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Fontana: "Abbiamo commesso errori". Dama, "mia moglie non controlla nulla"
Attilio Fontana

Fontana: "Abbiamo commesso errori". Dama, "mia moglie non controlla nulla"

"Noi, ma credo quasi tutti, siamo stati colti di sorpresa da un'emergenza bestiale, di errori ne abbiamo commessi fin che ne vuole. Pero', a marzo prendere decisioni era durissima". Sembra quasi volersi giustificare il governatore lombardo Attilio Fontana, che in un'intervista al Corriere della Sera annuncia che proprio per questo motivo "sto studiando, cercando di vedere in quello che e' accaduto le indicazioni per fare meglio in futuro". E sulla vicenda dell'appalto sulla commessa per i camici, che coinvolge anche la moglie e il cognato, Fontana precisa che "sto per nominare un mio gruppo di lavoro che entro la meta' di agosto indichera' le cose da fare e quelle da evitare, proprio sulla base di questi mesi. La competenza viene prima di tutto, e la Lombardia, me lo lasci dire, sulle competenze e' fortissima". Poi sulla moglie chiosa: "A parte il fatto che mia moglie e' socia al 10% e non controlla nulla, vuole sapere la verita'? In quei giorni la Regione ha chiesto camici e mascherine da chiunque li avesse. Il punto e' questo", conclude il governatore lombardo. 

Fontana spiega inoltre di aver "vissuto la vicenda Covid con un'angoscia personale grandissima. Terribile. Quello che mi ha aiutato a non fermarmi, è stato proprio il cercare tutte le soluzioni per uscirne. Immaginare una strada anche per le fasi di ripartenza che abbiamo di fronte". "Noi, ma credo quasi tutti, siamo stati colti di sorpresa da un'emergenza bestiale, di errori ne abbiamo commessi fin che ne vuole. Però, a marzo prendere decisioni era durissima. Per questo ora io sto studiando, cercando di vedere in quello che è accaduto le indicazioni per fare meglio in futuro. Sto per nominare un mio gruppo di lavoro che entro la metà di agosto indicherà le cose da fare e quelle da evitare, proprio sulla base di questi mesi. La competenza viene prima di tutto, e la Lombardia, me lo lasci dire, sulle competenze è fortissima", spiega il Governatore.

 "Anche quello è nato sotto una pressione terribile - ha rimarcato - L'ho deciso quando un medico, con le lacrime agli occhi, mi ha detto che non voleva più scegliere chi far vivere. Detto questo, di strutture simili ne sono state create ovunque nel mondo, 19 nei soli Stati Uniti. Ma di queste, 13 non sono mai entrate in funzione. L'ospedale in Fiera è stato uno straordinario regalo alla città da parte di più di 5.000 donatori nel momento più drammatico della pandemia. Per costruirlo in tempi da record, grazie a Fondazione Fiera Milano, non è stato speso un euro di soldi pubblici". Adesso, ha precisato il governatore lombardo, "lo teniamo pronto, sperando di non usarlo, per fronteggiare un'eventuale seconda ondata. E dopo, nulla sarà disperso: con il coordinamento del Policlinico entrerà nella rete ospedaliera lombarda. Un piano, le anticipo, che prevede 1.446 posti letto di terapia intensiva e ulteriori 704 letti di terapia semi intensiva, almeno metà dei quali devono poter essere tempestivamente convertiti in intensivi. Come peraltro chiede il governo". 

Fontana: ho stima di Sala, la sinergia è indispensabile

"Ho una grande stima di Sala. Certo, non sempre sono d'accordo con lui. Ma quando c'è da collaborare, l'ho sempre fatto. Peraltro, la sinergia è indispensabile, perché la Lombardia non può fare a meno di Milano e Milano non può fare a meno della Lombardia", ha detto Fontana sempre nell'intervista al 'Corriere della sera' parlando dei sui rapporti con il sindaco di Milano, Beppe Sala. Poi, commentando le parole di Ferruccio de Bortoli, secondo il quale prendersela con la Lombardia e Milano, che riescono a competere nel mondo, 'alleggerisce la coscienza di chi non è riuscito a fare altrettanto', il presidente lombardo ha spiegato: "Io di Ferruccio de Bortoli ho la massima stima, e certo non lo si può accusare di simpatie leghiste. Io penso che Milano e la Lombardia sono e resteranno la locomotiva della Nazione, e a breve ricominceranno a tirare con tutta la loro forza. Certo, se poi qualcuno cerca di usare la vicenda Covid per fini politici, significa che non solo ha del tempo da perdere, ma che ha anche l'animo dello sciacallo. Chi si gingilla con questa politichetta, ha capito male il nostro Paese".

Medici di famiglia, Fontana: un piano a settembre

In Lombardia "viene gente a curarsi da tutto il mondo. E c'è un perché: abbiamo strutture pubbliche formidabili che vanno potenziate, sostenute, arricchite. E abbiamo un settore privato forte in grado di consentire ai cittadini di scegliere. Un mea culpa? Probabilmente, negli ultimi anni abbiamo trascurato i medici di famiglia. A settembre lanceremo un importante piano d'azione a loro dedicato. Sono il primo presidio sanitario delle nostre comunità e lo renderemo più forte", ha annunciato il governatore lombardo. Poi, commentando la sentenza del Tar che ieri ha bocciato l'acquisto dei test sierologici senza procedure di evidenza pubblica della Diasorin dal San Matteo di Pavia, Fontana ha spiegato: "Io non sono parte attiva in questa vicenda". E sulla decisione di ricoverare pazienti Covid nelle Rsa, su cui è in corso anche un'indagine, il governatore ha rimarcato: "I pazienti sono stati ospitati in 18 case di riposo su 709. Il problema non viene da quello, ma dire il contrario è una finta verità facile da smerciare. Del resto, il 17 aprile l'Iss ha proprio previsto che siano realizzate unità Covid dentro le Rsa". 

Salvini: "Un problema i camici donati? Andiamo a vivere su Marte"

Il leader della Lega Matteo Salvini commenta alla trasmissione Aria Pulita su Italia 7 Gold le nubi su Regione Lombardia: "Il governatore della Lombardia e' accusato di aver regalato 500 mila euro di camici ai medici lombardi? E' un reato aver donato 513 mila euro di merce agli ospedali lombardi? Se e' cosi' andiamo a vivere su Marte". "Il problema dei lombardi e' la cassa integrazione che non c'e' non i camici regalati", ha concluso.

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