Home / Milano / Fernet-Branca: storia di un classico di Milano che si rinnova “serbando” MilanoLunedì, 30 novembre 2015Fernet-Branca: storia di un classico di Milano che si rinnova “serbando” Condividi Chiudi (di Paola Perfetti - www.milanoincontemporanea.com). E' l'Amaro di Milano, l'unico la cui produzione sia rimasta fedelmente alle origini della città. Fratelli Branca Distillerie ha fatto del motto “Novare Serbando” un’espressione che indica la volontà dell’azienda milanese di coniugare qualità e rispetto della tradizione con rinnovamento e costante tensione verso il futuro, e nel rispetto di questo credo ha deciso di festeggiare il Natale 2015 ed i suoi primi 170 anni al 100% made in Italy con una confezione speciale in edizione limitata del suo prodotto-icona: il FernetL'iconico coccodrillo panciuto che beve Fernet per digerire il pasto non piange più lacrime amare, ma festeggia in tono ironico. E' la reinterpretazione delle illustratrici JEMM The Creative Company al manifesto pubblicitario FERNET-BRANCA degli anni ‘20 firmato dall'agenzia MAGA di Parigi per la nuova confezione di Fernet di Natale, distinta nei tre colori: rosso "Natale", blu "autenticamente Branca", nero-smoking delle Feste. Nuovo vestito, ma stessa formula segreta di sempre, quella tramandata di padre in figlio, esempio di grande esperienza e eccellente qualità, che parte dalla selezione delle 27 erbe che la compongono. Esattamente come cominciò a fare, nel 1845, il fondatore della Distilleria, Bernardino BrancaStesse sono le emozioni nel passare in rassegna i cimeli raccolti negli archivi dell'azienda di famiglia (l'unica nata a Milano e rimasta in città e che esporta in 160 Paesi nel mondo i suoi prodotti cult, come Carpano, Cadolini, Borghetti,Brancamenta e Punt e Mes) . Dal 2003 sono divenuti i protagonisti di un progetto da mille metri quadri inserito nel circuito di Museimpresa da cui si affacciano i ritratti dei fondatori, si trova il grande contenitore delle spezie dai quattro Continenti; si può toccare il grande bacile in bronzo, corroso dal tempo e dal lavorìo ma che spiega una delle ragioni del nome "Fernet", lasciando aperta la questione-leggenda se si debba al cognome di uno speziale svedese o se dipenda dalla pulizia del lungo braccio in ferro ("el fer") il quale, una volta immerso ne dissolutore e a contatto con l'aloe, ne usciva pulito, lindo, "net". Ma ci sono anche....Nel Museo Branca ci sono anche le riproduzioni della sartoria e dei lavoranti che abitavano in questa azienda-cittadella (una pratica che, in pochi casi, permane ancora oggi); la stanza del direttore; alambicchi, macine, aromi, spezie, materiali iconografici e uno straordinario archivio di manifesti pubblicitari dall’Ottocento ad oggi, le illustrazioni e le pubblicità che rievocano la Storia della comunicazione, d'Italia, dei grandi creativi (dagli anonimi di età coloniale a Metlicovitz alle magìe di Armando Testa di quasi 40 anni fa ma ancora estremante attuali). C'è il bancone del bar con un neon degli anni '80 ma ancora perfettamente funzionante che illumina una vecchia Balilla, ultimo testimone dell'attività dei Giri d'Italia da “Campionissimo”, delle rèclame con Totò, dei venditori porta a porta che hanno solcato le strade del Belpaese e che ci trasporta da uno ieri "liscio" all'oggi fatto di esperimenti e Mixologist. 170 anni - compiuti quest'anno - sono una gran bella storia da raccontare. Le origini sono evocate...Le origini sono evocate dalla grande Botte Madre di Stravecchio Branca in rovere di Slavonia e della capacità di oltre 83mila litri (è immensa, 6 metri per 6), intorno alla quale sono nati il Museo, l'azienda moderna. La Botte Madre si raggiunge da una scaletta in ferro battuto e da essa si approvvigiona la grandissima cantina. Qui, è possibile ancora oggi rievocare il rituale dei "3 sorsi" con cui apprezzare tutto il sentire dell'Amaro e delle sue erbe: il primo, la scoperta dell'amaro naturale delle erbe; il secondo, per lasciarsi avvolgere dalle note delle spezie in tutta la loro abbondanza; il terzo, per farsi conquistare dalla dolcezza di piante e fiori dal mondo, dalla freschezza del Fernet. Così fresco e innovativo che....Così fresco e innovativo che si apre a nuovi progetti. Quello votato alla Cracking Art, che prevede, fino al 15 gennaio 2016 e per la prima volta in un museo d’impresa, chiocciole, lupi, rane e rondini del fantasmagorico zoo in plastica rigenerata e atossica del gruppo Cracking Art. Quello che, mercoledì 2 dicembre, alle ore 19 e presso la storica sede di via Resegone 2 a Milano, vedrà l'inaugurazione dell’opera di Street art a decorazione della Ciminiera Branca (#ciminierabranca - su invito) alla presenza, tra gli altri, del Presidente e AD del Gruppo Branca Niccolò Branca e di Jacopo Perfetti, curatore dell’opera55 metri. 170 anni di storia. 27 erbe tutte legali. E dire che tutto era nato come anticolerico, antibatterico, antimalarico: il Fernet, fino al 1918, era venduto in farmacia; dagli anni '30 ad oggi è uno degli spiriti più amati in tutto il mondo. La questione che rimane aperta è: fare come il coccodrillo e assaporarlo come digestivo dopo pasto oppure rinnovare la storia e goderselo come aperitivo? Solo la conoscenza e l'evoluzione ci darà la risposta. Speriamo solo di non dover aspettare altri 170 anni.Museo Collezione Branca: orari Il Museo Collezione Branca è aperto il lunedì, mercoledì e venerdì alle 10 e alle 15, su prenotazione o invito, a gruppi di massimo 25 persone. Visite guidate in italiano e inglese (su richiesta). Per maggiori informazioni: www.branca.it | www.fernetbranca.com Per prenotazioni: collezione@branca.it La special edition per il 170esimo anniversario di Branca è disponibile nelle principali insegne della grande distribuzione italiana e sul sito e-commerce http://store.branca.it/di Paola Perfetti (www.milanoincontemporanea.com)Fernet Branca Argomenti fernet branca