Milano

Fadil, chiesto altro tempo per esiti autopsia. Risultati a fine mese

Nelle ultime settimane gli esami si sono concentrati in ambito tossicologico, in particolare sui livelli di metalli trovati nel sangue

Fadil, chiesto altro tempo per esiti autopsia. Risultati a fine mese

Serve altro tempo per capire qual è la causa della morte di Imane Fadil, testimone dei processi Ruby contro Silvio Berlusconi deceduta lo scorso 1 marzo all'Humanitas di Rozzano, dopo un mese di agonia. Gli esperti, guidati dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo, hanno chiesto tempo fino al 26 giugno per completare la relazione finale sull'autopsia che dovrà essere consegnata nelle mani del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che coordina l'indagine insieme ai pm Luca Gaglio e Antonia Pavan.  Si tratta di una ulteriore richiesta di tempo, non ancora accordata ufficialmente ma che vista la delicatezza del caso verrà sicuramente concessa, per poter rispondere con completezza ai quesiti posti dalla procura. Dal giorno dell'autopsia, eseguita il 26 marzo scorso, il pool di consulenti medici ha escluso alcune evidenze, ma non ha ancora scritto nero su bianco la diagnosi esatta. Nelle ultime settimane gli esami si sono concentrati in ambito tossicologico, in particolare sui livelli di metalli trovati nel sangue, una presenza anomala ed elevata per alcuni elementi ma ritenuta finora non mortale. 

Il quesito, a cui gli esperti sono stati chiamati a rispondere, prende in considerazione più aspetti: si va dall'avvelenamento per intossicazione da metalli fino alla morte naturale per una malattia rara, si era ipotizzata anche una forma rarissima di aplasia midollare. Da risolvere inoltre l'enigma sulla presenza di tracce di raggi alfa, cioè radiazioni. In particolare i consulenti della procura sono a lavoro sulla presenza di metalli trovati nel sangue pochi giorni prima del decesso che se confrontati con i risultati che Imane Fadil aveva all'inizio del ricovero potrebbero far risalire all'origine della concentrazione di alcuni elementi, forse dovute a cure mediche - per cercare di salvarle la vita - oppure legata ad altri fattori come l'assunzione, ad esempio, di integratori.  Solo quando gli esperti avranno risposto a tutti i quesiti e non saranno necessarie ulteriori indagini, si procederà col concedere il nulla osta ai familiari consentendo così la sepoltura della giovane testimone. 








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