Milano
Fine Vita in Lombardia, Cappato: “Centrodestra contro il proprio elettorato e l’Autonomia”
Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, commenta ad Affaritaliani.it il voto sul Fine Vita in Regione Lombardia. “Gallera coerente. Non basta quello che Pannella chiamava il kamasutra delle posizioni, la politica deve avere coraggio"
Fine Vita in Lombardia, Cappato: “Centrodestra contro il proprio elettorato e l’Autonomia”
“Dalla Lombardia arriva una decisione irresponsabile, ma continueremo a batterci per il Fine Vita”. Marco Cappato, raggiunto al telefono da Affaritaliani.it, commenta così la decisione del Consiglio Regionale della Lombardia di bocciare la proposta dell’Associazione Coscioni che aveva raccolto più di 8mila firme. Per il tesoriere dell’Associazione Coscioni “l’importante eccezione di Gallera conferma che i politici possono andare oltre la disciplina di partito. Non ci rassegniamo: abbiamo fino al 19 novembre per convincere i Consiglieri a cambiare opinione”. L’intervista.
Cappato, come commenta il voto della Lombardia sul Fine Vita?
Sembra che la scelta della maggioranza, con l’importante eccezione del consigliere Gallera, sia quella di nascondersi dietro la maschera della competenza nazionale. Una non assunzione di responsabilità e un comportamento irresponsabile. In questo modo si aggiunge incertezza all’angoscia di cittadini che stanno già vivendo un dramma. Così si lasciano nell’incertezza anche i medici a cui si negano regole chiare.
Molti esponenti del centrodestra hanno dichiarato che un tema come il Fine Vita non è di competenza regionale…
Che la questione non sia competenza di regionale è un argomento risibile. Ci sono già stati quattro casi in cui il Sistema sanitario regionale è stato coinvolto nell’assistenza al fine vita. La conferma arriva dagli stessi dirigenti medici che in Commissione Sanità hanno mostrato come le direzioni sanitarie lombarde dispongano già dei termini amministrativi per il ricorso al fine vita. Di fatto, le regole esistono: la differenza è che non sono conosciute ai più, pertanto non garantiscono un diritto.
Dietro la motivazione tecnica, dunque, c’è una volontà politica di respingere la proposta?
Assolutamente. Si è semplicemente usato il pretesto della competenza nazionale per mascherare una motivazione politica. La maggioranza sa perfettamente che, se si entrasse nel merito della questione, non potrebbe esimersi dal fornire risposte. Così si sbatte la porta in faccia agli oltre 8mila cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge. Una decisione politica che il centrodestra prende anche contro il volere del proprio elettorato.
Pensa che la maggioranza degli elettori di centrodestra sia favore al Fine Vita?
Ogni anno il Gazzettino di Nord-Est pubblica un sondaggio sulle principali questioni inerenti ai diritti civili. In quello dello scorso anno risultavano favorevoli al Fine Vita oltre l’82 per cento degli intervistati. Anche tra gli elettori di Fratelli d’Italia e Lega i favorevoli erano l’80 per cento.
Come si spiega allora l’inazione dei politici del centrodestra?
Temono una scissione col proprio elettorato, pertanto preferiscono nascondersi dietro cavilli. Una scelta che, ironia della sorte, è in perfetta antitesi con l’Autonomia a gran voce richiesta dalla destra in Lombardia. La Regione ha deciso di rinunciare a esercitare una propria prerogativa, invocando l’intervento del Parlamento di Roma.
Come valuta il voto di Gallera, consigliere di Forza Italia, che ha votato diversamente dalla maggioranza?
Gallera è stato lineare, coerente e anche leale con il senso del mandato elettorale che consiste nel cercare di prendere le migliori decisioni per i cittadini. Lo direi anche a chi disobbedisse alla linea di partito per prendere posizioni in senso opposto alla nostra. È un pessimo segnale quando un politico vota solo perché glielo ha imposto il partito.
L’opposizione sta facendo abbastanza in tema di diritti civili?
Non dò pagelle, ma posso dire che si sono speso molto nella fase di raccolta firme. Come Associazione Coscioni siamo grati a loro e ai cittadini che hanno sottoscritto la proposta. Sappiamo che non tutti a sinistra sono favorevoli al Fine Vita. Non invochiamo la disciplina di partito, ma non ci rassegniamo.
Il voto definitivo sarà il 19 novembre, lunedì 11 lei sarà al teatro Arcimboldi di Milano con lo spettacolo “Da Marco a Marco”. Può cambiare qualcosa in questi pochi giorni?
Tenteremo tutto quanto in nostro potere per provare a convincere ciascuno Consigliere regionale ad assumersi la propria responsabilità. Nel frattempo, porterò la mia storia politica a teatro a Milano. Qui racconterò la mia storia politica, a partire dall’incontro con Marco Pannella, l’uomo che mi ha insegnato l’importanza di trasformare le idee in azione. L’esempio di Pannella si mostra chiaro anche nella battaglia per il Fine Vita. Parlava spesso del “kamasutra delle posizioni politiche”: non basta prendere posizione su ogni cosa, se poi non si fa nulla per trasformarle in qualcosa di concreto. In questi giorni che rimangono faremo il possibile per provare a cambiare qualcosa.