Milano
Fermi: "Mio risultato inaspettato. Convivenza tranquilla nella maggioranza"
Fermi: "Le elezioni amministrative sono sempre di più svincolate da un volere politico puro"
Fermi: "Mio risultato inaspettato. Convivenza tranquilla nella maggioranza"
"Il mio è stato un risultato oggettivamente sopra le aspettative. Quando una fetta così importante di popolazione scrive il tuo nome sulla scheda ti attribuisce un mandato per cui devi sentirti responsabile". Il leghista Alessandro Fermi è stato il presidente del Consiglio regionale della Lombardia nell'ultima legislatura. Con le sue quasi 14mila preferenze ha contribuito a rendere il Carroccio il primo partito in provincia di Como: "Come a Sondrio siamo riusciti, tramite il voto di persona, a catalizzare consensi che sennò non ci sarebbero stati". Sul futuro, invece, si dice tranquillo per la convivenza tra alleati, ora che l'azionista di maggioranza della coalizione è Fratelli d'Italia.
Fermi, alla fine la Lega ha tenuto e Fdi non ha dilagato.
In una coalizione è bene che non ci sia mai un partito che predomina in maniera forte ed egemone rispetto a tutti gli altri, anche per il buon andamento dell'amministrazione. Fortunatamente, e grazie al nostro risultato, il prossimo mandato vedrà un sostanziale equilibrio tra Fdi e il gruppo Lega-Lista civica, che unito ha percentuali simili alle loro. E questo è un bene, un aspetto che può compensare alcune differenze di vedute che io ritengo essere comunque sempre un valore aggiunto.
Storie diverse ma destini comuni. A livello culturale c'è distanza tra voi e Fdi?
Il buon andamento di un'amministrazione dipende molto anche dalle persone. Io non ho mai avuto la percezione di avere distanze ideologiche rispetto a Fdi né tantomeno a Fi. Poi si può premiare un partito o un altro. Ma il cuore e l'anima del centrodestra è un valore che fortunatamente si è riusciti a mantenere. Ritengo sia un grande privilegio avere un contenitore con delle differenze ma che rimane costante nel tempo.
Centrodestra alle regionali in vantaggio anche a Como città. Rimane il rimpianto per la sconfitta alle scorse comunali?
Le elezioni amministrative sono sempre di più svincolate da un volere politico puro. E il dato di queste regionali dimostra che si stanno trasformando in elezioni più vicine alle amministrative che non alle politiche. A Como le liste possono fare la differenza al netto dei valori dei partiti. La proposta amministrativa che viene formulata è la cosa più importante. Il cittadino fa valutazioni che vanno oltre rispetto a quelle che si fanno per le elezioni politiche.
Perché la Lega e il centrodestra non riescono a sfondare nelle grandi città?
Un discorso che vale anche per le periferie, che in passato erano terreno fertile da un punto di vista elettorale per il centrosinistra mentre oggi guardano a noi con maggior favore. Negli ultimi 10-15 anni c'è stata un'evoluzione antropologica dell'elettorato, che ha riguardato anche le città che da sempre rappresentavano, attraverso la vecchia e media borghesia, uno dei punti di forza del centrodestra. Oggi guardano a sensibilità più vicine al centrosinistra.
Intanto il centrodestra ragiona sulla nuova giunta. E il suo nome circola per un ruolo da assessore.
Per natura, da sempre, ho cercato di fare il mio ed essere con la coscienza a posto rispetto al ruolo che ricopro. E l'ho detto anche in campagna elettorale. Poi sono molto fatalista di mio. Non sono uno che ha mai dovuto chiedere o insistere, e non so se sia un pregio o un difetto. Oggi sono molto serenamente a disposizione del partito, qualsiasi cosa dovesse arrivare va bene. Vivo con tutto con grande serenità.
Un auspicio per il prossimo mandato?
A prescindere dal mio ruolo, spero che questa sia la legislatura dell'autonomia. Io ci credo e ci spero: ci sono tutte le condizioni politiche e di congiuntura rispetto alle scadenze dei mandati regionali e nazionali. Non ci sono più alibi e motivi per rinviare per la partita.