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Finmeccanica, assolto l'ex numero 1 Orsi: tangenti in India, mancano prove
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Finmeccanica, assolto l'ex numero 1 Orsi: tangenti in India, mancano prove


Finisce con un'assoluzione per l'ex numero uno di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, e l'ex a.d. di Agusta Westland, Bruno Spagnolini, il processo di appello bis su una presunta tangente pagata ai pubblici ufficiali indiani per la vendita di 12 elicotteri in India. I giudici hanno assolto gli imputati, entrambi presenti in aula, "perche' non vi e' prova sufficiente che i fatti sussistano".

Le motivazioni alla sentenza saranno note tra 90 giorni ma, per adesso, dal dispositivo del verdetto e' possibile dedurre che i giudici non hanno trovato la prova del presunto passaggio di denaro dagli ex vertici di Agusta Westland (carica ricoperta da Orsi all'epoca dei fatti, prima del passaggio a Finmeccanica, ora Leonardo) al maresciallo Sashi Tyagi, capo di Stato Maggiore dell'Indian Air force dal 20014 al 2007. Nel capo di imputazione si leggeva che Orsi e Spagnolini avrebbero corrisposto "somme di denaro non esattamente quantificate nella complessiva entita'" a Tyagi "per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio". In particolare, Tyagi, sempre stando alla ricostruzione dell'accusa non accolta dai giudici, avrebbe garantito il buon esito della gara d'appalto da 560 milioni di euro facendo abbassare la quota operativa di volo richiesta agli elicotteri.

In primo grado il 9 ottobre 2014 il Tribunale di Busto Arsizio aveva assolti entrambi gli imputati dall'imputazione di corruzione internazionale 'perche' il fatto non sussiste' e li aveva condannati a due anni di reclusione per false fatture. Il 7 aprile 2016 la Corte d'Appello di Milano aveva condannati per entrambi i reati Orsi a 4 anni e sei mesi e Spagnolini a 4 anni. Il 16 dicembre dello stesso anno la Cassazione aveva annullato con rinvio questa sentenza per risolvere le contraddizioni emerse dalle dichiarazioni di alcuni testimoni. Il processo d'appello bis si era aperto con la novita' della costituzione di parte civile del Governo indiano, molto attento agli sviluppi dell'inchiesta per ripercussioni sulla politica interna. I giudici hanno poi ammesso nuovi atti chiesti dalla Procura Generale e dal Ministero della Difesa indiano. Tra le carte studiate per la nuova sentenza anche le procedure del bando di gara che, secondo l'accusa, sarebbe stato truccato a favore della societa' italiana.

I sostituti procuratori generali Gemma Gualdi e Gianluigi Fontana avevano chiesto la conferma della condanna di secondo grado, annullata dalla Cassazione, tenuto conto pero' della prescrizione dell'annualita' 2008 in relazione alla contestazione di false fatture. Orsi e Spagnolini sono accusati di corruzione internazionale e false fatturazioni per il presunto versamento di una tangente a pubblici ufficiali indiani finalizzata a ottenere una commessa da 556 milioni di euro per 12 elicotteri AW101. Il Ministero della Difesa dell'India, tramite l'avvocato Pasquale Losengo, aveva chiesto un risarcimento dei danni patrimoniali e non da liquidarsi in separata sede civile agli ex vertici di Finmeccanica (ora Leonardo) e Agusta Westland, Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini. Nell'ambito del procedimento, l'uomo d'affari Guido Ralph Hascke aveva patteggiato 1 anno e dieci mesi per corruzione internazionale e Agusta una confisca da 7,5 milioni.

"Questo processo chiude una vicenda che, fin dalle prime battute, doveva essere chiara anche agli investigatori. Non esiste alcun accordo corruttivo". Cosi' l'avvvocato Ennio Amodio, difensore dell'ex ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi, commenta la sentenza di assoluzione per il suo assistito e per l'ex ad di Agusta Westland Bruno Spagnolini nel processo d'appello bis. Entrambi erano accusati di corruzione internazionale e false fatture. "Non vi e' prova alcuna - ha proseguito Amodio - che il denaro sia pervenuto al maresciallo Tyagi, ne' si e' mai dimostrato che i funzionari indiani abbiano in qualche modo interferito nella gara. Si riafferma cosi' che la fornitura di 12 elicotteri non e' stata altro se non la manifestazione di un successo dell'industria elicotteristica italiana che aveva offerto all'India una delle sue macchine di maggior efficienza tanto da essere acquisita anche dall'amministrazione statunitense per i viaggi del Presidente Obama".

"Con tutto il danno fatto all'azienda quello che hanno fatto a noi e' il meno". Queste le parole dell'ex ad di Agusta Westland Bruno Spagnolini subito dopo la sentenza di assoluzione pronunciata nei suoi confronti dalla Corte d'Appello di Milano, presieduta dal giudice Piero Gamacchio. Non ha invece voluto commentare il verdetto l'altro imputato assolto, Giuseppe Orsi, apparso comunque visibilmente sollevato. Entrambi erano stati arrestati nel febbraio del 2013 su disposizione della Procura di Busto Arsizio. 'No comment' anche da parte dei numerosi esponenti del Governo indiano, che si era costituito parte civile, presenti in aula.

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