Milano

Fabio Rizzi, il bossiano di Varese: Salvini lo odia, Giorgetti lo salva

di Fabio Massa

Oggi c’è chi fa finta di non conoscerlo, Fabio Rizzi. Eppure, come si dice a Milano, “il Fabio”, per molti, “non era venuto giù colla piena”. Anzi, era persona di cui fidarsi. O - comunque - da recuperare. Perché di sanità il Carroccio ha sempre capito poco o nulla. E anche quando ne capiva, come nel caso di Luciano Bresciani, assessore alla Sanità ai tempi di Formigoni, non è che intervenisse nelle vicende del Celeste.

Il punto però è che Fabio Rizzi non era uno sconosciuto in Lega Nord. Certo, qualcosa si era vociferato tempo fa, mentre sia lui che Angelo Capelli, l’altro padre della riforma di marca Ncd, si agitavano perché la promessa di Maroni di farli sottosegretari non si era realizzata. Qualcosa di relativo ai suoi affari. Qualcosa che spiegasse perché il Bobo, che per lui era come un fratello, non gli avesse dato “quel che gli spettava”.

Forse perché Rizzi non nasce “maroniano”, ma “bossiano”. Militante classe 1966, medico anestesista, era uno di quelli più vicini al cerchio magico di Reguzzoni&Co. Del resto, per dirne una, fa anche il sindaco di Besozzo, che è un comune a un tiro di schioppo da Gemonio, patria dell’Umberto. E poi c’è Iseni. Nel suo curriculum c’è scritto che è il responsabile dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione degli Istituti Clinici Iseni di Lonate Pozzolo. Ovviamente provincia di Varese. Gli Istituti Clinici Iseni portano il cognome di un “cumenda”, Fabrizio Iseni, che ne è il proprietario. Chi è Iseni? E’ stato definito il “tutor” del Trota, di Renzo Bossi. Le leggende riportate dai giornali riportano la richiesta di Manuela Marrone di tenere a bada il figlio ai tempi della politica. Oggi fa l’agricoltore, quindi non ne ha bisogno. Iseni finanzia la Fondazione Insubrica amici di Carlo Cattaneo. E’ console onorario della Costa d’Avorio a Milano. Folklore, ovviamente. Ma il giro è quello di Varese, ed è quello dei bossiani ortodossi, al quale Fabio Rizzi appartiene. Ma Fabio Rizzi è anche amico dell’esponente che più di tutti conta, in Insubria, fatto salvo Roberto Maroni: Giancarlo Giorgetti. E’ lui, secondo rumors, che lo salva dall’epurazione maroniana e che anzi lo riqualifica nella Lega 2.0. Il resto è lavoro di cesello: Rizzi effettivamente è bravo a conquistarsi la fiducia di Maroni. Non tutti però la pensano così. Matteo Salvini, ad esempio, lo odia cordialmente. Non sopporta questo esponente esperto nella capriola (da Bossi a Maroni e poi chissà). E non lo sopporta neppure Luciano Bresciani. Per non parlare del grande nemico all’interno della sanità lombarda di Fabio Rizzi, che si chiama Walter Locatelli, allora numero uno della potentissima Asl di Milano e poi nominato in Liguria, dove Toti sta facendo incetta di manager. Del resto, a voler fare un gioco di campanile, Locatelli è di Bergamo. Che vuole saperne del potere della provincia di Varese?

@FabioAMassa







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