Fondazione Cariplo, l'eredità di Guzzetti: "Tre miliardi per il territorio"

Fondazione Cariplo, l'eredità di Guzzetti: "Tre miliardi per il territorio"

"Non c'e' futuro se neghiamo la speranza ai milioni di bambini che oggi nascono e crescono in poverta', non c'e' futuro se neghiamo la speranza ai giovani che cercano lavoro e desiderano mettere le loro capacita' al servizio delle comunita' che spesso non sono capaci di includerli, non c'e' futuro per un Paese che nega la serenita' di quegli anziani e quelle persone con disabilita' che meritano di essere poste al centro delle politiche sociali". Sono le parole scelte ieri dal presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, per salutare i collaboratori dell'Ente e i tanti amici che lo hanno accompagnato in 22 anni di presidenza. Guzzetti lascera' ufficialmente l'incarico il prossimo 27 maggio, giorno del suo 85esimo compleanno, ma nel frattempo ha scelto la suggestiva scenografia del Teatro alla Scala per organizzare una specie di send-off dal titolo programmatico: 'Futuro (per il) Prossimo'. Un evento, cui hanno partecipato 1.800 persone, apertosi con la lettura di un brano da parte dell'artista Sonia Bergamasco; poi e' stata la volta del coro delle voci bianche dell'Accademia del Teatro alla Scala, che si sono unite a quelle del 'La Nave', il coro formato dai detenuti di San Vittore che hanno scelto il 'Va pensiero' per stabilire un episodio senza precedenti nella storia secolare del Piermarini, ovvero il debutto assoluto nel tempio della lirica mondiale di un coro costituito da soli detenuti.

Si deve guardare avanti, ma in questi casi non si puo' anche tracciare un bilancio di 22 anni, tanti quanti sono stati quelli che ha visto Guzzetti presiede una delle maggiori Fondazione di origine bancaria del Paese: quasi 25 mila progetti finanziati, di cui poco meno nel settore 'Arte e cultura', piu' di 9.500 per i servizi alla persona, 2.264 a favore dell'ambiente e quasi altrettanti in ricerca scientifica. Complessivamente fanno 3 miliardi di euro erogati e finiti sul territorio, secondo la vocazione tipica delle Fondazioni: "Non dobbiamo avere paura, abbiamo superato momenti drammatici e bui nella storia del nostro Paese e del mondo", ha detto Guzzetti riferendosi alle sfide che arrivano dai cambiamenti climatici, dalle dinamiche migratorie, dalle trasformazioni tecnologiche che cambiano il modo di essere. Momenti di difficolta' ed epoche di transizioni superati quando "ci siamo stretti tra noi, accomunati dal desiderio di lavorare insieme, per superare i gravi problemi che ci siamo trovati di fronte. Quando abbiamo posto il dialogo e la reazione con gli altri, al centro del nostro agire. Quando abbiamo messo da parte l'odio, quando abbiamo operato con metodo, dando priorita' precise, con prospettive e programmazione. Per fare tutto cio' occorrono cuore, competenza e determinazione. Ma si puo' fare. Sta gia' succedendo".