Milano
Finestre aperte in classe e riscaldamento acceso, un caso limite di stupidità
A volte le chat delle mamme servono, come nel caso della scuola di Zibido dove i professori tengono la finestra aperta e i bambini si scaldano con coperte
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La storia di oggi arriva da Zibido San Giacomo, ridente cittadina della provincia di Milano. Dove, udite udite, i bambini stanno a scuola tutto il giorno con le finestre aperte. Perché? Perché così si rispetterebbero le linee ministeriali che impongono di arieggiare le classi. Peccato che le linee ministeriali non dicano di tenere aperte costantemente le finestre. E invece dal Giornale dei Navigli viene pubblicata una foto abbastanza eloquente: i ragazzi con la coperta addosso, tutti seduti. Ovviamente dopo che i media si occupano della vicenda, la dirigenza dice che si tratta di un solo prof che ha sbagliato, ma poi viene fuori che anche altre classi tengono sempre aperto e però non sempre ma solo alcune ore, eccetera eccetera. A rigore, la derubricheremmo a cavolata che si legge sulla chat delle mamme, uno dei veri mali della nostra epoca. Ma che non sia una favola lo dimostra anche che il sindaco di Zibido San Giacomo, Sonia Belloli, ha disposto di accendere anticipatamente i riscaldamenti proprio a causa del fatto che i professori tengono aperte le finestre. La motivazione è comunicata con un post ufficiale, quindi stavolta le mamme ci hanno preso. Pensate che genialata globale: visto che la scuola tiene aperte le finestre, allora il sindaco accende i riscaldamenti. Ovviamente è un caso limite di stupidità, ma che mette in luce una serie di concetti che vanno ben oltre la piccola città in provincia di Milano. Primo: che le linee guida sono una cagata pazzesca. In Italia se si vogliono fare delle norme vanno fatte puntuali. A prova di scemi. Non bisogna scrivere "arieggiate le classi", ma "arieggiate le classi per 5 minuti all'ora in caso di temperature più basse di 16 gradi". Secondo: che se insegnanti, che hanno i nostri figli nelle loro mani, si dimostrano così miopi, forse non dovrebbero insegnare (ammesso e non concesso che non sia una questione di policy scolastica, e allora il problema è uno solo: il preside). Se i primi due punti mi gettano nello sconforto, il terzo invece è una ventata (gelida) di ottimismo: le chat delle mamme servono a qualcosa! Ovvero a segnalare problemi reali e non solo cretinate.