Milano
Fondazione Brescia Musei, esempio di collaborazione pubblico-privato

Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei: a settembre abbiamo avuto più visitatori rispetto a settembre 2019, è stata una rinascita
Fondazione Brescia Musei, esempio di collaborazione pubblico-privato. L'intervista
di Paola Bulbarelli
“Dal punto di vista istituzionale la Fondazione Brescia Musei ha una specificità che le permette di portare avanti una gestione veramente da impresa di cultura. Il nostro è un esempio di collaborazione pubblico-privato”. Queste le parole che Francesca Bazoli, presidente della Fondazione bresciana, ha scelto per presentare la realtà della città lombarda quale esempio virtuoso e replicabile, alla XVI edizione di Ravello Lab (14-16 ottobre), il forum europeo su cultura e sviluppo promosso da Federculture, dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e, da quest'anno, da Formez PA. “Siamo una Fondazione di diritto privato, al 92 per cento, però patrimonio del Comune di Brescia che garantisce un’autonomia gestionale alla Fondazione stessa”. A Ravello, ogni anno, vengono scritte le raccomandazioni successivamente presentate al ministero, una voce univoca di costruzione da parte degli operatori del settore sulle urgenze maggiori anche da un punto di vista legislativo. “Per esempio -spiega Stefano Karadjov, direttore Fondazione Brescia Musei- l'idea della capitale italiana della cultura è stata lanciata da qui nel 2008, poi diventata una proposta di legge”. Una tre giorni con incontri di grande levatura. “Siamo una sessantina di persone divise in due tavoli di lavoro -continua il direttore- ci sono rappresentanti del ministero, delle fondazioni, gli istituti di ricerca e le università”.
In cosa si distingue la Fondazione Brescia Musei?
“La presidente ha parlato del modello di governance quindi la partecipazione di soggetti civici e non, una compagine mista che consente alla fondazione di essere una utilissima interfaccia tra i tanti attori del territorio che altrimenti farebbero fatica a rapportarsi e che invece attraverso di noi dialogano attorno ai progetti culturali che ci vedono impegnati rappresentando l'intera comunità, e questo è un grande raggiungimento. Ovvio che molto dipende anche dalla qualità delle persone”.
Cosa è emerso a Ravello?
"Innanzi tutto la scelta di Ravello non è casuale. E' un luogo un pò isolato dal mondo, si sta insieme e si parla di questi argomenti 18 ore al giorno. Un'immersione totale nelle varie problematiche. Ora l'accento è caduto sull'esigenza di rimettere le mani sulla legislazione relativa alle fondazioni culturali. Alla Fondazione Brescia Musei partecipano tante realtà diverse anche da un punto di vista politico. Questo assicura l'indipendenza al consiglio che, a sua volta, nomina un direttore che ha il potere di gestione come un amministratore di una azienda i cui benefici non sono sotto forma di dividendi per i soci ma come impatto sociale sui territori e sugli obiettivi che sono alla base della missione della fondazione stessa. In questa direzione sto lavorando, anche da membro del consiglio di Federculture".
Nonostante la pandemia e le chiusure, il vostro lavoro non si è mai fermato ?
"Lo abbiamo addirittura potenziato aggiungendo la dimensione digitale. Il covid ci ha costretti ad accelerare i tempi e a raggiungere più velocemente i risultati che ci eravamo comunque prefissati. Tra i grandi appuntamenti, il ritorno della Vittoria Alata con l’ufficialità della visita del Presidente della Repubblica. Poi le installazioni nel Parco Archeologico di Santa Giulia di Francesco Vezzoli e un grandissimo Photo Festival dedicato ai temi del patrimonio artistico architettonico".
E per l’autunno, cosa è previsto??
"Ai primi di novembre inaugurazione di un’opera di Velasquez che arriva dall'Hermitage di San Pietroburgo in Pinacoteca, un dialogo con le opere di Giacomo Ceruti, 'Velasquez per Ceruti'. Il 12 novembre, con apertura per il pubblico il 13, sarà la volta della mostra 'La Cina (non) è vicina' dell’artista cinese dissidente Badiucao. Dopo la curda Zehra Dogan, la Fondazione ospita un altro attivista. Perseguitato in Cina per la sua invocazione di libertà di espressione del dissenso, vincitore del premio Vaclav Havel per i diritti umani, da 12 anni vive in Australia. Una straordinaria mostra dove oltre alle sue opere ci saranno installazioni che lui stesso realizza. In calendario anche 'Il senso del nuovo. Lattanzio Gambara pittore manierista", dedicato a questo artista del 500 bresciano di cui abbiamo acquistato un’opera estremamente significativa della produzione sacra dell'artista e che andremo a svelare in questa mosta dossier con altri confronti provenienti dagli Uffizi e dalle Gallerie Reali di Torino oltre che da collezionisti del territorio. Faremo una sorpresa alla cittadinanza il giorno dell'inaugurazione prevista a fine novembre".
C’è un ritorno dei visitatori ?
"A settembre abbiamo addirittura avuto più visitatori rispetto a settembre 2019, prima della pandemia, quindi. E’ stata una rinascita. Frutto di una campagna di comunicazione e continuo lavoro, come una goccia che scava la roccia, per lanciare al meglio la nostra fondazione, i musei e i progetti espositivi".