Milano

"Fateci lavorare": la protesta dei ristoratori in Regione. FOTO

Di Gaetano Gorgoni

Ristoratori, baristi e ambulanti dalla Brianza alla sede di Regione Lombardia per far sentire la loro voce e chiedere di poter riaprire e lavorare

"Fateci lavorare": la protesta dei ristoratori in Regione

MILANO - Sono andati a fare sentire la loro voce davanti alla sede della Regione Lombardia, dopo essersi dati appuntamento sulla Milano-Lecco, suonando il clacson, rallentando il traffico e agitando bandiere e striscioni. Sono stremati, più poveri e ancora una volta in zona rossa. Sono i ristoratori, i baristi, gli esercenti vari e i gestori delle discoteche, insieme lavoratori di vari settori e ai loro fornitori con le imprese collaterali. “Fateci lavorare, perché il lavoro è un diritto di tutti, non un privilegio di pochi” - spiega nel video un’imprenditrice. Il piazzale dove si sono fermati è pieno, piove sul bagnato, c’è rabbia dietro le mascherine, ma anche civiltà e rispetto delle regole. Le scuole hanno spesso intere classi in presenza, grazie al fatto che si va in laboratorio; gli aeroporti, come quello di Bergamo e di Milano, hanno bar e ristoranti aperti all’interno e la gente che consuma tranquilla, per ogni volo, senza mascherina, seduta al suo posto. Gli autogrill sono pieni di gente che consuma al bancone o seduta. Nei centri commerciali lombardi capita di urtarsi, spalla contro spalla, tra clienti che nelle ore di punta si riversano per non perdersi le offerte dell’ultimo volantino; le poste hanno file all’esterno che spesso diventano assembramenti. Ma i bar del centro e i ristoranti restano chiusi.

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Adesso ristoratori ed esercenti sono in piazza sempre più spesso perché non ce la fanno più. I ristori non sono bastati per restare in piedi. La Lombardia (con il numero più alto di casi Covid anche perché è la più popolosa) non è da zona rossa secondo le autorità locali e regionali: tra l’altro c’è un’enorme differenza di dati tra le province. Ieri i morti sono stati 55. I ristoratori e tutto l’indotto chiedono riaperture con regole che impediscano i contagi prima che quello che hanno costruito in anni di sacrifici si spenga definitivamente: ogni chiusura sarà un passo in più nelle sabbie mobili di una pandemia economica insidiosa come il più subdolo dei virus.

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