Faziosità e giornalismo: ma la cronaca non si piega al vantaggio politico
Reazioni forti e contrapposte, ma altrettanto faziose, al video pubblicato da Affari che mostra un barista milanese aggredito da un extracomunitario nudo
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C'era una volta la faziosità. Non c'è niente che riesco ad accostare di più alla stupidità che l'incapacità di capire che ogni singola cosa deve essere valutata di per sè e nel quadro che rappresenta. E non alla luce di una singola ideologia. Piccolo esempio pratico: l'altra mattina pubblichiamo un video francamente molto forte, su Affaritaliani.it Milano, nel quale si vede un extracomunitario nudo che aggredisce un barista milanese che stava portando in giro il cane in parchetto vicino all'Università Cattolica. Guardiamo i fatti: un uomo nudo aggredisce un altro uomo. Una guardia giurata invece di intervenire se la svigna. La fidanzata urla. Tutto questo non in una qualche periferia degradata, che già sarebbe da condannare, ma in centro a Milano, dove girano gli studenti. Reazioni? Di due tipi. La prima: "grazie porti aperti". Perché l'uomo è di colore, e quindi è colpa del Pd e viva Salvini. La seconda: "Che cosa c'entra sta roba con Milano?". E ancora: "Perché hai usato nel titolo la parola extracomunitario?". E ancora: "Non è una cosa tanto strana, è solo l'ennesimo pazzo". Quindi, sottinteso: sei un fascista razzista ista ista perché hai messo nel titolo una informazione in più: che quest'uomo è straniero. Come se io fossi razzista perché ho deciso di applicare una semplice regola del giornalismo, ovvero che nel titolo si mettono più informazioni possibili. Il problema, qui, è che la cronaca viene piegata al vantaggio politico. E non dovrebbe essere così. La cronaca è cronaca. C'è un caso di insicurezza in città? Bisogna parlarne e risolverlo. C'è la Darsena che è ridotta a un immondezzaio? Bisogna dirlo. E se per questo ti danno del pericoloso fascista, o del pericoloso comunista, amen. Basta fare il giornalista, sempre con la ista. Il resto non conta.
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