nel vivo di uno degli argomenti che la difesa portera' per chiedere l'assoluzione del sindaco, il cosiddetto 'falso innocuo'. Un falso, cioe', che non avrebbe inficiato la regolarita' della gara per l'assegnazione dei lavori per la 'Piastra di Expo'. "In quanto reato di pericolo, il reato di falso - ha argomentato il pg - e' innocuo quando e' astrattamente inidoneo a ledere i beni tutelati". In questo caso invece sarebbero stati 'messi in pericolo' i beni giuridici 'protetti' dalle norme: "la tutela della fede pubblica e il buon andamento della pubblica amministrazione". Inoltre, "e' un reato a dolo generico, quindi e' irrilevante la finalita' perseguita da chi lo commette". In sostanza, per il magistrato Sala e' colpevole "anche se non aveva intenzione di nuocere". Gaballo ha fatto riferimento anche alla "fiducia che la collettivita' ripone" negli atti prodotti dalla pubblica amministrazione.
"Il problema delle incompatibilita' - ha aggiunto Gaballo, che ha citato testimonianze e intercettazioni - venne seguito con grande apprensione e mando' in fibrillazione tutti i soggetti coinvolti. Il problema venne immediatamente portato all'attenzione di Sala". Per evitare eventuali ricorsi delle aziende perdenti, bisognava fare in fretta - questa la tesi dell'accusa - e venne presa la decisione di retrodatare i verbali. "Appare dimostrato al di la' di ogni ragionevole dubbio - ha sostenuto il pg - che i triumviri, identificati con certezza in Sala, Paris e Chiesa, decisero di retrodatare i verbali per rendere inattaccabile la procedura di gara. Sala non e' credibile quando cerca di minimizzare il problema. Sala era amministratore delegato della societa' appaltante, e' inverosimile che qualcun altro abbia potuto assumere senza la sua approvazione una decisione cosi' grave". All'attuale sindaco, la Procura Generale riconosce, in ogni caso, "l'esiguo disvalore dei fatti" e, per questo, la richiesta di condanna e' il minimo della pena prevista dal codice (fino a un massimo di sei anni). L'episodio al centro del processo era ricostruito gia' nelle informative della Guardia di Finanza allegate all'inchiesta della Procura sulla 'Piastra' che si era conclusa con una richiesta di archiviazione respinta, alla fine del 2016, dal gip Andrea Ghinetti. In seguito, la Procura Generale aveva avocato il fascicolo dando vita a un'indagine - bis con Sala che venne indagato nel 2017 in relazione alla presunta falsificazione dei verbali in concorso con il suo ex 'braccio destro' Angelo Paris, ora anche lui imputato.Secondo l'accusa, rappresentata dai pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo, Sala avrebbe retrodatato gli atti di nomina di due componenti su cinque della commissione che doveva assegnare l'appalto per la Piastra, il piu' 'ricco' di Expo, poi vinto dalla ditta Mantovani con un maxi ribasso. Sala avrebbe scoperto, dopo che la commissione si era gia' riunita una prima volta, il 18 maggio 2012, che due commissari erano incompatibili e avrebbe firmato due atti che annullavano quelli precedenti, aggiungendo due commissari supplenti che poi avevano sostituito i due incompatibili. Li ha firmati il 31 maggio 2012, ma la data sugli atti e' quella del 17 maggio. Il presunto falso fu siglato da Sala, secondo la Procura Generale, con "l'intento di evitare di dover annullare la procedura fin li' svolta" col rischio di non aprire i cancelli dell'Esposizione, tenuto conto del ritardo gia' accumulato. Sempre per l'accusa, l'allora manager aveva motivato la retrodatazione "con la asserita esistenza di un errore materiale consistente nella mancata nomina dei commissari supplenti, tacendo invece l'esistenza della causa di invalidita' che avrebbe comportato l'annullamento della gara". Una tesi, questa dell'"errore materiale" che oggi il pg ha bollato come "fantasiosa".
EXpo:chieste altre 3 condanne, oltre Sala
Il sostituto pg di Milano Massimo Gaballo e il collega Vincenzo Calia hanno chiesto in tutto 4 condanne nel processo con al centro l'appalto della 'Piastra di Expo': un anno e un mese per Giuseppe Sala, all'epoca Commissario Unico e ad della societa' che organizzo' la manifestazione; un anno e nove mesi per l'allora suo 'braccio destro' Angelo Paris (un anno e un mese per falso e otto mesi per tentato abuso d'ufficio); otto mesi per l'ex presidente della Mantovani spa che si aggiudico' la gara; due anni per l'ex dg di Ilspa Antonio Rognoni.