Milano

Falsi sequestri in Siria, l'imprenditore bresciano: "Non c'era alcun accordo"

Alessandro Sandrini, imprenditore bresciano indagato per simulazione di reato: "Io rapito in Siria dal 2016 al 2019, non ho ricevuto denaro, nessun accordo"

Falsi sequestri in Siria, l'imprenditore bresciano: "Non è vero, nulla di concordato"

"Non ho preso nemmeno un euro. Non ho ricevuto denaro ne per andare la' e neppure dopo. Tutto quel periodo e' stato un rapimento vero. Dall'inizio alla fine. Non c'e' nulla di concordato": si difende così, intervistato dal Giornale di Brescia, Alessandro Sandrini, imprenditore vittima di un sequestro in Siria tra il 2016 ed il 2019 ed oggi indagato  dalla procura di Roma per tentata truffa e simulazione di reato nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di tre persone residenti nel Bresciano che organizzavano finti rapimenti con la complicita' delle vittime. Tesi fortemente respinta dal diretto interessato. Secondo la Procura, i falsi sequestri si trasformavano in realtà in veri sequestri quando l'ostaggio veniva venduto all'estero a gruppi di natura jihadista come accaduto per Sandrini e per l'altro bresciano Sergio Zanotti.








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