Milano
Faida tra trapper, la Cassazione conferma la condanna a Simba La Rue
Tre anni e nove mesi per Simba La Rue. La Cassazione conferma la pena per le accuse di lesioni e rapina per l'aggressione avvenuta nel marzo 2022 a Baby Touchè ed al suo gruppo
Faida tra trapper, la Cassazione conferma la condanna a Simba La Rue
La Cassazione ha emesso la prima sentenza definitiva su uno dei filoni delle inchieste milanesi legate alla cosiddetta "faida" tra trapper. Nei giorni scorsi, la Suprema Corte ha confermato la condanna a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione per Mohamed Lamine Saida, in arte Simba La Rue, noto per la sua popolarità sui social e per l'amicizia con Baby Gang (Zaccaria Mouhib), che però non era imputato in questo processo.
Il blitz punitivo nei confronti del gruppo di Baby Touchè
Al centro del procedimento, che si è concluso con condanne definitive anche per altri membri della sua crew, tra cui una ragazza, vi erano le accuse di lesioni e rapina per un'aggressione avvenuta il 1° marzo 2022 in via Settala, a Milano. Secondo l’accusa, il blitz era stato organizzato per "sfregio e punizione", con l'obiettivo di umiliare la vittima, un giovane appartenente al gruppo rivale capeggiato dal trapper padovano Baby Touché. Nell'inchiesta erano state contestate anche le lesioni subite dallo stesso Touché, che però aveva deciso di non sporgere denuncia contro gli aggressori. Per questo motivo, già in primo grado era caduta l'accusa di sequestro di persona, relativa a un episodio del 9 giugno 2022, in cui il trapper rivale era stato trattenuto con la forza.
La pm Francesca Crupi, che ha coordinato le indagini con polizia e carabinieri, aveva parlato di una "reticenza legata a una logica di banda", spiegando così la decisione della vittima di non denunciare. Pochi giorni dopo quel sequestro, il 15 giugno 2022, lo stesso Simba La Rue era stato vittima di un agguato: un gruppo di giovani legati a Baby Touché lo aveva ferito gravemente con diverse coltellate a una gamba, in un atto di ritorsione avvenuto in provincia di Bergamo. Proprio per le sue condizioni di salute e la necessità di cure, nonostante la conferma della condanna, Simba resta per il momento in libertà.
Una spirale di violenza e giustizia spettacolo
La Corte d’Appello di Milano, pur confermando le condanne, aveva solo lievemente ridotto le pene per Simba e altri due imputati. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici avevano parlato di una "escalation di violenza e giustizia spettacolo", sottolineando la brutalità con cui la vittima era stata malmenata, umiliata e ripresa in video, poi diffusi sui social. Il riferimento era al pestaggio di Baby Touché, che era stato chiuso all'interno di un’auto mentre veniva picchiato. Secondo i magistrati, sarebbe stato proprio Simba a orchestrare e guidare entrambi gli agguati.
Nonostante la gravità degli episodi, la Corte aveva deciso di ridurre le pene per Simba e gli altri coimputati, accogliendo la richiesta dell’avvocato Niccolò Vecchioni, che aveva sottolineato le manifestazioni di resipiscenza da parte degli imputati. A pesare sulla decisione anche il versamento di una somma di denaro come risarcimento alla vittima della rapina.