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Milano
Festival Glocal: Impatto economico e sociale del paziente anziano sarcopenico

 

Una bambina di 101 anni che dopo 2 anni di immobilità è tornata ad alzarsi, ha sentito di avere la forza per mettersi in piedi. Un’altra signora di 92 anni che ha ripreso a camminare dopo mesi a letto. Un’altra che nel giro di un anno è passata da 28 kg a 44kg e a maggio 2018 gli operatori sono riusciti a rimetterla in piedi. Questa è forse la fotografia migliore per spiegare quali siano stati i risultati dello studio clinico sulla sarcopenia presentato nel pomeriggio a Varese, all’interno del Festival Glocal in un incontro organizzato da Inrete.

Gli speaker del panel Impatto economico e sociale del paziente anziano sarcopenico sono stati il dottor Sergio Dimori, Presidente della Fondazione Poretti di Vedano Olona (VA), e il Consigliere Emanuele Monti, Presidente della Commissione sanità e politiche sociali della Regione Lombardia. A moderare l’incontro la giornalista Maria Carla Cebrelli.  

Autonomia e miglioramento della qualità della vita degli anziani, due chiavi importanti nel futuro sanitario della Regione Lombardia. L’età media di Milano infatti si aggira intorno ai 45,5 anni di età, nel galleratese si arriva a punte di 61 anni e la bassa natalità non lascia sperare in un ringiovanimento della popolazione regionale.

 

 

 

La sarcopenia in questo quadro si inserisce essendo una patologia che colpisce proprio la fascia più fragile di popolazione. Questo tipo di malattia colpisce gli anziani e porta una perdita di massa muscolare, una riduzione della forza fisica, debolezza, affaticamento. Il 75% dei residenti nelle R.S.A. lombarde, circa 45.000 persone, sono anziani sarcopenici gravi.

Lo studio del dottor Dimori ha dimostrato però come un misto di corretta alimentazione, fisioterapia e un programma di nutrizionale specifico a base di proteine del siero, leucina e vitamina D renda la sarcopenia reversibile. Dei 39 pazienti della RSA che hanno accettato di entrare nella sperimentazione del dottor Dimori, 17 sono stati sottoposti a cura alimentare mentre per gli altri 22 è stato studiato un programma misto di integrazioni alimentari e attività fisica. In entrambi i gruppi è stato notato un netto miglioramento delle condizioni di vita. Tra i pazienti del primo gruppo la percentuale di persone che ha tratto giovamento dal trattamento è stato superiore al 76%, nel secondo superiore al 90%.

 

“Nel marzo dello scorso anno, durante la passata Legislatura, il dottor Dimori e il dottor Leoni hanno già illustrato i loro risultati in un audizione al Consiglio regionale. I risultati molto positivi del loro lavoro sono in linea con lo spirito della riforma sanitaria”, ha sottolineato il Presidente Monti nel suo intervento introduttivo. Ha poi sottolineato come “La Lombardia oggi si trova ad affrontare diverse sfide, in particolare l’invecchiamento e la cronicità ed è necessario rivedere la legge sulle RSA e i sistemi di attribuzione delle risorse. Bisogna tener presente che ad oggi in Lombardia il 30% dei malati è cronico e che il 70% della spesa sanitaria è destinato alla cura di questi pazienti”.

I miglioramenti in termini di autosufficienza portati dalla sperimentazione del dottor Dimori non si esauriscono solo a livello sociale, hanno anche mostrato come si potrebbero abbattere i costi. Le stime si basano sui valori SOSIA (composti tenendo conto di abilità cognitive, motorie, e numero patologie). Se si considera solo il fattore motorio si possono dividere i SOSIA tra 1 e 4, in cui si inseriscono coloro che hanno gravi difficoltà e non riescono a camminare; mentre da 5 a 8 i malati che possono muoversi.

Si deve poi tener presente che i costi unitari giornalieri per i pazienti SOSIA 1-2 si aggirano intorno ai 49€, per i SOSIA 5-8 invece è di circa 29€. Tenendo conto di questi dati è stato stimato che per la sola Regione Lombardia la maggiore autosufficienza dei malati sarcopenici porterebbe ad un risparmio di 16 milioni di euro. 

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