Milano

Felice Casorati torna a Milano con una grande retrospettiva a Palazzo Reale

La mostra dal 15 febbraio al 29 giugno. Sacchi: "Occasione unica per riscoprire un artista indipendente e poliedrico, che si è mosso tra pittura, scultura, scenografia e teatro con straordinaria sensibilità espressiva"

di Federico Ughi

Felice Casorati torna a Milano con una grande retrospettiva a Palazzo Reale

Il Comune di Milano e Marsilio Arte presentano una delle più ampie retrospettive dedicate a Felice Casorati (1883-1963), straordinario protagonista dell’arte italiana del Novecento. Dopo 35 anni dall’ultima mostra milanese del 1990, Casorati torna a Palazzo Reale dal 15 febbraio al 29 giugno 2025. L’esposizione, promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte in collaborazione con l’Archivio Casorati, è curata da Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, tra i maggiori studiosi della sua opera.

L’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi sottolinea il valore di questa esposizione: “Dopo 35 anni, Milano celebra l'originalità di Casorati con un’ampia antologica che include numerosi capolavori esposti alla Biennale di Venezia del 1952. Un’occasione unica per riscoprire un artista indipendente e poliedrico, che si è mosso tra pittura, scultura, scenografia e teatro con straordinaria sensibilità espressiva.”

Il legame di Casorati con Milano

Il rapporto tra Casorati e Milano è uno dei temi centrali della mostra, approfondito anche nel catalogo edito da Marsilio Arte. Milano fu per l’artista un centro strategico, la prima città in Italia a dotarsi di un moderno mercato dell’arte. Le rassegne milanesi degli anni Venti offrirono a Casorati uno spazio di confronto con le più avanzate tendenze artistiche del tempo.

Un percorso tra capolavori e innovazione artistica

La mostra, articolata in 14 sale, ripercorre cronologicamente la carriera dell’artista dagli esordi nei primi anni del Novecento fino agli anni Cinquanta. Sono esposte oltre 100 opere, tra dipinti su tela e tavola, sculture, opere grafiche simboliste e bozzetti scenografici realizzati per il Teatro alla Scala. Selezionate per la loro storia espositiva, le opere provengono da prestigiose collezioni private e pubbliche, tra cui: GAM Torino – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Galleria Internazionale d'Arte Moderna Ca' Pesaro di Venezia, Museo del Novecento di Milano, Mart di Trento e Rovereto, GAM Genova, GAM Achille Forti di Verona, Museo Revoltella di Trieste. Fondamentale è il contributo dell’Archivio Casorati, che ha assicurato il supporto scientifico e la condivisione di materiali documentari.

Un viaggio tra le fasi artistiche di Casorati

Il percorso espositivo si apre con i primi dipinti di stampo realista, come il celebre Ritratto della sorella Elvira (1907) e Le ereditiere (1910). Segue un focus sugli anni veronesi, dal 1911, dove l’artista si avvicina al simbolismo e alla Secessione Viennese. A Venezia, Casorati si lega agli ambienti di Ca’ Pesaro, dove espone per la prima volta nel 1913, entrando in contatto con artisti come Gino Rossi, Arturo Martini e Ubaldo Oppi.

Uno dei momenti centrali della mostra è dedicato al trasferimento di Casorati a Torino nel 1919, dopo la morte del padre. Qui stabilisce il suo studio e sviluppa un linguaggio pittorico unico, caratterizzato da spazi metafisici e atmosfere sospese. Per la prima volta dal 1964, vengono riuniti tre dipinti emblematici della sua fase metafisica: Una Donna (o L’Attesa, 1919), Un uomo (o Uomo delle botti, 1919-20) e Bambina (o Ragazza con scodella, 1919).

Gli anni Venti e il successo internazionale

Nel 1921 Casorati realizza capolavori come La donna e l’armatura e Silvana Cenni, icona metafisica ispirata a Piero della Francesca. Nel 1924 ottiene un grande successo con la personale alla Biennale di Venezia, dove presenta opere come Meriggio (1923), Natura morta con manichini (1924) e Duplice ritratto (1924).

Tra il 1925 e il 1929 sviluppa il ciclo delle Conversazioni, con il celebre Conversazione platonica (1925), esposto a Milano, Dresda, New York e Barcellona. Un capolavoro del 1927, Annunciazione, torna finalmente visibile dopo decenni, evocando una dimensione sospesa tra realtà e astrazione.

Dagli anni Trenta alla maturità artistica

Negli anni Trenta e Quaranta, Casorati esplora nuove composizioni di figure femminili e nature morte, come Donne in barca (1933), Le sorelle Pontorno (1937) e Daphne a Pavarolo (1934). La sua arte diventa più intima e riflessiva, arricchendosi di elementi paesaggistici e simbolici. L’ultima fase della carriera è documentata da opere come Natura morta con l’elmo (1947), Uova e limoni (1950) ed Eclissi di luna (1949), in cui l’artista torna a una pittura più sintetica e strutturata.

Casorati e il teatro

Oltre che pittore, Casorati fu scenografo e costumista per il Maggio Musicale Fiorentino, l’Opera di Roma e la Scala di Milano. La mostra include bozzetti per opere come Le Baccanti e Fidelio, provenienti dagli Archivi storici della Scala. Un catalogo ricco di approfondimenti L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Marsilio Arte, con saggi dei curatori che esplorano il rapporto tra Casorati e la scena artistica del Novecento.

La mostra è promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, in collaborazione con l’Archivio Casorati. Il progetto è realizzato con il sostegno di BPER Banca e il supporto tecnico di ATM e Coop Lombardia. Una retrospettiva che offre al pubblico un’opportunità unica di riscoprire Felice Casorati, maestro di eleganza e profondità espressiva, capace di attraversare generi e tecniche con una sensibilità senza tempo.

 







A2A
ZX