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Milano
Coronavirus, Fontana: "Il 30 di maggio non saremo più sicuri di oggi". Video
Giuseppe Conte e Attilio Fontana

FONTANA: "APERTURE IN DIFFERITA INUTILI, IL 30 MAGGIO NON SAREMO PIU’ SICURI DI OGGI"

"La fase due lascia aperte molte interpretazioni e più di un problema, soprattutto a chi affidare i bambini che non potranno andare a scuola. Resta anche aperto il problema dei mezzi pubblici, chi sarà legittimato a controllare l’accesso ai convogli. Dobbiamo tener presente un fatto: noi riapriamo in presenza del virus, non perché è finito tutto. Se ci dicessero che tra 15 giorni il virus scompare, potrei capire la necessità di differire le aperture, ma dato che così non è dobbiamo cercare di ripartire in tutti i campi rispettando le norme sanitarie.  Il 30 di maggio non saremo più sicuri di oggi, avremo probabilmente un numero di contagiati inferiori ma il contagio sarà ancora presente e nulla toglie che possa ripartire". Così il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, nell'intervista rilasciata a Manuela Donghi in onda su Le Fonti Tv.


FASE2: HO CONSEGNATO A CONTE UN PIANO STRUTTURATO, NON QUATTRO PAGINETTE

"A Conte - ha sottolineato Fontana - ho consegnato un documento ben strutturato, non certo 4 paginette per far vedere che avevamo fatto il compitino. Uno dei primi problemi che devono essere affrontati è un piano per spalmare gli orari di lavoro, che si rifletterebbe in maniera positiva anche sul sistema dei trasporti. Ma per una cosa del genere ci vuole da un lato la collaborazione dei sindacati e dall’altra quella del Governo".

NON SONO RESPONSABILE DEL DRAMMA DELLA LOMBARDIA.  COSA NON RIFAREI? TEMERE LE CRITICHE

"Se mi sento il capro espiatorio del Coronavirus? Gli attacchi nei miei confronti sono solo di carattere politico, altrimenti non si giustificherebbe come analoghe situazioni successe in altre Regioni non vengano evidenziate. Ma mi sento di dire che non è responsabile un mio collega di un’altra Regione, così come non credo di esserlo io.  Cosa farei di diverso? Quando ho chiesto di mettere in quarantena le persone che arrivavano dalla Cina e sono stato accusato di razzismo, e poi quando mi sono presentato in tv con la mascherina e sono stato accusato di essere disfattista, in entrambi i casi avrei dovuto incassare le critiche, farle aumentare ma andare avanti con le mie richieste", ha poi aggiunto il Governatore ai microfoni di Manuela Donghi.

 

 

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