Milano
Fontana: "Per emergenza droga a Rogoredo serve strategia di aiuto e ascolto"
Per la zona di Rogoredo a Milano, dove si trova il cosiddetto 'Boschetto della droga' bisogna usare strategia di ascolto e aiuto, secondo Attilio Fontana
Fontana: "Per emergenza droga a Rogoredo serve strategia di aiuto e ascolto"
Per la zona di Rogoredo a Milano, dove si trova il cosiddetto 'Boschetto della droga' bisogna fare un "tentativo di un approccio diverso, meno repressivo e di avvicinamento, aiuto e ascolto di chi e' caduto in questo dramma: assisterli e prenderli in carico dal punto di vista sanitario e psicologico". E' quanto ritiene il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ne ha parlato con i cronisti arrivando al forum organizzato dal Corriere della Sera nell'atrio della stazione di Rogoredo.
"Credo che negli anni si sia sottovalutato il problema della droga: bisogna far capire ai giovani il dramma che si vive e per questo non e' sufficiente la repressione, bisogna cercare di incidere su chi purtroppo si lascia coinvolgere" ha poi sottolineato Fontana.
Gallera: "Più di 2mila contatti dal 30 gennaio"
Più di duemila contatti (550 asettimana), 2 interventi salvavita a seguito di overdose, 6 giovani convinti a entrare in comunità, altri 30 pronti a farlo.L'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera traccia un primo bilancio del piano strategico di contrasto alconsumo degli stupefacenti e di recupero sociale avviato il 30 gennaio scorso nei pressi del 'Boschetto' di Rogoredo.
INTERVENTI EFFETTUATI - "In queste settimane - spiega Gallera -gli operatori socio sanitari presenti hanno svolto un'attività intensa e diversificata: due interventi salvavita a seguito di overdose e di un mix micidiale fra alcool e cocaina; 10 azioni coordinate ad alta complessità con le squadre di emergenza-urgenza, con invio al Pronto Soccorso per malesseri acuti quali allucinazioni, contusioni gravi, casi di overdose; 150 prestazioni di media complessità per scompensi e ferite con infezioni".
REGIONE COOORDINA ASPETTO SOCIO-SANITARIO - Nell'ambito diquesto progetto, realizzato insieme alla Prefettura di Milano ealle Istituzioni locali, Regione Lombardia coordina l'aspett osocio-sanitario attraverso l'Ats Milano Città metropolitana e Areu, avvalendosi altresì della collaborazione con le associazioni, gli operatori e i volontari del privato sociale.
AZIONI DI RECUPERO CONCRETE - "Il contrasto al consumo degli stupefacenti - aggiunge l'assessore - viene affrontato anche attraverso una concreta attività di recupero: durante le quattro settimane dall'avvio del progetto, l'azione degli operatori nei confronti dei frequentatori del 'Boschetto' ha dato origine a 28 colloqui di orientamento ai Servizi Ambulatoriali. Altre 12 persone sono state prese in carico con ricovero notturno 'di sollievo'; 6 sono stati gli accessi a programmi riabilitativi in Comunità e altri 30 i soggetti agganciati e orientati ad un ricovero o all'avvio di un programma di recupero"."Nel corso delle uscite con accesso all'area del 'Boschetto',quindi lontano dall'ambulatorio mobile situato nei pressi della stazione, - conclude Gallera - ogni giorno avvengono almeno 30 nuovi contatti. Quota che raddoppia nel fine settimana
Don Gino: Rigoldi "No a santuari della droga"
Non possono "esistere santuari della droga" in una citta' come Milano: ne e' convinto Don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria, che da anni si occupa di recupero di giovani spesso caduti anche nella dipendenza dalla droga. Per questo, secondo il parroco, il cosiddetto "boschetto" dello spaccio va "smontato perche' e' diventato una sorta di "luogo di pellegrinaggio per adolescenti che sono affondati in questo consumo disgraziato di sostanze stupefacenti". Con la task force messa a punto con il coordinamento della prefettura "credo che sia stato fatto un bel lavoro che ha come base fondamentale la relazione, ha comunque constatato Don Gino.