Milano

"Fintech, innovazione e cambiamento: il post pandemia è una opportunità"

Fabrizio Barini, esperto di finanza e start up, commenta gli attuali scenari: "Il Covid ha fatto capire che le tecnologie sono una risposta alle crisi"

"Fintech, innovazione e cambiamento: il post pandemia è una opportunità"

Nuova sfida professionale per Fabrizio Barini, tra i principali esperti italiani di finanza alternativa per il mondo dell’innovazione ed in particolare per startup, PMI e fondi di Venture Capital, che entra in Integrae Sim come senior banker. Come spiega lui stesso intervistato da Affaritaliani.it Milano, è un "cambio di prospettiva" che riflette le rapide evoluzioni in atto nel mondo della finanza, milanese e non solo. Con una grande novità: "La tecnologia, che rende tutto più semplice, veloce e meno costoso".

Perché questo cambio professionale? E' anche un cambio di vita?

È un cambio di prospettiva. Il mondo della finanza sta evolvendo velocemente: mai come in questo momento le imprese hanno bisogno del mercato dei capitali e viceversa. Soprattutto le PMI. Con una grande novità: la tecnologia, che rende tutto più semplice, veloce e meno costoso. Ho cercato a lungo un contesto professionale dove questa visione del futuro fosse chiara e condivisa. L'ho individuato in Integrae Sim e nel suo management. Per questo non ho avuto dubbi a cambiare "casacca" dopo 20 anni di lavoro.

La città dopo il Covid sembra in piena ripresa. Anche da un punto di vista finanziario è così?

La pandemia ha portato una grande novità per la piazza finanziaria milanese: il passaggio di proprietà della Borsa di Milano da Londra e Parigi con l'ingresso nel capitale dello Stato italiano, come socio di minoranza ma di riferimento, attraverso la CDP. Le aspettative sono per importanti novità sul piano delle strategie e gli operatori al momento sono in attesa di capire gli sviluppi. Nel frattempo però non si arrestano le quotazioni in Borsa soprattutto sul segmento AIM che accoglie le PMI ad alta crescita. Il futuro della nostra industria ha capito che la finanza è uno strumento fondamentale per la crescita sostenibile e di lungo periodo.

Da sempre è un appassionato di startup e nuove imprese. C'è spazio per idee nuove nella realtà post Covid? La pandemia è stato un boost oppure un inibitore?

È stato sicuramente un acceleratore perché ha aumentato la consapevolezza che le tecnologie devono essere adottate velocemente per consentire alla nostra società di affrontare le crisi e continuare a crescere. La grande novità è che anche in Italia con la pandemia anche i grandi capitali finanziari hanno iniziato ad affluire verso le startup. Milano è al centro di questo processo e l'offerta di abilitatori a sostegno delle nuove imprese innovative si è ulteriormente rafforzato con l'arrivo anche di importanti operatori internazionali. Per chi vuole fare l'imprenditore portando innovazione e cambiamento nell'industria tradizionale questo è un momento particolarmente favorevole.

Se dovesse dare un consiglio agli investitori milanesi, che cosa direbbe?

Di cercare opportunità di rendimento soprattutto nel campo dell'economia reale abbandonando l'idea che i risparmi debbano per forza essere investiti in titoli di stato e immobili. Senza crescita economica non c'è futuro, quindi reddito e risparmi. In un contesto di rendimenti addirittura negativi da parte dei cari e vecchi BOT le opportunità vanno cercate altrove ovvero nel finanziamento delle infrastrutture, delle fonti di energia alternativa, ma soprattutto nelle imprese a maggiori potenzialità di crescita. Operazioni che oggi possono essere effettuate velocemente, e con tutte le garanzie di protezione del risparmio privato, anche attraverso strumenti digitali. In una parola il fintech.

Quanto conta la politica per la ripresa economica?

In Italia il peso dello Stato nell'economia è ancora elevato. Su 1,5 miliardi di euro di PIL la spesa pubblica supera gli 800 miliardi. Senza contare l'indotto. Logico quindi che le scelte politiche abbiano un effetto moltiplicatore significativo nel Paese, nel bene e nel male. L'Europa sta usando ingenti risorse pubbliche per traghettare la nostra società fuori dalla crisi. Dopo l'ultima guerra mondiale questa scelta ha posto le basi per un lungo periodo di benessere e stabilità. Speriamo che la storia si ripeta.








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