Milano

Franzini: "La mia Statale tripolare: conti in ordine e fiducia nel futuro"

Antonio Murzio

Intervista di Affaritaliani.it Milano ad Elio Franzini, rettore della Statale all'ultimo anno di mandato: "La nostra università guarda con serenità al futuro"

Franzini: "La mia Statale tripolare: conti in ordine e fiducia nel futuro"

Il conto alla rovescia per Elio Franzini, Rettore dell'Università Statale di Milano, alla data del 31 gennaio segna meno 243 giorni. Sono quelli che mancano alla scadenza del suo mandato (l'incarico, per legge, dura sei anni e la legge non prevede la ricandidatura). Franzini, filosofo e titolare della cattedra di Estetica, non ha mai smesso di insegnare in questi anni. “Ho sempre voluto mantenere un corso, altrimenti mi annoiavo. E continuerò a fare quello che non ho mai smesso di fare, il mio lavoro vero”. L'intervista di Affaritaliani.it Milano

Rettore, che Statale ha trovato al momento del suo insediamento e che Statale lascerà al suo successore?

Ho trovato una università molto divisa per il problema di Mind che nel 2018 era un problema ancora molto indeterminato con molti interrogativi sul piano economico e altrettanti interrogativi sul desiderio di alcuni di andare o non andare in quella sede. L'idea migliore è stata quella di pensare a una università che avesse tre poli, che comportasse anche la dismissione di alcuni edifici nel territorio, con un polo centrale che ospita le facoltà umanistiche, un polo a Città studi che ospiterà oltre a matematica e informatica altre facoltà umanistiche e un polo a Mind. Ho trovato una università forse un po' confusa e e indecisa e quella che credo di lasciare è una Statale che sa di doversi sviluppare su un modello tripolare, anche se naturalmente spetterà come onere al mio successore quello di riuscire a portare a termine il trasferimento a Mind dei dipartimenti scientifici.

La Statale ha un indebitamento pari a zero...

Noi siamo un'università, dal punto di vista economico, veramente virtuosa, non abbiamo nessun debito, non abbiamo mutui, riusciamo a chiudere sempre la gestione con un piccolo attivo, in più siamo riusciti ad avere un ulteriore contributo pubblico per Mind e questo ha ulteriormente messo in sicurezza le nostre possibilità di sviluppo. Siamo una università che può affrontare serenamente il futuro

La pandemia vi ha costretti al ripensamento di spazi e modalità didattiche: ritiene che la didattica a distanza sia ancora una valida opportunità?

Io mi sono trovato nella pandemia un anno e mezzo dopo l'elezione e sicuramente quello che è successo ha rallentato molti processi, compreso quello del trasferimento a Mind ma ci ha dato anche una possibilità, quella di capire che la didattica a distanza che abbiamo provato costretti forse ha delle possibilità. Adesso non facciamo più didattica a distanza in modo sistematico, ma abbiamo avviato forme di sperimentazione che ci porteranno a corsi di studio in modalità mista (presenza e online). Li stiamo già progettando anche per rispondere alla sfida delle università telematiche che sono cresciute moltissimo e nel loro complesso costituiscono di gran lunga l'ateneo più grande d'Italia. Sommando tutti gli atenei telematici d'Italia gli studenti sono 220mila, il nostro ha 62mila studenti, la Sapienza di Roma 100mila. La didattica digitale è una possibilità, è qualcosa che va fatta con intelligenza sfruttando tutte le competenze che una università multidisciplinare come la nostra può mettere in campo

Nell'ultimo anno c'è stata la protesta delle tende contro il caro affitti, Milano rischia di diventare un polo universitario solo per studenti economicamente avvantaggiati?

E' chiaro che la protesta delle tende ha colpito di più le grandi sedi, Milano oggettivamente è una città molto costosa, sia per quanto riguarda il dormire, ma sia anche per tutto quello che riguarda la vita quotidiana degli studenti. L'università sta cercando di aumentare il più possibile il numero di posti letto per gli studenti, facendo forti investimenti sul diritto allo studio, ma non dobbiamo dimenticare che questi devono essere essenzialmente centrali a livello governativo, le università da sole possono aiutare ma non hanno i fondi per poter rendere più attrattiva. Il problema di Milano riguarda non solo gli studenti ma anche i nostri dipendenti

Congedo parentale per gli studenti, a che punto siete?

Abbiamo già cominciato alcune sperimentazioni, contiamo di approvare tutto nel mese di febbraio e di andare avanti step by step, cominciando dalle mamme, proseguendo poi con i padri. Cominciamo con le mamme che sono quelle che hanno maggiori difficoltà, non sono moltissime, ma ci sono. In particolare nell'area magistrale abbiamo studentesse che hanno bambini così come alcune studentesse di lauree sanitarie, giovani ma non più ragazzine. Per i corsi a frequenza obbligatoria sostituiamo la didattica in presenza con quella online perché non perdano l'anno perché sono assenti cinque mesi

Si sente di dare un consiglio a chi le succederà?

Ne do due, il primo di mantenere sano il bilancio, perché soltanto in questa maniera si riesce ad andare avanti, il secondo di puntare sulla didattica digitale







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