Firme per le Regionali, Radicali e Rifondazione: "Numero irragionevole"
Presidio di Radicali italiani e Rifondazione comunista davanti al Pirellone per protestare contro il "numero irragionevole" delle firme previste per competere
Elezioni Regionali, il presidio al Pirellone di Radicali e Rifondazione
Presidio dei Radicali italiani e di Rifondazione comunista davanti ai cancelli del Pirellone. Mentre era in corso la seduta del Consiglio lombardo, i due partiti hanno contestato il "numero irragionevole" delle firme previste che devono raccogliere i partiti che non siedono in assemblea per poter correre alle regionali. Per questo hanno scritto una lettera al governatore Roberto Maroni, al presidente del Consiglio lombardo, Raffaele Cattaneo, e ai consiglieri, contestando la "normativa in vigore", che, a loro avviso, "nega di fatto la possibilita' ale forze politiche non rappresentate in Consiglio di partecipare alla competizione elettorale in Lombardia e quindi ai cittadini il diritto sia all'elettorato attivo che passivo".
"Il numero irragionevole delle firme previste, suddivise per circoscrizioni, la necessita' di raccoglierle in un mese e mezzo in pieno inverno, l'impossibilita' di disporre di autenticatori/pubblici ufficiali e l'assenza della possibilita' della sottoscrizione online rendono un'impresa proibitiva l'esercizio dei diritti politici di base", lamentano. "Le firme attualmente previste, oltre 20mila per avere un margine di sicurezza, sono quasi la meta' di quelle, comunque troppe, utili a presentare una lista per le elezioni politiche nazionali".
"Gli stessi ostacoli si pongono per proporre una iniziativa referendaria" con "le 300mila firme necessarie", concludono, "chiediamo un provvedimento urgente che preveda la possibilita' di attestazione della raccolta firme per persone indicate dal comitato elettorale o dal comitato promotore, in caso di referendum, come avviene negli altri Paesi europei". "Vorremo aiutare i potenti della Regione Lombardia a evitare le truffe" verificatesi in passato , grazie al fatto che "i politici fossero gli unici abilitati ad autenticare" le firme, ha sostenuto Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni. "Se ci fosse la volonta' politica, Maroni potrebbe risolvere" il problema, ha continuato. "Non contestiamo che si debba dimostrare l'esistenza" di una forza politica, ma che "si possa fare soltanto con il consenso del potente di turno", ha concluso, citando il caso delle anomalie nella raccolta firme riscontrata nelle regionali del 2010 che portarono all'ultimo mandato di Roberto Formigoni.
La replica di Maroni: "Se uno uno ha il consenso, è un problema suo..."
Roberto Maroni respinge la richiesta di Radicali italiani e Rifondazione comunista di modificare le regole e la soglia delle firme necessarie che i partiti che non sono rappresentati in Consiglio lombardo devono presentare per correre alle regionali. "Sono le regole che ci sono. Uno deve organizzarsi, se non ha il consenso e' un problema suo", ha risposto il governatore lombardo ai cronisti. "Noi, anzi faremo, giovedi', una modifica alla legge elettorale regionale per introdurre la doppia preferenza di genere, e permettere l'alternanza uomo-donna nelle liste, cioe' 50%, piu' di quello che e' previsto dalla legge nazionale", ha confermato.