Milano

Ferrovie dello Stato, Salvini può prendere il binario del Nord. Ecco come

Fabio Massa

Nomine: Matteo Salvini non ha in simpatia Stefano Donnarumma, possibile nuovo ad di Fs. Il vicepremier ha buttato sul tavolo il nome di Giana. Ma ha altri jolly

Ferrovie dello Stato, Salvini può prendere il binario del Nord. Ecco come

Le nomine, croce e delizia di ogni governo. E' certo però che come al solito il Nord stia guardando con grandissimo interesse quanto si apparecchia a Roma non solo su Cassa Depositi e Prestiti ma anche e soprattutto su Ferrovie dello Stato. Ieri l'amministratore delegato Luigi Ferraris ha presentato ottimi conti, forte del suo passato di CFO. Un imprinting - quello finanziario - che però raccontano dall'entourage di Matteo Salvini che non si sposi "perfettamente" con lo spirito del ministro dei Trasporti, che, con molta ragione, pensa più all'aspetto ingegneristico-pratico delle opere. E che vorrebbe e potrebbe "pescare" da Milano il successore di Ferraris.

Ferrovie dello Stato: il profilo ricercato da Salvini

Di certo non ha in alcuna simpatia Stefano Donnarumma, già tecnico in quota Pd, poi passato armi e bagagli al Movimento 5 Stelle e infine ora nel cerchio magico di Giorgia Meloni. Donnarumma dà per acquisita la nomina, ma per interdizione Matteo Salvini avrebbe buttato sul tavolo il nome di Arrigo Giana, ad di Atm. Ma non solo. Perché Salvini potrebbe pescare anche da altre personalità e manager che a Nord hanno fatto benissimo, aiutando il governo in più fasi e con un forte imprinting pratico. In ambiti che abbiano una trazione e una vocazione industriale: dalle infrastrutture strategiche in vista delle Olimpiadi a quelle legate al mondo sanitario (e alle sue criticità che abbiamo visto in un recente passato), dalla gestione di partite complicate che abbisognano di praticità meneghina e conoscenza delle meccaniche romane. Insomma, Salvini vuole pescare dal Nord.

Ferrovie dello Stato: la partita è ancora aperta

E Giorgia Meloni? Per adesso è molto cauta, dopo le complicazioni della scorsa tornata, con presidenti che litigano con amministratori delegati e viceversa, inesperienza di alcuni e troppa prudenza di altri. La partita è aperta e non chiusa (come vorrebbe Donnarumma). Nella via del Nord, però, ci sono risorse sfruttabili. Anche per la destra di governo: qualcuno lo dica pure a Giambattista Fazzolari.








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