Milano
Frasca (Confimi Industria): "Serve una nuova definizione di impresa femminile"
8 marzo: un'occasione per riflettere sul ruolo cruciale delle imprenditrici nell'economia italiana ed europea
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Frasca (Confimi Industria): "Serve una nuova definizione di impresa femminile"
(IMPRESE-LAVORO.COM) Milano - "La Giornata Internazionale della Donna rappresenta un'occasione per riflettere sul ruolo cruciale delle imprenditrici nell'economia italiana ed europea. Le donne che guidano aziende, con competenza e determinazione, contribuiscono in modo significativo all'innovazione e alla crescita del Paese. Tuttavia, persistono ostacoli normativi che limitano il pieno riconoscimento e il sostegno alle imprese a conduzione femminile". A introdurre il tema è Vincenza Frasca, imprenditrice, alla guida del Gruppo Donne di Confimi Industria e da diversi anni impegnata per il riconoscimento delle donne a capo di un'impresa. Attualmente infatti, in Italia, la definizione di "impresa femminile" è regolata dalla Legge 215/92, che prevede criteri molto restrittivi. Per rientrare in questa categoria, le società cooperative e di persone devono essere costituite per almeno il 60% da donne, mentre nelle società di capitali almeno due terzi delle quote di partecipazione e degli organi di amministrazione devono essere detenuti da donne. Questi criteri, però, non rispecchiano la realtà di molte PMI italiane, spesso a conduzione familiare e caratterizzate da una governance condivisa tra uomini e donne.
Un'analisi condotta dal Gruppo Donne di Confimi Industria ha evidenziato una discrepanza significativa: nonostante l'81% delle società di persone abbia soci donna e in oltre il 54% dei casi le socie rivestano il ruolo di amministratore unico o presidente, solo il 14% delle PMI manifatturiere soddisfa i requisiti per essere formalmente riconosciute come imprese femminili. Questa limitazione normativa impedisce a molte aziende con significativa partecipazione femminile di accedere a finanziamenti e agevolazioni specifiche, ostacolando il pieno sviluppo delle loro attività. La situazione è analoga nelle società di capitali: il 66% delle aziende presenta soci donna e in quasi l'80% dei casi le donne ricoprono ruoli apicali. Nonostante ciò, l'attuale definizione legislativa esclude molte di queste realtà dal riconoscimento ufficiale di "impresa femminile".
Verso una definizione condivisa di "impresa femminile" a livello europeo
Oltre ai limiti della normativa italiana, in ambito europeo manca ancora una definizione univoca di impresa femminile. Questa lacuna crea disparità tra i vari Stati membri e rende più difficile l'adozione di politiche di sostegno omogenee ed efficaci. Per colmare questa mancanza, il Manifesto "Start We-Up", promosso dal Gruppo Donne Imprenditrici di Confimi Industria e dal media civico Le Contemporanee, propone l'introduzione di una definizione condivisa di impresa femminile a livello UE. Una misura necessaria per garantire pari opportunità e favorire una concorrenza equa nel Mercato Unico. Confimi Industria sottolinea l'urgenza di aggiornare la normativa italiana e di promuovere un cambiamento a livello europeo per riconoscere appieno il valore dell'imprenditoria femminile. Le donne imprenditrici non solo generano occupazione e innovazione, ma rappresentano un pilastro fondamentale per lo sviluppo sostenibile e la crescita economica. In questa Giornata Internazionale della Donna, il messaggio è chiaro: "è tempo di abbattere le barriere normative e burocratiche che frenano il potenziale delle imprenditrici, offrendo loro strumenti adeguati per prosperare e contribuire in modo sempre più incisivo all'economia nazionale ed europea" sottolinea Vincenza Frasca.